CONTROVIDEO
CONTROVIDEO CONTROVIDEO E se Merckx non ci fosse? Il tele-giro vive praticamente su di lui. Tra l'altro, che vinca le tappe è secondario, che racimoli mucchietti di secondi è cosa che pare riguardi solo i maestri di aritmetica alle elementari. La maglia rosa del momento ha un cognome, ma chissà se ha un nome. Nessuno glielo chiede, nessuno ci presenta il capoclassiflca. Un breve «zoom» al suo sorriso, cosi tanto per fare, al termine di una tappa, e poi subito fuori dai piedi, chi ti credi di essere, povero pellegrino ciclista? Eddy invece lo si cita sopra e sotto le righe, è l'unico sostantivo che accompagna tutti i verbi. Se le domande vertono su di lui, il teleprocesso procède, se invece nascono domande dirette ad altre persone, o addirittura legate ai fatti, eccole subito dirottate, rese inutili. Persino Gimondi (con quel suo sorriso che è smorfia amara di uomo serio, di atleta impegnato) viene ridotto a ruolo di comprimario. E certo ' non 10 è. Telecronisti, commentatori vari, ospiti di passaggio smaniosissimi di dir la loro in infinite sfumature dialettali che la colonna sonora rende ancora più ridicole, sono sempre pronti a intrecciare balletti e proposizioni intorno al campione belga. I soldi, per esempio, non contano, non vengono contemplati. Pare che il denaro non sia un argomento, al Giro, anche se ogni giorno piovono pezzi da centomila persino per chi taglia 11 traguardo di Peretolina Soprana. Il Giro è sportivo, la corsa è sportiva, Merckx è il grande, i tifosi avranno le loro soddisfazioni, ecco i solenni giuramenti che cronaca e tribunale incanalano per un'ora e passa di trasmissione. Un'ora! Roba che esorbita da ogni misura di spettacolo televisivo: nemmeno gli dei supremi del video, da Mina a Celentano, hanno mai goduto di tanto spazio. E se togliessimo Merckx dagli schermi? Lo facessimo correre con la barba finta e nome falso? Come se la caverebbero i supremi reggitori di microfoni e telecamere? Per fortuna Merckx è simpatico, ha una faccia quadrata e furba, un equilibrio nervoso eccellente (finora). Sta al gioco, anche se non sempre riesce a nascondere un minimo di noia, di benevola sopportazione. Devono avergli spiegato chiaramente che in Italia bisogna recitare cosi, dire bravo a tutti, arrivare primo ma subito dopo chiedere scusa, sembrare mode-; sto ma reticente, citare spesso la mamma, frenare ogni orgoglio, soprattutto quello legittimo. E mai nominare l'odioso denaro. La televisione è regina di tutti gli sport: con lei si va in bicicletta, si segnano i goal, si entra in orbita lunare, però gratis. La carta moneta, davanti alle telecamere, non bisogna mai denunciarla. Giù le mani dai fiammiferi e dalle forbici, bambini, o i paradisi degli schermi si spegneranno su di voi per sempre. g- arp.
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