«Amore e rabbia» per cinque registi
«Amore e rabbia» per cinque registi «Amore e rabbia» per cinque registi Intrigo a Capetown: giallo sudafricano - La nebbia degli orrori: avventure (Doria) — Alcuni di questi episodi sono i relitti congelati di un film di cui tre anni fa parlarono le cronache e che si sarebbe dovuto intitolare « Vangelo 70 ». Sfilatosene l'episodio di Zurlini, diventato con poca fortuna un film per conto suo (Seduto alla sua desti a), si è tardivamente provveduto al dissestocon qualche aggiunta occasionale (o almeno questa è l'impressione); e ne è venuta fuori un'antologia di « cinque.» (Bellocchio, Bertolucci, Godard, Lizzani, Pasolini), in cui non si vede un motivo comune né perché si debba chiamare, salvo che per ossequio alla moda delle parole. Amore e rabbia. Essa comprova soprattutto che i registi non hanno giurisdizione sulle proprie opere; se l'avessero, è probabile che il film non sarebbe uscito. Gli episodi più accettabili sono quelli che risentono della lontana architettura dell'opera che poi non si fece: L'indifferenza di Lizzani (una donna è accoltellata in una metropoli moderna, e nessuno, tranne un gangster, pensa a soccorrerla) e L'agonia di Bertolucci, realizzato con una vivida prestazione del Living Theater (le visioni di un vescovo agonizzante, assediato di rimorsi). Sono invece appunti a fior di pelle, da elaborare, sull'innocenza destinata a scomparire dal mondo contemporaneo, quelli che Pasolini ha messo nella Sequenza del fiore di carta: una sfarfallante passeggiata di Ninetto Davoli per le strade di Roma, con sovrimpressioni d'immagini di repertorio e « voci » dall'alto. E a una fumisteria bilingue, dove l'ironia non smuove il pedantesco, si riduce L'amore di Godard, costellato di aforismi sulla vita, la politica, il cinema e l'erotismo, detti da una coppia di innamorati rappresentanti il proletariato e la borghesia, e commentati da due « testimoni ». E in quanto al saggio di Bellocchio, Discutiamo discutiamo, è invece meglio lasciar perdere: la contestazione studentesca si sfilaccia in un divertimento goliardico. Nessuno dei « cinque » può essere soddisfatto di sé. Sono tutti illustri e il cinema deve loro molto. Ma anche gli illustri hanno le loro « contaore » dilettantesche, e Amo¬ re e rabbia sembra che abbia fatto apposta a riunirle. Il pubblico (ci riferiamo a quello ch'era con noi) non batte ciglio. Come si è fatto buono! 1. p. (Corso) — Un poliziesco di serie: Intrigo a Capetown (« Capetown Affair » di Robert D. Webb). L'jntrigo prende l'avvio da un borseggio di cui è vittima, a Città del Capo, una svagata signorina in autobus. Niente di particolarmente grave se la borsetta sottratta non avesse contenuto un microfilm con informazioni cifrate di grande importanza per certi maoisti. La derubata è messa, da costoro, alle strette: o recupera la pellicola o finisce male. Attraverso le indicazioni di Sam, anziana informatrice della polizia, si rintraccia il borsaiolo: primo indispensabile anello d'una lunga, aggrovigliata catena. Come film-passatempo a colori, questo Intrigo sudafricano sarebbe abbastanza accettabile, come tanti altri d'identico livello, se non gli si dovessero muovere alcuni appunti: difetta di tensione e sveltezza; ricalca con insistenza situazioni risapute; indulge troppo al mèlo vecchio stile nell'uccisione di Sam la « soffiatrice », anche se la scena è motivata dall'efficacia dell'interprete, Claire Trevor. La ragazza borseggiata è Jacqueline Bisset, destinata come d'uso a innamorarsi del borseggiatore per redimerlo. (Nazionale) - Reminiscenze di antichi film avventurosi, naviganti nel Mar dei Sargassi verso la misteriosa Isola delle navi perdute, si incontrano nel technicolor inglese La nebbia degli orrori di Michael Carreras. E' la storia di un cargo dall'aspetto sinistro che reca a bordo un campionario umano nato dalla immaginazione d'un soggettista assiduo spettatore di « horror films ». Tutta questa gente vive un'allucinante avventura: lo scafo trascinato da alghe semoventi, è lentamente avviato verso un cimitero di navi, in vista d'una terra sconosciuta, popolata da mostri micidiali con i quali i naviganti ingaggiano battaglia. Il finale non è privo di suspense; nella sua effettistica grossolanità, il film sprigiona una atmosfera un poco alla Poe, intonata all'intreccio. A posto gli interpreti, tra i quali Hildegard Knef, Suzanne Leigh, Eric Portman. vice
Luoghi citati: Capetown, Città Del Capo, Roma
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