II governatore Carli depone come teste a difesa di Bazan

II governatore Carli depone come teste a difesa di Bazan LE PRESUNTE IRREGOLARITÀ' AL BANCO DI SICILIA II governatore Carli depone come teste a difesa di Bazan Ha dichiarato che, nel complesso, i bilanci dell'istituto palermitano non davano una rappresentazione distorta della situazione patrimoniale - L'imputato lo teneva al corrente delle sue preoccupazioni (Dal nostro corrispondente) Palermo, 20 maggio. (a. r.) Il governatore della Banca d'Italia, Guido Carli, ha deposto stamane al processo a carico dell'ex presidente del Banco di Sicilia, dott. Carlo. Bazan, imputato, con altre 27) persone, di peculato. La citazione del dott. Carli era stata chiesta dai'difensori di Carlo Bazan per fornire chiarimenti su alcune circostanze ritenute fondamentali. Molto pubblico, oggi in aula, per l'attesa deposizione. Il presidente,. dott. La Feruta, ha subito dato inizio all'interrogatorio: «Nella sua qualità di governatore della Banca d'Italia può dite se l'ex presidente del Banco di Sicilia, dott. Bazan, la teneva informato dèlie difficoltà dei rapporti fra gli organi legislativi ed esecutivi della Regione siciliana e il Banco di Sicilia?». Carli: «Risponde a verità che il presidente del Banco di Sicilia, dott. Carlo Bazan, mi teneva informato di queste difficoltà. Trassi l'impressione che- si muovesse in un ambiente difficile. Di ciò diedi atto in una lettera inviatagli all'indomani dèlia sua cessazione dalla carica di presidente dèi Banco. Confermo il contenuto di quella lettera ». Presidente: «Le risulta di contrasti tra colóro che volevano succedere al presidente ed al direttore del Banco di Sicilia, nel 1965? ». Carli: « Nel nostro paese gli aspiranti\\ad incarichi di amministrazione sono numerosi; le nomine sono - spesso precedute da contrasti, come dimostra tra l'altro la relazione di un'inchiesta condotta^ da una commissione parlamentare nel 1876... ». ' Presidente: « Anche per la nomina del dptt. Bazan vi furono contrasti?». Carli: « I contrasti sono testimoniati dall'intervallo intercorso tra l'inizio e la.conclusione delle consultazioni tra il ministro del Tesoro ed il presidente della Regione siciliana.-.. ». Presidente: « Le risulta se i criteri seguiti dal Banco in operazioni fiduciarie siano comuni ad altri istituti e se i criteri enunciati astrattamen- te dai periti si attengano, in concreto, alla prassi bancaria? ». Carli: « Se confronto la quantità di immobilizzo che avrebbe potuto dare luogo a perdite, nel Banco di Sicilia, ■a quella esistente in altre aziende di credito con caratteristiche simili a quelle del Banco dì Sicilia, devo concludere che gli amministratori siciliani si comportarono meno prudentemente dei loro colleghi. Ma si tratta di una conclusione impropria. Un'analisi da me disposta dimostra che l'80 per cento degli immobilizzi del Banco di Sicilia, al 31 dicembre del 1966, traevano origine da operazioni disposte antecedentemente alla legge dì incentivazione industriale per il Meridione. Tra il 1940 ed II 1950 il Banco sostenne praticamente da solo il peso dei finanziamenti all'incipiente industrializzazione dell'isola. Per obbligo di obiettività, si deve dare atto al Banco del suo concorso al miglioramento delle condizioni economiche siciliane ». Pubblico Ministero: «Quando il governatore considera rischiosa un'operazione di fido? ». Carli: «Non credo che sia possibile delimitare obbiettivamente la definizione di "operazione rischiosa": il giudizio è sempre a posteriori ». Il governatore della Banca d'Italia ha poi affermato, rispondendo al presidente, che anche le aziende bancarie di diritto pubblico assumono consulenti esterni altrimenti si troverebbero in condizioni di inferiorità rispetto a quelle di diritto privato. In altre parole, il prof. Carli ha detto che l'assunzione come consulente del prof. Chenery da parte del Banco dì Sicilia non fu « riprovevole a. Presidente: « I criteri di informazione dei bilanci del Banco di Sicilia a partire dall'anno 1961 sono, secondo lei, da ritenere censurabili e in contrasto con quelli adottati da altri istituti bancari?». Carli: «Non furono né potevano essere conformi a quelli seguiti da altre aziende di credito. Nonostante ciò, se pur vi furono'cespiti patrimoniali sopravvalutati ve ne furono altri sottovalutati. Così credo di potere affermare che i bilanci di quegli anni non diedero una rappresentazione distorta della situazione patrimoniale del Banco ». Presidente: « Sa dirci se provvedimenti di distacco di alcune unità del personale presso enti di diritto pubblico, membri del governo, segreterie politiche siano stati adottati per altri istituti bancari? ». Carli: « Non escludo che vi siano casi di distacchi, ma credo siano infrequenti». Avv. Reina (difensore Bazan): «E' vero che la Banca d'Italia è da tempo proprietaria di una collezione numismatica? ». Carli: «La Banca d'Italia aiiiiumiiniiiiiiiiiiiimiiiiniiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiinnon è proprietaria di una collezione numismatica ». Avv. Sorgi (difensore di La Barbera): «Il dott. Carli ha indirizzato una lettera al dott. La Barbera al momento del suo congedo dalla carica dì direttore generale del Banco? ». Carli: «Ho inviato una lettera nella quale riconoscevo il concorso recato dal dott. La Barbera all'opera di rafforzamento delle strutture patrimoniali del Banco ». Dopo il governatore della Banca d'Italia, il Tribunale ha ascoltato un altro teste, il sen. Ludovico Corrao, citato a discolpa dai difensori del giornalista Gaetano Baldacci. Il processo continuerà domani.

Luoghi citati: Palermo, Sicilia