Film vietati e pubblicità di Giorgio Calcagno

Film vietati e pubblicità ANALISI Film vietati e pubblicità (Il «divieto ai minori» non colpisce soltanto le pellicole oscene) La pubblicità sui film vietati ai minori rende inquieti i padri di famiglia, provoca dibattiti in Parlamento, preoccupa gli esercenti cinematografici. E un problema, sollevato per garantire la libertà di tutti, rischia di risolversi con notevoli limitazioni alla libertà di molti. Si tratta di trovare il difficile punto di incontro fra i diritti dell'uomo di cinema e quelli del cittadino, non sempre coincidenti. E' successo a Genova, alcune settimane fa, quando un'ispettrice di polizia ha visto i fotogrammi della « Monaca di Monza », esposti davanti ad un locale cinematografico, in bella vetrina. C'era un'invitante Anne Heywood con il petto quasi completamente nudo; poi la stessa attrice che si sottoponeva al supplizio del cilicio, vestita della sola catena; infine la scena « clou » del racconto, mostrante la monaca di Monza a letto con Paolo Osio. Il film si può proiettare, all'interno del cinema, per i maggiori di diciotto armi, ha osservato la tutrice dell'ordine; ma la strada è di tutti. Denuncia, rinvio.a giudizio del gestore del locale, processo per direttissima. Per evitare il ripetersi di questi casi, e sull'onda di una protesta popolare sempre più diffusa (basti pensare alle lettere che giungono alla nostra redazione), 1 produttori e gli esercenti cinematografici hanno deciso di darsi un codice di autocontrollo. Lo hanno approvato all'unanimità nei giorni scorsi, andrà in vigore dal primo giugno. Il materiale pubblicitario, dice 11 regolamento, non dovrà contenere, neppure nei titoli, annunci o illustrazioni « che sfruttino il sesso con volgarità o in forme esasperate; presentino manifestazioni di perversione o di patologia sessuale; aggiungano alle limitazioni di nulla osta per i minori termini che abbiano il solo effetto di mettere ih evidenza l'offerta di film ai limiti del lecito». Sono . norme abbastanza chiare, e dovrebbero essere facilmente osservate; anche per ragioni di cassetta. L'esperienza dimostra, che il film erotico non rende; e una pellicola che punti tutti i suoi motivi di richiamo su una più o meno larvata pornografia non ha alcuna probabilità di raccogliere pubblico presso la cérehia, presto esaurita, delle « prime visioni ». - , Assai più severe le regole proposte da 63 senatori democristiani, e discusse negli stessi giorni a Palazzo Madama. La pubblicità per i film vietati ai minori, in pratica, non dovrebbe più essere fatta secondo i tradizionali «Prossimamente». Il locale cinematografico potrà annunciare soltanto il tìtolo del film e i nomi di quanti vi hanno collaborato. Le infrazioni saranno punite con l'arresto fino a sei mesi, e l'ammenda fino a due milioni. La legge è passata, con vari emendamenti, dopo un dibattito che ha rischiato di spaccare la maggioranza governativa, e sotto, la pressione di avvenimenti di altra natura. Ma è probabile che trovi nuovi ostacoli alla Camera, dove sì ripresenteranno le stesse perplessità avanzate da vari gruppi politici, e sottolineate dal mondo cinematografico. Il termine « vietato ai minori », ha osservato il presidente dell'Anica, Eitel Monaco, non significa « osceno ». Sì tratta dì una limitazione oggettiva, per delle pellicole che i ragazzi, spesso, non sono nemmeno in grado di.capire. «Il divieto non colpisce soltanto il cosiddetto pornofilm, ma anche film assolutamente morali, o addirittura religiosi », scrìve Monaco. Ed è vero. Fu vietato al minori, dopo l'ultimo Festival dì Venezia, il «Galileo» dì Liliana Cavalli. Sono vietati ai minori molti dei film premiati dall'Ocic, l'organizzazione internazionale cattolica del cinema. Una repressione indiscriminata della pubblicità su queste pellicole non rischia di eliminare dal mercato proprio le opere di maggiore Impegno; le poche che, qualche volta, inducono a pensare? Giorgio Calcagno

Persone citate: Anne Heywood, Impegno, Liliana Cavalli, Paolo Osio

Luoghi citati: Genova, Monza, Venezia