Amore di collegiale per la dura Violette
Amore di collegiale per la dura Violette Il nuovo romanzo della Leduc Amore di collegiale per la dura Violette Violette Leduc non è scrittrice che si lasci facilmente dimenticare. Molti ricorderanno di lei La bastarda, che fu il grande successo (anche di scandalo) del '64 in Francia: libro colmo di una straordinaria forza, selvaggia e forsennata, tanto più sorprendente in quanto la scrittrice aveva ormai passato la cinquantina pur rimanendo quasi una sconosciuta. Scandalo e ammirazione si mescolarono di fronte a quella confessione dolorosamente appassionata. Si arrivò a fare il nome di Saffo: a causa degli amorì « particolari » di cui il libro recava testimonianza, e della tenerezza poetica che li avvolgeva in un'aura idillica e quasi di sogno. Era la storia di una donna brutta a cui la madre « non aveva mai dato la mano »," una donna vittima delle sue « viscere » femminili, che non sapeva fantasticare che d'amore mentre constatava che « la sua bruttezza l'avrebbe isolata fino alla morte». Un libro polemico, in sostanza, un lungo grido di protesta contro la natura che impone l'amore a chi non ha un viso fatto per l'amore. Teresa e Isabella, due anni dopo La bastarda, riprende il medesimo grido: ma di quel primo libro froppo violento e composito salva l'essenziale, la tenerezza dell'amore come si rivela a una giovane collegiale che qui si chiama Teresa, e della vecchia Violette ha la natura selvaggia, il brutto naso in meno. « Collegiale di cinquantanni che scrive parole su un quaderno » — secondo la bella definizione di Simone de Beauvoir — Violette Leduc trova in queste cento pagine la sua misura più felice, creando in un'atmosfera incantata di adolescenza un puro poema d'amore, audacissimo talora net vocaboli, ma di cui ogni particolare, erotico è subito alleggerito del suo peso realistico attraverso il procedi-, mento della fantasia che volando sulle situazioni le illumina appena e le sfuma. Tutto in'questa breve storia di Teresa e Isabella è infocato, e niente urta: perché è soprattutto storia di una solitudine infantile che sta cercando affannosamente di liberarsi nel mondo esterno. E che siamo ben lontani dal (t romanzo del sesso » basta a provarlo il breve racconto che segue, La donna col renard, tenue vicenda di una povera vecchia demoiselle che trova ragione di vivere in uno straccio di pelliccia di volpe rinvenuta nella spazzatura, se l'accarezza mentre chiede l'elemosina, se la stringe quando nella camera della sua solitudine si stende per morire. Luigi Beccolo VIOLETTE LEDUC: Teresa e Isabella - -Ed. Feltrinelli, pagine 199, L. 1500.
Persone citate: Leduc, Simone De Beauvoir, Violette Leduc
Luoghi citati: Francia
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