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Si accoltella perché non riesce a sfamare la sposa quindicenne Si accoltella perché non riesce a sfamare la sposa quindicenne A borgo San Paolo - Nel biglietto : « Cercati uno migliore di me » - Salvato alle Molinette, vuol tornare a casa: «Non posso lasciarla sola» Disperato perché guadagna poco per sé e per la moglie quindicenne un muratore di 17 anni ha tentato di uccidersi a coltellate. SI chiama Ercole Pilone, abita con la sposa, Antonietta, in una soffitta di via Cesana 43. Le nozze sono avvenute a Foggia lo scorso anno. Due mesi fa Ercole decide di venire a Torino: gli hanno detto che il lavoro non manca. I genitori non sono d'accordo, ma Ercole è sicuro di potersela cavare. A Torino si mette con un cugino, Luciano. Fa il piastrellista, fatica 14-15 ore al giorno, ma la paga è bassa: 15 mi¬ la lire la settimana. Gli sposi trovano ospitalità presso un'amica, poi un conoscente cede loro la sua soffitta. L'altro giorno Antonietta piangente chiede del pane ad una bimba incontrata in cortile. Per alutare i! marito la giovane trova lavoro in una pizzeria di via Pollenzo, in prova, guadagna pochissimo. Gli orari sono diversi: lui parte la mattina presto e torna a pomeriggio inoltrato; lei è via dal primo pomeriggio a notte inoltrata: si vedono raramente. L'altra notte, mentre la moglie è ancora fuori. Ercole è preso dallo sconforto, le scrive una lettera: « Devi cercarti uno migliore di me. Non sono stato capace dt darti niente ». Poi con un coltello si colpisce al petto. Quando Antonietta rientra lo trova disteso sul giaciglio coperto di sangue, sul tavolo c'è la lettera. Portato alle Molinette il giovane guarirà In otto giorni per escoriazioni al torace. Dice: « Siamo disperati. Non ce la facciamo a tirare avanti con quel poco che guadagno. Voglio andarmene su bito dall'ospedale: Antonietta qui non la tengono e io non posso lasciarla sola tutta la notte ». Ercole Pilone assistito dalla moglie all'ospedale: « Siamo disperati, guadagno troppo poco »