Rimosso dal vescovo di Cuneo il parroco partigiano di Borgo

Rimosso dal vescovo di Cuneo il parroco partigiano di Borgo Si opponeva allo sdoppiamento della parrocchia Rimosso dal vescovo di Cuneo il parroco partigiano di Borgo Don Raimondo Viale, 62 anni, ricorre alla Santa Sede (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 19 maggio. La guerra fredda in corso da alcuni anni fra il parroco di Borgo S. Dalmazzo,' don Raimondo Viale, e l'arcive| scovo di Cuneo, mons. Guido Tonettii è sfociata in un clamoroso gesto da parte della autorità episcopale, che dopo aver vanamente invitato il sessantaduenne sacerdote a dimettersi, lo ha ora rimosso con decorrenza immediata^ dal vicariato di S. Dalmazzo, di cui don Viale era titolare da ben trentatré anni. Il mo-t tivof'&'àà ricercarsi nello* sdoppiamento dell'antica par-i rocchio di S. Dalmazzo de-' dio' Quattro anni fa dal vescovo, allorché istituì una seconda parrocchia, quella di « Gesii Lavoratore », sottraendo alla giurisdizione spirituale di don Viale una delle zone di Borgo S. Dalmazzo in più rapida espansione demografica e urbanistica, quella che volge verso Cuneo a cavallo della statale numero 20. Don Viale non fu interpellato, essendo nota la sua avversioni, al progetto della Curia. Il parroco dovette accettare la mutilazione della sua parrocchia, ma lo fece con riluttanza. Fra parroco e vescovo cominciò una polemica in sordina. La situazione è precipitata negli ultimi sei mesi e attraverso due stadi intermedi si è arrivati alla decisione di mons. Tonetti di sostituire don Viale, proponendogli una scelta fra altri incarichi, ma penza cura di anime. Per don Viale è stato un colpo durissimo. Il sacerdote ha ora deciso di appellarsi alla S. Sede. Don Viale è popolarissimo non solo a Borgo S. Dalmazzo. I parrocchiani sono solidali con lui. La popolazione borghigiana è decisa a compiere gesti clamorosi pur di evitare la partenza del suo vicario ed anche l'amministrazione comunale si è già mossa in suo favore. Nel 1939 don Viale'aveva 32 anni, ed era vicario di Borgo da quattro anni. Ebbe il coraggio di parlare, e di scrivere sul bollettino parrocchiale, contro coloro che diseducavano la gioventù indirizzandola a coltivare il mito della guerra e della sopraffazione. Il bollettino fu sequestrato un paio di volte, finché una sera il parroco fu aggredito da una squadracela dì fascisti che lo percossero a sangue, lasciandolo semisvenuto al suolo. Il 2 giugno 1940, a pochi giorni dall'attacco fascista alla Francia, egli invitò dal pulpito i fedeli a stringersi attorno al Papa, unico difensóre della pace « tradita dai potenti che a Monaco avevano promesso di difenderla». Fu arrestato quello stesso pomerìggio. Tradotto davanti al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, venne condannato a 4 anni di confino, da scontare in un paesino sui monti del Molise. Dopo sedici mesi, qualcuno intervenne in sua difesa e il sacerdote potè tornare a Borgo S. Dalmazzo. Ma il 2 giugno del '43'fu convocato dal questore Finucci che lo minacciò un'altra volta del confino. Don Viale è noto anche co me prete partigiano e come salvatore degli ebrei. Nel settembre del '43 arrivarono a Borgo S. Dalmazzo alcune centiiuiia di israeliti fuggiti dal campo d'internamento di St-Martin Vésubie. Don Viale ignorò il bando tedesco che minacciava di morte chi avesse aiutato i fuggiaschi. Quattro anni fa il decreto che istituiva la parrocchia dì Gesù Lavoratore da lui contestata, gli fu notificato il mercoledì con l'obbligo di comunicarlo ai fedeli la domenica successiva. Nell'ottobre del '68 ricevette una lettera dell'arcivescovo che lo esortava caldamente a rinunciare alla parrocchia. Naturalmente don Viale si oppose. L'8 maggio scorso una bomba a del sereno: monsignor Tonetti gli comunica il primo decreto di destituzione che gli concede un congruo periodo di tempo per lasciare la parrocchia. Dòn Viale ricórre immediatamente,., eccependo l'insufficiente, deduzione dei motivi della rimozione. Altrettanto pronta è la replica di mons. Tonetti, che il 13 maggio, con un secondo decreto, fissa a don Viale il termine perentorio del 31 maggio per lasciare la parrocchia, « ritenendo la sua presenza non più efficace sotto il profilo pastorale a causa del suo atteggiamento non conforme a disciplina, rispetto" e carità delle ragioni che determinarono la creazione della parrocchia di Gesù Lavoratore ». Don Viale ha tempo fino al 23 per inoltrare ricorso alla Congregazione del Clero e del Laicato: lo farà sicuramente e in quella difesa lo assisterà l'avv. Piero Ci protti, di Roma. À Borgo,è stata frattanto promossa, con atto notarile, una raccolta di firme per sollecitare la permanenza, di don Viale. Dedne dì ex partigiani-gli hanno espresso la loro solidarietà, oltre a numerosi' confratelli. Il siridaco, prof. Rosso, ha già- interceduto presso il vescovo ed è in programma una grande manifestazione pubblica, con corteo, a Cuneo. Nino Manera D d Vl d B S Dl Don Raimondo Viale, parroco di Borgo S. Dalmazzo