Recitano i figli della Torino «bene»
Recitano i figli della Torino «bene» Spettacolo di beneficenza, per l'alta società Recitano i figli della Torino «bene» La Torino « bene » recita in teatro. Un'improvvisata compagnia di giovani dai cognomi illustri ha presentato ieri sera al Carignano una commedia musicale scritta dagli stessi interpreti: « If you can't beat them, join them », ovvero: « Se non puoi batterli, unisciti a loro ». Hanno riscosso applausi da un folto pubblico composto esclusivamente di genitori, familiari, conoscenti, invitati per dare il loro generoso contributo ai fini benefici della rappresentazione. Una specie di «Quando il Tevere è blu» (il famoso spettacolo della haute romana di dieci anni fa), portato' sulle rive del' Po. Messo su con minor sfarzo, con una modestia tutta piemontese. Anche se, scorrendo l'elenco degli interpreti, si leggono nomi come quelli di Pier Andrea e Gian Paolo Peyron, fifli dell'ex sindaco di Tori*no, Carlo - Ricceti,. rampollò deiràmnìiragliof Wàncesca Bbringbieri/Elisaoetta e Bea-trice Reyneri, Maurizio Remmert, Vlnny. e Carlo Alfonso Buffa di Perrero, Lio Biscaretti, Giorgio Brihatti, Cetlna Catella, Cristina Gattamelata, Cristiano Gutermann, Maria Giulia Sanfront, Pia Mazzoni, Augusta d'Incisa. Hanno provato lo spettacolo per cinque mesi, sotto la regìa di Alessandro Roccavilla, «strappando le'ore libere allo studio o alla domenica sugli sci ». In questo periodo, c'è stato il tempo perché nascessero piccoli flirt fra i protagonisti, facilitati dal fatto « di esser tutti parte di uno stesso ambiente ». Ieri sera sulla scena, tutti si sono prodigati con entusiasmo. Il testo del « musical » era fragile, né del resto aveva grandi pretese: uno sguardo fra l'ironico, lo scettico, il qualunquistico alla realtà d'oggi. Ruggero Orlando si è mescolato a Pietro Nenni, il maoismo e la contestazione ai giri di valzer, il caos urbano alla Monferrina. Un'occasione per lanciare in pubblico un imitatore, un prestigiatore, alcuni cantanti, è nel.contempo offrire alle graziose fanciulle in minigonna e pantaloni della haute torinese la possibilità di portare il loro indiavolato shake dalle sale delle case private al palcoscenico del Carignano. Perché questi giovani hanno pensato proprio a uno spettacolo teatrale? «Per dimostrare — dice Pier Andrea Peyron — che non siamo solo capaci di andare a spasso per via Roma o star seduti al bar». Non c'erano altri modi per dimostrarlo? « Certo, ma questo ci è sembrato il più divertente ». Non avete avuto paura di contestazioni? « Un po', fino all'ultimo. Ma in fin dei conti non ce ne era motivo: siamo o studenti o persone che lavorano. Anche se abbiamo un cognome illustre, al quale restiamo attaccati ». c. sart. Un gruppo di giovani attrici sul palcoscenico del Carignano, prima di iniziare la rappresentazione (f. Moisio)
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