Le russe vestono come vuole Irina

Le russe vestono come vuole Irina STA INSEGNANDO L'ELEGANZA ALLE DONNE SOVIETICHE Le russe vestono come vuole Irina La signora Andreeva, ex meccanico d'aereo, è « direttrice artistica » dell'abbigliamento all'Istituto dell'Industria leggera - Non sa disegnare né cucire; ma sceglie e lancia i modelli con pieni poteri - Combatte con successo il vecchio puritanesimo di partito (Dal nostro corrispondente) Mosca, giugno. Irina Andreeva non è una grande sarta, non ha mai fatto un vestito, a malapena sa disegnare un modello. Eppure decine di milioni di donne indossano ciò che vuole lei. Essa è la creatrice della moda russa, il suo gusto condiziona i programmatori e i sarti di Stato. Con un giudizio negativo condanna un'intera collezione; l'abito che le piace oggi è l'uniforme femminile di domani. In Occidente non esiste disegnatrice che goda di altrettanto potere e di eguale autorità. Se le donne russe imparano a essere eleganti, a vestire con ricercatezza, a confrontare, a scegliere, il merito è soprattutto di Irina Andreeva,. E' stata lei, negli, ultimi tre o quattro anni, ad accorciare le gonne, sveltire le linee, ravvivare i colori, migliorare le stoffe. Per lei, le signore più robuste si sottopongono a energiche cure dimagranti, e le meno belle fanno sapiente uso dei cosmetici. Chi è Irina Andreeva? Il suo titolo ufficiale è « direttrice artistica » del reparto abbigliamento dell'Istituto nazionale dell'industria leggera. In pratica, essa è il giudice supremo dei 38 atéliers di « prima classe » da cui escono i modelli per l'intera Russia: concilia le esigenze dell'avvenenza femminile con quelle della programmazione di partito. Dopo che le collezioni sono state scelte, Irina Andreeva visita le principali fabbriche per illustrarle e imporle come direttiva della produzione. Ho incontrato Irina Andreeva all'Istituto dell'industria leggera. E' bruna, alta, ben truccata, veste sempre ardite minigonne. E' sposata, ha un figlio di 15 anni, viaggia molto, anche all'estero. Ha 35 anni, è attraente e ricorda le career girls, le disin¬ volte, formidabili ragazze-carriera americane. « L'arte è stata il mio primo amore. Io sono una moscovita. Finite le scuole, poco dopo la guerra, ho tentato otto volte dì entrare all'Università Lomonosov: non ho mai superato l'esame d'ammissione, mi sono così iscritta all'Istituto tecnico d'aviazione. Debbo riconoscere che come meccanico d'aerei mi sono subito distinta, e ho preso anche il brevetto di pilota. Era un mestiere affascinante e divertente, ma poco femminile. «In breve, ho cercato altri lavori. Ho fatto l'infermiera, la bibliotecaria, l'annunciatrice radiofonica, la gior-1 nalista. Tutti lavori simpatici, ma che non mi soddisfacevano. Poi mi si è offerta l'occasione di iscrivermi all'Università, non a Storia dell'arte, come sognavo, ma ad Architettura. L'ho afferrata al volo. Naturalmente, mi sono concentrata sull'arredamento. Di lì alla moda il passo è stato breve. Ho compiuto alcuni viaggi in Francia e in Italia, e mi ha affascinato l'eleganza delle loro donne». Assunta all'Istituto nazionale dell'industria leggera, Irina Andreeva ha organizzato in pochi mesi la rivoluzione della moda russa. Essa ha lanciato il giovane sarto « arrabbiato » Vlaceslav Zaitsev, le cui collezioni vengono esportate persino negli Stati Uniti, e l'indossatrice Galia Miloskaia, detta « Twiggy » per le sue misure eccezionali: 1,70 di statura, 42 chili di peso. E con il loro aiuto, ha sferrato uh attacco decisivo al conformismo, al puritanesimo, alla retorica che soffocavano le sue connazionali. Questa professoressa d'architettura - meccanico d'aerei sogna una Russia popolata di « donne sottili d'aspetto giovanile, curate nella persona, con molto tempo libero. che gli uomini si delizino a guardare ». Irina Andreeva difende Vlaceslav Zaitsev ogni volta che è criticato (« è, per la nostra moda, quello che Evtushenko è per la poesia»). Si propone, insieme con lui, di imporre uno « stile russo » in tutto il mondo. « Per ogni età della donna, deve esserci un modello. La minigonna, per esempio, non si addice alle cinquantenni. Del pari, vanno rispettate certe caratteristiche nazionali. Ma ogni modello deve attirare l'attenzione ». Essa ritiene che il suo compito immediato sia di migliorare la qualità dei tessuti russi, e di ridurre l'intervallo tra la presentazione delle collezioni e la loro produzione di massa: « E' impossibile indovinare oggi quella che sarà la moda del 1971. anche se i gusti cambiano secondo leggi abbastanza definite ». e. c.

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