Bonn: dura polemica sul futuro del marco di Tito Sansa

Bonn: dura polemica sul futuro del marco Il Governo, diviso, ha sfiorato la crisi Bonn: dura polemica sul futuro del marco L'energico intervento di Kiesinger al Parlamento ha riportato la calma - Dopo il « no » alla rivalutazione « bisogna lottare contro la speculazione e frenare l'aumento dei prezzi » (Dal nostro corrispondente) Bonn, 14 maggio. Ormai sembra certo che il marco non verrà rivalutato fino a dopo le elezioni politiche tedesche del 28 settembre. Le ultime gravi differenze tra i « rivalutatori » (il ministro dell'Economia Schiller, appoggiato dagli esperti) e i «resistenti» (il ministro delle Finanze Strauss, sostenuto dall'industria esportatripe e dai contadini) sono state appianate oggi, dinanzi al Parlamento di Bonn, da un deciso intervento moderatore dèi cancelliere Kiesinger,. il quale ha gettato olio sulle acque ih tempesta, invitando tutti a rimboccarsi le maniche e a «lottare contro la speculazione e gli aumenti dèi prezzi». «In questo momento, —' ha affermato con energia Kiesinger — quello che conta è di spezzare l'ondata di speculazione e di far uscire il " denaro caldo " dalla Germania ». E' stato un dibattito duro, il più acceso dopo quelli dell'autunno 1962 per l'« affare Spiegel », e per taluni aspetti strano. Il governo, invitato dai liberali (che sono all'opposizione) a rendere ragione della mancata rivalutazione del marco e delle responsabilità della speculazione internazionale, si è diviso: il cristiano 'sociale Strauss e il socialdemocratico Schiller si sono accusati a vicenda, il cancelliere Kiesinger è stato tacciato di incompetenza. Si è stati quasi al limite della rottura, della crisi di governo. Ma poi gli interessi elettorali hanno . prevalso, tutti hanno mostrato intenzione di rimanere sulla barca in tempesta e hanno accettato l'Invito di Kiesinger a prendere i remi in mano e a tenerli per i prossimi mesi. Il socialdemocratico Schiller ministro dell'Economia, che si è trovato nella penosa situazione di difendere una decisione da lui osteggiata (quella di non rivalutare il marco), è stato abile. Ha detto di essersi piegato al volere della maggioranza del governo, benché ritenga tuttora che la rivalutazione sia necessaria, se la Germania Federale vorrà evitare l'inflazione. A dimettersi (come gli è stato proposto), non ci pensa, perché è sub dovere di ministro di « impedire qualsiasi danno al popolo tedesco ». come disse nel giuramento da lui prestato, quando entrò a far parte del governo. Secondo il ministro, non è il momento di discutere, ma di agire; 1 Strauss, avversario della rivalutazione, ha addossato al suo collega di governo Schiller la colpa di avere provocato il « surriscaldamento » dell'economia tedesca e pertanto la speculazione, e di batterai per la rivalutazione, fornendo cifre false. Schiller ha risposto, accusando Strauss di avere dato l'avvio alla speculazione dicendo che il marco sarebbe stato rivalutato dell'8-10 per cento e di voler imporre una politica dirigistica. Le posizioni si sono insomma invertite: i socialdemocratici hanno pronunciato un atto di fede per l'economia di mercato e contro il dirigismo e l'economia controllata, i democristiani e i cristiano sociali, eredi di Erhard, han¬ no sostenuto idee dirigistiche e l'economia pianificata. Si è giunti all'assurdo che i liberali, i1 quali hanno dimostrato di divertirsi agli scontri tra 1 membri del governo, hanno applaudito i socialdemocratici. Un ponte è stato gettato oggi tra le due sponde opposte, per quanto riguarda il problema del marco (nel pomeriggio il governo ha approvato le «misure Mancheggiatrici » e i « surrogati » proposti ieri dal «Gabinetto economico »). Ma l'abisso tra democristiani e socialdemocratici si è approfondito e allargato, '. Tito Sansa

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