Importante accordo tra Fiat e Jugoslavia

Importante accordo tra Fiat e Jugoslavia Firmato ieri ad AJbbaxist Importante accordo tra Fiat e Jugoslavia I cantieri "Viktor Lenac" hanno acquistato la licenza per costruire i "grandi motori" dell'industria torinese - Funzionari jugoslavi sottolineano la crescente collaborazione di Belgrado con l'Italia (Dal nostro inviato speciale) Abbazia, 9 maggio. : Nel quadro dell'« Accordo generale di collaborazione economica industriale e tecnica», stipulato tra Italia e Jugoslavia nel 1964, è stato sottoscritto oggi un importante contratto tra la Fiat Grandi ^Motori e il Cantiere Viktor Lenac che fa parte della società Jadraribrod. Con questo contratto la Fiat ha concesso la licenza per la costruzione di grandi motori in Jugoslavia alla Jadranbrod, che raggruppa i sei più grandi cantieri jugoslavi: due a Fiume, uno a Pola, Spalato, Traù e Kraljevica. La Jadranbrod potrà ora produrre, presso le proprie officine, l'intera gamma dei motori Fiat a due tempi fino alle massime potenze ed i motori Fiat a quattro tempi, compresi quelli a media velocità, esclusi soltanto i motori ferroviari che vengono costruiti in Jugoslavia dalla società Litostroj di Lubiana su licenza Fiat. . Inoltre il Cantiere Viktor Lenac di Fiume diventa « una base di service autorizzata per la riparazione e la manutenzione dei motori Diesel Fiat in Jugoslavia» e potrà quindi fornire l'assistenza tecnica ai motori Fiat installati su navi di qualsiasi bandiera che faranno scalo nei porti jugoslavi. La collaborazione si svilupperà anche nel campo tecnico con un continuo scambio di informazioni. Tra l'altro la Fiat è impegnata « a dare alla Jugoslavia, nel campo dei grandi motori, ampia consulenza sia per la attrezzatura delle officine di produzione e riparazione, sia nel corso della costruzione dei motori». Con l'entrata in funzione della base presso il Cantiere Viktor Lenac, la Fiat aggiunge un « punto » di assistenza alla rete di servizio che ha nel mondo per i motori marini. Per contro le « basi di servizio » della Fiat Grandi Motori, in Italia e all'estero, saranno a disposizione anche delle navi con motori Fiat costruiti in Jugoslavia. La Jadranbrod, nei suoi cantieri, oggi può costruire navi mercantili di qualsiasi tipo fino alla portata di duecentomila tonnellate. Ha officine meccaniche che producono già motori Diesel ed è quindi in grado di dare immediatamente corso alla produzione di motori Diesel Fiat. Negli ultimi anni i cantieri jugoslavi hanno costruito una quarantina di navi (parecchie per Argentina, Grecia, Inghilterra, Norvegia, Polonia, Svezia e Stati Uniti), equipaggiandole con motori Fiat realizzati in Italia. Ora saranno in grado di fornire motori Fiat prodotti ih Jugoslavia. La ratifica dell'accordo è avvenuta nel corso di una cerimonia svoltasi ad Abbazia. La signora Neda Andric, sindaco di Fiume, ha rivolto agli intervenuti un caloroso saluto: «I progressi della tecnica — ha detto — rimpiccioliscono il mondo. Quello che ieri sembrava grande è diventato piccolo; quello che sembrava lontano è oggi vicino. Segnare il passo non va bene. E' necessario superare i confini e stringere accordi tra le aziende ». Il governo italiano era rappresentato dal sottosegretario all'Industria on. Lattanzio. Per la Fiat hanno firmato i protocolli l'ing. Giuliano Di Stefano direttore della Divisione Mare e il presidente della Grandi Motori di Trieste ing. Guido Vignuzzi. Per la società Jadranbrod il direttore ing. Winkler e per i Cantieri Lenac il direttore generale ing. Lukes. « La Fiat — ha ricordato l'ing. Di Stefano — è stata la prima industria italiana, e forse europea, a comprendere l'importanza dell'evoluzione industriale della Jugoslavia e, sin dall'immediato dopoguerra, ha dimostrato di desiderare una concreta collaborazione con questo paese amico. Questa collaborazione è da tempo "ur.a realtà sperimentata attraverso un lungo lavoro in comune ». L'ing. Di Stefano ha citato tre settori principali della presenza Fiat in Jugoslavia: il campo navale, l'automobilismo ed il settore ferroviario. In campo navale la collaborazione già in atto viene ampliata con l'accordo odierno. Per l'automobile, fin dalla nascita, l'industria jugoslava si è appoggiata alla tecnica Fiat e la collaborazione con la fabbrica « CZ » di Kragujevac è passata ora « da accordi dì produzione su licenza, ad accordi anche finanziari che permetteranno alla " CZ " di raggiungere più efficienti mete produttive ». Nel settore delle ferrovie, la Litostroj di Lubiana, produce motori ferroviari. Altro fattore importante, specie nel V campo navale, sarà rappresentato dalla costruzione a Trieste, in prossimità della frontiera, del nuovo stabilimento Grandi Motori realizzato dalla Fiat e dall'Ili. « E' un esempio — ha affermato l'ing. Di Stefano — di collaborazione tra mdwstria privata e statale. Sarà lo stabilimento più moderno del mondo. Potrà produrre motori per una potenza totale di 650 mila cavalli nell'anno: in pratica il volume produttivo che oggi è realizzato negli stabilimenti di Torino, Genova e Trieste. Presso lo stabilimento di Trieste saranno trasferiti gli uffici tecnici e di progettazione della Grandi Motori di Torino e taluni laboratori». L'ing. Vignuzzi ha soggiunto: «Il nuovo stabilimento acquista un particolare significato per la collaborazione con la Jugoslavia se si considera che è appena ad ottanta chilometri dai cantieri di Fiume, cento da quelli Vi Pola e quattrocento da quelli di Spalato». L'ing. Winkler della Jadranbrod ha detto: « La Fiat Grandi Motori è stata la prima a tendere la mano alla nostra industria cantieristica. Per noi ciò ha rappresentato la possibilità di collaborare con una delle più antiche aziende che ha saputo aprire ai suoi prodotti tutte le strade del mondo. Ora abbiamo fatto un altro passo avanti sulla strada del lavoro comune ed è un passo importante perché ì cantieri jugoslavi costruiscono navi per le marine di venticinque paesi». L'ing. Lukes della Lenac ha soggiunto a conclusione dell'incontro: « L'accordo odierno non è solo un otto., affare. A mio giudizio ha significati più ampi: rappresenta lo sviluppo di una collaborazione ormai tradizionale e proficua e offre la piattaforma per altre azioni comuni nel campo del lavoro ». Sergio Devecchi