L'ex suora che seviziava i ragazzi aveva ingannato anche il vescovo di Gianfranco Franci

L'ex suora che seviziava i ragazzi aveva ingannato anche il vescovo L'INCHIESTA SULL'OSPIZIO DEI SUBNORMALJ A GBOTTAFERRATA L'ex suora che seviziava i ragazzi aveva ingannato anche il vescovo Il presule di Frascati le scrisse più volte lettere di compiacimento - Ha dichiarato: «Quando mi recavo nell'istituto, trovavo tutto a posto. Un giorno mi disse che aveva lasciato il convento per riversare il suo amore sui bimbi » - Dai documenti trovati nell'istituto risulterebbe che la direttrice continuava a riscuotere le rette dei piccoli che erano morti (Dal nostro corrispondente) Roma, 11 giugno. « E' vero. Scrissi più volte a Maria Diletta Pagliuca lettere di compiacimento per il suo istituto di Grottaferrata. Quando ci andavo era tutto bello. Intervenni persino presso il prefetto ed il commissario di Pubblica Sicurezza all'epoca del provvedimento di chiusura. Ritenevo che fosse più utile aiutare quella donna a colmare le carenze riscontrate, magari obbligandola. Mi rendo conto soltanto adesso che la mia buona fede era stata tradita. E' stata una sorpresa amara anche per me ». Chi parla è mons. Luigi Liverzani, vescovo di Frascati da sette anni. E' un uomo sulla sessantina, alto, vigoroso, cordiale. Le voci che da qualche giorno circolavano sugli appoggi da lui forniti alla ex suora lo avevano indotto a convocare nel cinquecentesco palazzo vescovile una conferenza-stampa allo scopo di chiarire la sua posizione. Mons. Liverzani aveva conosciuto la Pagliuca appena giunto nella diocesi. Era andata da lui per invitarlo a visitare l'istituto. « Mi confidò di essere una ex monaca — dice il vescovo — ma raccontò di aver lasciato il convento perché i suoi superiori non le avevano consentito di occuparsi dei bambini. Aggiunse: "Ora ho messo qui tutta la mia vocazione, il mio amore per i fanciulli". Mi appariva sincera ». Il vescovo andò diverse volte all'istituto Santa Rita, sistemato allora in una vil¬ letta adiacente all'edificio in cui venerdì scorso fece irruzione la polizia. Amministrò le Cresime, celebrò Messe. « Come vescovo non po- tevo non Interessarmi, specialmente se invitato, del bene spirituale dei bambini », dice il monsignore. Tutte le volte che andava, trovava bambini che per le loro infermità strappavano le lacrime. « Era il piccolo Cottolengo della zona », osserva. E aggiunge: « Non riscontrai mai maltrattamenti e non potevo quindi avere sospetti anche se v'erano, specie nella precedente' sede, manchevolezze di servizi e di assistenza. Ritenni però sempre mio dovere aiutare una pietosa realtà di fatto, sulla quale del resto non toccava a me giudicare». Per questo quando quattro anni fa intervenne l'ordine della Prefettura per la chiusura dell'istituto, si interessò perché fosse revocato. « Non mi opponevo, naturalmente — spiega mons. Liverzani — ma pensavo che tra il nulla ed una assistenza mediocre bisognava preoccuparsi piuttosto di migliorare quest'ultima ». Quando poi vide che erano stati inviati a Grottaferrata nuovi bambini, che la donna continuava ad avere rapporti con le amministrazioni provinciali che pagavano rette di tremila lire od giorno per ciascun assistito, col comune, coi carabinieri, con l'ufficiale sanitario, pensò che tutto si fosse risolto. « Come me, tutti erano al corrente che l'istituto aveva ripreso la. sua attività », aggiunge il vescovo. Quando l'istituto passò nei nuovi locali, le cose apparvero grandemente migliorate a mons. Liverzani il quale manifestò la sua lode e la sua ammirazione in alcune lettere che la Pagliuca pubblicò nel suo opuscolo pubblicitario dal titolo: «Il miracolo nel tempo ». « Benedico chi l'aiuta», scriveva il vescovo. «Mi è sempre sembrata sinceramente dedita al bene. In mia presenza almeno — conclude il vescovo — trattava quei bambini nel migliore dei modi. Li ho sempre veduti vestiti decentemente, in buone condizioni di salute compatibilmente col loro stato. Non potevo immaginare che facesse tutto a scopo di lucro. Si lamentava sempre della sua situazione finanziaria e di fronte a quei bambini non potevo non offrire la mia modesta opera per- suscitare la beneficenza dei buoni. Sono stato strumentalizzato. A volte purtroppo accade quando si vuol fare del bene ». L'inchiesta giudiziaria prosegue senza soste. Il magistrato ha interrogato nel carcere di Rebibbia Maria Diletta Pagliuca ed ha spiccato mandato di cattura anche nei confronti della sorella Antonietta, di cinquant'annì, che l'aiutava nella gestione dell'Istituto Santa Rita. Costei non è stata ancora rintracciata. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbero stati trovati nell'istituto di Grottaferrata dei documenti dai. quali risulterebbe che la Pagliuca aveva continuato a riscuotere dalle amministrazioni provinciali anche le rette dei bambini che erano morti. Il padre di un bambino di 4 anni, il signor Franco Cadala, ha incaricato l'avv. Luigi Trapani di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario contro la Paglia ca. lì bambino che soffriva di attacchi epilettici era considerato prima del suo ricovero « recuperabile ». I medici adesso purtroppo lo hanno escluso. L'unica voce che in tutti quésti giorni si è levata in favore di Maria Diletta Pagliuca è quella di un medico, un pediatra, che qualche volta si recava a visitare i bambini. Il medico, di cui si igno ra il nome, ha dichiarato ad un giornale romano del pomeriggio: « Avete infangato il nome di una santa donna. La signorina Pagliuca meriterebbe una medaglia d'oro Ne uscirà a testa alta, ne sono sicuro ». Dei quindici bambini trovati incatenati ai lóro lettini dalla polizia solo/otto sano stati però giudicati « pericolosi per sé e per gli altri» e trasferiti in un ospedale psichiatrico. Gli altri si trovano ancora nell'ospedale dì Velletri. Sono tredici maschi e quattro femmine. « Le loro condizioni stanno migliorando notevolmente — hanno dichiarato i medici — sono sottoposti a superalimentazione e mostrano un appetito formidabile. Si svegliano anche di notte per chiedere latte. Li abbiamo dovuti rapare a zero perché erano pieni di pidocchi. Da tutta Italia stanno arrivando giocattoli e dolciumi per loro. Ne abbiamo già riempite due stanze ». Gianfranco Franci Un ragazzo dell'istituto mostra il bastone con cut afferma di essere stato picchiato

Luoghi citati: Frascati, Gbottaferrata, Grottaferrata, Italia, Roma