Ormai certe "alcune vittime,, fra i dieci italiani in Biafra

Ormai certe "alcune vittime,, fra i dieci italiani in Biafra Dichiarazione del sottosegretario agli Esteri Pedini Ormai certe "alcune vittime,, fra i dieci italiani in Biafra Il rappresentante del governo s'è incontrato ieri ad Abidjan col presidente della Costa d'Avorio, che ha offerto la sua mediazione - L'on. Pedini ha soggiunto che si ha anche la conferma che diversi nostri connazionali sono tuttora dispersi - Iniziate le trattative per liberare gli altri 14 tecnici: Ojukwu vuole processarli? (Dal nostro inviato speciale) Abidjan,-27 maggio. Kindu: il nome che nessuno voleva fare, il richiamo che in tutti questi giorni s'era cercato di evitare, è emerso con la forza e la nitidezza di un incubo. All'alba di venerdì 9 maggio, nella zona ad ovest del Niger, dove erano i due campi « Agip », è dunque accaduto qualcosa di simile (di così sanguinoso e terrìbile) a ciò che accadde all'aeroporto dì Kindu, nel Congo, il pomeriggio dell'll novembre 1961. Ieri tredici aviatori fatti a pezzi dagli uomini del colonnello Pakassa, oggi gli operai del campo petrolifero di Okpai. Ma quanti di loro sono morti? L'incertezza dura ancora, c'è ancora l'esile speranza di ritrovarne qualcuno vivo. Lo ha detto al sottosegretario agli Esteri Mario Pedini, stamane, il presidente della Costa d'Avorio, Felix Houphouet-Boigny. Boigny ha assicurato che le ricerche continuano, e che non verranno abbandonate' fino a quando esisterà la benché minima probabilità di ritrovare vivo uno degli undici dispersi. Le conversazioni, iniziate oggi ad Abidjan, i contatti tra Abidjan e la capitale biafrana di Orlu, corrono .anzi su due binari: notizie definitive dei dispersi, liberazione dei prigionieri. Un dramma è dunque avvenuto, su questo non esisto^o^ù,:4ubhj..f Restano da co-I nascere le sue dimensioni, si attende di sapere se ci sono stati dei morti o se è stata compiuta una strage. Purtroppo l'Africa che si evolve, e tenta faticosamente di sottrarsi al sottosviluppo, che genera uomini e idee civili, ha mostrato di portare in sé, ancora, come uria tendenza demenziale, la capacità di ignorare il valore delta vita umana. Spinto in secondo piano dalle tragiche notizie di ieri, resta sempre aperto il problema del rilascio dei prigionieri. Su questo punto sì può dire che, almeno, il caos è finito. L'arrivo ad Abidjan del sottosegretario Pedini porta infatti un certo ordine nell'assoluta confusione delle, iniziative con cui s'era affrontata, finora, la questione dei quattordici italiani in mano biafrana. Prima era stato, invece, il caos. Trattavano tutti: Caritas. Croce Rossa, Eni, Onu, Oua, e i risultati sono quelli che sappiamo. Ojukwu che si rifiutava dì ricevere gli inviati della Caritas e della Croce Rossa (egli ha visto padre Bayer soltanto quindici giorni dopo la cattura dei tecnici), il presidente dell'Eni. Cefis, che volava da una capi- tale all'altra del Continente africano, il governo italiano che pareva indeciso su dove e come avviare la sua azione (oggi rivolgendosi al governo di Lagos, domani all'Onu, il giorno dopo alla Croce Rossa), mentre trapelavano le prime rivalità tra i vari mediatori La trattativa iniziatasi stamane, alle 10,3(r^flla villa dove abita il presidente-, della Costa d'Avorio, HoùpnbyetBoigny, si presenta priva dell'orgasmo e della casualità che avevano contraddistinto le missioni precedenti. Sia pure per interposta persona (dato che il nostro Paese non ha. riconosciuto il Biafra), il governo italiano ha stabilito un contatto con il governo secessionista. Pedini da . una parte, Ojukwu dall'altra, in mezzo HouphoueV-Boigny. La conversazione di stamani tra Houphouet-Boigny e l'on. Pedini è. durata quarantacinque minuti. L'inizio deUa trattativa era però di tre giorni fa, quando era giunto ad Abidjan il niini- stro della Giustizia del Biafra, che è poi ripartito ieri mattina. Le basi sono insomma gettate, e ognuno dei prossimi giorni dovrebbe rappresentare un progresso (sia pur lento, e forse lentissimo) verso la liberazione dei prigionieri. Pedini è investito di larghissimi poteri da parte del nostro governo. Egli potrebbe anche incontrare, se necessario, Ojukwu, per il quale ha una lettera di Nenni. Ma, se pur seriamente avviata, la trattativa si presenta, tutt'altro che facile. In realtà i biafrani non pretendono un prezzo che sia pagàbile con facilità, danaro, armi ò~ attrezzature. Si fosse trattato di questo, forse esso sarebbe già stato pagato. Il prezzo richiesto sembra ormai dì natura politica (il riconoscimento diplomatico, una mediazione nella guerra) e si capiscono quindi l'imbarazzo e le difficoltà nei quali versa il nostro governo. Le speranze sono tutte riposte nelle capacità di mediazione di Houphouet-Boigny e nella volontà dei biafrani di abbandonare gli atteggiamenti da desperados messi in mostra in questi giorni. Ma per ora essi sembrano intenzionati a spingere avanti il loro gioco: è di ieri una notizia giunta da Ginevra, secondo la quale Ojukwu avrebbe parlato della possibilità di processare i 17 europei. Sandro Viola Benito Bonvini (Rieti) Fausto Casarola (Ferrara) Giovanni Dell'Orso (Pescara) Antonio Falcone (Caltanissetta) Albino Fermi (Piacenza) Giovanni Giuliano (Brescia) Ugo Grossi (Reggio Emilia) Claudio Lombardi ni (Rieti) Emilio Malchiodi (Piacenza) Enrico Ricciuti (Chieti)