In ansia 8 milioni di pensionati Quando finirà lo sciopero Inps? di Giulio Mazzocchi

In ansia 8 milioni di pensionati Quando finirà lo sciopero Inps? Da oltre un mese tutti gli uffici sono chiusi In ansia 8 milioni di pensionati Quando finirà lo sciopero Inps? Preoccupati, ignorano il gennaio, gli arretrati ma nessuno è tornato giorno in cui torneranno a prendere la pensione, gli aumenti in vigore dal primo I sindacati si accusano: Cisl, Cgil e Cida sabato hanno revocato l'astensione, al lavoro - Molti iscritti, per protesta, sono passati ad altre organizzazioni (Nostro servizio particolare) Roma, 26 maggio. Nessuna schiarita per i pensionati dell'Inps. Otto milioni e mezzo di ex lavoratori, distribuiti tra la metà delle famiglie italiane, ancora non sanno quando torneranno a prendere la pensione mensile con regolarità, quando riceveranno gli aumenti in vigore dal 1" gennaio, quando avranno gli arretrati degli aumenti. Peggio ancora: lavoratori usciti per sempre dalle imprese, nei mesi scorsi, o in questo mese, o nei prossimi, dovranno attendere a lungo per ricevere la loro prima mensilità di pensione. Altrettanto accade e accadrà per vedove e orfani di pensionati che devono ottenere la pensione di reversibilità, avendo perso in questo periodo il loro congiunto pensionato. Tutto questo perché alllnps c'è » sciopero dal 24 aprile. Giovedì le offerte del governo per tutti i parastatali sono state accolte dai sindacati. Sabato la Cgil, la Cisl e la Cida (dirigenti di azienda) hanno revocato lo sciopero dei propri aderenti che lavorano all'Inps. Oggi però nessuno dei 20.500 dipendenti dell'Inps in tutt'Italia è tornato al lavoro. Alcuni iscritti dei due sindacati che hanno revocato lo sciopero (Cgil e Cisl) si sono anzi dimessi e sono passati al sindacato autonomo dell'Inps che, assieme all'Uil aziendale e alla Cisnal, ha proclamato la volontà di continuare lo sciopero a oltranza, se il governo non dà agli impiegati dell'istituto qualcosa in più di quanto ha dato alla generalità dei parastatali. Sindacato autonomo dei dipendenti Inps (assieme allTJil aziendale e alla Cisnal) da una parte e sindacalisti della Cgil e della Cisl dall'altra si scambiano invettive roventi. Gli autonomi accusano gli altri di voler realizzare una.politica che bada più agli interessi di classe dell'intero settore 'parastatale che non agli interessi dei dipendenti del solo Inps. Gli altri ribattono che l'Inps deve stare al servizio dei pensionati, che lo sciopero a oltranza è ingiusto, che i problemi particolari dell'Inps; possono essere risolti con una pacifica trattativa. Alle accuse verbali tra sindacalisti si sono ormai succedute vere e proprie aggressioni. Mercoledì scorso, durante una manifestazione del personale Inps in piazza Colonna a Roma, alcuni- dirigenti della Cgil vennero aggrediti da scioperanti. Giovedi l'aggressione si ripete all'uscita dalla sede centrale dell'istituto. Il giorno -dopo la Cgil, la Cisl e la stessa Uil (a livello nazionale) emisero un comunicato congiunto per chiedere al governo un'inchiesta parlamentare su quanto sta accadendo all'Inps. Nel documento si accusava la dirigenza dell'ente di gravi responsabilità. Non si specificavano le accuse, ma i sindacalisti della Cgil e della Cisl affermano di essere pronti a parlare se vi sarà un'indagine parlamentare. Intanto fanno queste denunce indicative: non è vero che occorrano anni per dare attuazione alla nuova legge sulle pensioni; oggi le pratiche vanno per le lunghe soprattutto perché il direttore generale e i tre vice-direttori dell'Inps non si decidono a rendere più snello il lavoro. Ci hanno detto i sindacalisti della Cgil e della Cisl: l'anno scorso il direttore generale Masini soltanto in novembre dette le disposizioni necessarie ad applicare la legge sulle pensioni che era entrata in vigore il 1" maggio. Ecco perché si accumulò tanto lavoro arretrato. Che cosa intende fare quest'anno con la nuova legge? Altro esempio: nell'ufficio contratti, che sbriga il lavoro con i fornitori dell'ente (per l'acquisto di carta, per la costruzione di sedi), gli impiegati hanno larga autonomia e tutto procede celermente. Negli uffici dove si calcolano le pensioni le pratiche devono essere invece vistate da cinque o sei dirigenti, tutti con altissimi stipendi, il cui lavoro consiste quasi unicamente nel mettere i visti. Ancora: negli uffici c'è una macchina da calcolo, quasi sempre soltanto addizionatrice e non moltiplicatrice, ogni tre o quattro impiegati. Mentre uno la usa, gli altri stanno fermi. Per dotare di una calcolatrice ogni contabile basterebbe una spesa di poche centinaia di milioni. L'automatizzazione non creerebbe disoccupati, perché il set¬ tore dei controlli e gli sportelli mancano di personale. Questa carenza provoca una evasione contributiva accertata di quasi 300 miliardi annui. Incalzano ancora i rappresentanti Cgil e Cisl: da anni e anni si sarebbero dovute fare schede perforate per ogni contribuente Inps. Invece si continua con le schede scritte a mano: basta che l'amanuense scriva una « a » nel nome di un contribuente al posto di una « o » perché nasca una scheda nuova. Poi, al momento di liquidare le pensioni, si perdono mesi a rimettere insieme le schede coi nomi sbagliati e si devono rifare tutti i documenti necessari. Il dottor Ubaldo Salvali, « leader » del sindacato autonomo, sostiene però che la automatizzazione del lavoro non è del tutto possibile e sa¬ rà comunque lunga e diffìcile. Occorreranno anni per applicare totalmente la nuova legge sulle pensioni. E tutto il lavoro da fare sarà sbrigato con tanta maggior fatica, quanto maggiore sarà lo scontento del personale. Per sistemare i pensionati non basta insomma che lo sciopero termini, occorre anche che « finisca bene » per i dipendenti dell'Inps. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Masini, Ubaldo Salvali

Luoghi citati: Italia, Roma