Nel «lager» dell'ex suora i ragazzi morivano: nessuno sapeva come di Gianfranco Franci

Nel «lager» dell'ex suora i ragazzi morivano: nessuno sapeva come L'inchiesta sui disumani episodi nell'istituto di Grottaferrata Nel «lager» dell'ex suora i ragazzi morivano: nessuno sapeva come Le salme di quattro piccoli verranno riesumate per stabilire le cause del decesso - Due subnormali, sottoposti a un bagno gelido, si ammalarono di broncopolmonite: non furono curali e morirono - Si cerca di accertare se vi sono responsabilità da parte dei funzionari che dovevano controllare l'Istituto (Nostro servizio particolare) Roma, 10 giugno. Le salme dei quattro fanciulli deceduti negli ultimi mesi nell'istituto « Santa Rita» di Grottaferrata saranno esimiate nel tentativo di stabilire con precisione le cause della loro morte. La richiesta è stata rivolta dal sostituto Procuratore della Repubblica, Mario Pianura, al giudice istruttore al quale stamane ha rimesso gli atti per l'istruttoria formale nei confronti di Maria Diletta Pagliuca, la exsuora di cinquantanove anni arrestata per le continue sevizie cui sottoponeva i, ragazzi subnormali che le erano stati affidati. Per concorso nel reato di maltrattamenti, è. stata denunciata, a piede libero, la sorella-- della Pagliuca, Antonietta, che l'aiutava nella gestione del piccolo « Lager » in cui aveva trasformato l'istituto da lei fondato dodici anni fa. I quattro ragazzi morti a breve distanza di tempo l'uno dall'altro sono Daniela Bomba, una bambina di sei anni, due fratelli, Nicola e Giovanni Del Re, il primo di diciannove e l'altro di diciotto anni, e Alvino Cicalini, sedicenne. Di Daniela Bomba si sa soltanto che era giunta, da appena una settimana nell'istituto e che al momento del suo ingresso appariva in buona salute. Nicola e Giovanni Del Re erano affetti, insieme ad un altro fratello, Carmine, diciassette anni, anch'egli ricoverato nell'istituto di Grottaferrata, da distrofia muscolare progressiva che li costringeva a vivere su sedie a rotelle. « Un giorno — ha raccontato Laura Longhi, la maestra che con la sua denuncia ha permesso la scoperta della allucinante vicenda — la Pagliuca li fece immergere, malgrado la malattia di cui soffrivano, in una vasca da bagno. Sottoposti inoltre a correnti gelide per le finestre lasciate aperte per eliminare il cattivo odore che stagnava nelle stanze, i tre poveri ragazzi si presero la broncopolmonite. Tossirono per una ventina -dì; giorni. Non fu cMg^nato^ìl medico, non furoho 'cù/àtì. Nicola, morì in dicembre, Giovanni^ ad aprile. Carmine fu portato via dai familiari ed è riuscito a salvarsi ». Anche Alvino Cicalini era affetto dalla stessa malattia dei tre fratelli. Figlio di un tipografo, era stato affidato al « Santa Rita » dall'amministrazione provinciale di Chieti che pagava la retta. Vi rimase circa un anno prima di morire. Il padre e la sorella durante le loro visite non s'erano accorti di nulla. A metà marzo lo trovarono a letto con la febbre. « E' una semplice influenza», disse la Pagliuca. Tornarono via tranquilli. Due giorni dopo una telefonata lì invitò ad andare subito a Grottaferrata. Si trovarono dinanzi ad un cadavere. « E' morto del suo male », disse la ex suora confortandoli. Non mostrò alcuna scheda clinica, ma fu creduta. . L'inchiesta del magistrato è' destinata ad estendersi ih molte direzioni ed è probabile che altri reati si aggiun¬ gano a quelli già contestati a Maria Diletta Pagliuca e che altre persone possano essere coinvolte nella dolorosa vicenda dei ventotto bambini sottoposti ai trattamenti più disumani: malnutriti, percossi duramente, incatenati ai loro lettini dalla sera alla mattina, senza neppure dargli da bere « perché avrebbero sporcato i materassi». Si dovrà accertare se vi siano state eventuali responsabilità da parte del medico che avrebbe dovuto visitare periodicamente i bambini, del sacerdote che fungeva da « assistente spirituale », dei funzionari ai quali sarebbe spettato il compito di controllare la gestione dell'istituto del quale, peraltro, quattro anni or sonala Prefettura aveva ordinato la chiusura. La ex suora era sempre riuscita a nascondere la sua doppia personalità. Sapeva apparire convincente e piena di amore con i genitori dei ragazzi e nei suoi rapporti con l'esterno, mentre nella realtà mostrava un carattere insultante, volgare e, per certi versi, contraddittorio. Al sadismo nei confronti degli altri bambini contrapponeva le sue attenzioni verso una bambina che aveva affiliato e che faceva dormire nella sua camera. Maria Diletta Pagliuca aveva appartenuto all'Ordine delle Elisabettine, in cui era entrata in giovane età. Nel 1945 fuggì dal convento di Perugia per diventare l'amante di un avvocato, dal .quale venne poi abbandonata. Fu denunciata per furto dalla superiora del convento. Alcuni anni fa la questura di Livorno la denunciò, con altre trenta persone, per truffa ma fu prosciolta in istruttoria. Questi precedenti non le impedirono tuttavia di guadagnarsi la fiducia di molta gente. Per anni l'ex suora ha così potuto continuare la propria attività, spillando denaro, da enti e da privati, spedendo in tutta Italia i suoi opuscoli pubblicitari facendosi pagare rette di 2500-3000 lire al giorno per ogni assistito dalle amministrazioni provinciali dei luoghi di provenienza degli infelici ragazzi (Chieti, Teramo, Campobasso, Ascoli Piceno). . Si è appreso intanto che il padre dei due fratelli Del Re, morti nell'istituto Santa Rita, aveva inviato al ministero della Sanità e all'Amministrazione provinciale di Chieti una lettera in cui si diceva che i ragazzi ricoverati a Grottaferrata, erano « in uno stato di abbandono da fare pietà » tanto che « sembrano destinati a languire inesorabilmente». «Mi hanno riferito — proseguiva la lettera — che i miei figli non hanno mài visto il medico né ricevuto medicine. E' dunque quell'istituto un covo di persone che proditoriamente speculano sulla disgrazia altrui per migliorare la loro posizione? ». La Prefettura di Roma ha precisato oggi che il « Santa Rita » era « una vera e propria attività privata esercitata dalla Pagliuca in un edificio di sua proprietà». Nel comunicato si parla anche dell'ispezione compiuta nel 1965 « in virtù dei poteri di vigilanza generica attribuiti dalla legge » e dell'ordine di chiusura per la non idoneità e la assoluta carenza, delle attrezzature. I bambini che vi si trovavano furono trasferiti in altri istituti. Costruito un altro edificio, adiacente al primo, la ex suora chiese l'anno dopo di poterlo utilizzare come « colonia ». L'autorizzazione non le fu concessa ma la donna riprese ugualmente la sua attività. Fu denunciata due volte. «La prima volta — dice il comunicato — fu condannata al pagamento di ventimila lire di ammenda; per la seconda denuncia beneficiò dell'amnistia». Nel 1968 la donna presentò all'Onmi nuove domande, sempre respinte. La sua irregolare posizione fu segnalata anche al pretore di Frascati. Infine giunse la lettera del padre dei due ragazzi deceduti e vi fu una nuova ispezione del medico provinciale il quale informò dei risultati negativi sia la Prefettura sia il magistrato di Frascati. «A seguito di ciò — afferma la Prefettura — il commissario di P. S., per disposizione del pretore, ha eseguito l'operazione che ha condotto all'arresto della Pagliuca ». Gianfranco Franci * Ospedale di Velletri: una delle blnbe dell'Istituto S. Rita di Grottaferrata (Telefoto A. P.)