La figlia di Ippolito e Paolo Graziosi arrestati in teatro per linguaggio osceno di Ippolito

La figlia di Ippolito e Paolo Graziosi arrestati in teatro per linguaggio osceno A M0KTEPULCIA1S0, IH UNA COMMEDIA DI DACIA MARAINI La figlia di Ippolito e Paolo Graziosi arrestati in teatro per linguaggio osceno Sono stati portati in carcere con gli altri tre attori della compagnia - Stupore e vivaci reazioni negli ambienti teatrali - Lo spettacolo era già stato rappresentato in tutta Italia (Nostro servizio particolarej Roma, 5 maggio. Cinque attori da sabato sera si trovano in stato di arresto nelle carceri di Montepulciano sotto l'accusa di atti osceni in luogo pubblico e turpiloquio. Sono Angelica Ippolito, figlia dell'ex segretario del Cnel, Paolo Graziosi, Carlo Cecchi, Antonio Bertorelli ed Eugenia Besenval, che nella cittadina toscana rappresentavano una commedia di Dacia Maraini, Ricatto a teatro. La notizia a Roma ha su- scitato vivacissime reazioni. Stupore ed incredulità si mescolano allo sdegno negli ambienti letterari e teatrali. Una sorella di Angelica Ippolito, che era partita per seguire da vicino la vicenda, non si è potuta incontrare con la ragazza. Nel pomeriggio i giovani sono stati interrogati da un magistrato, ma sull'esito del colloquio è stato mantenuto il più stretto riserbo. L'arresto è avvenuto sabato sera, nel teatro gremito di pubblico, in seguito a provvedimento del sostituto procuratore dott. Federico Longobardi su un rapporto steso dal comandante della compagnia di carabinieri, tenente Rutili, il quale la sera prima aveva assistito alla rappresentazione. Gli attori sono accusati di aver aggiunto di propria iniziativa delle parole sboccate alle battute del copione. Sembra anche, ma all'interessata non è giunta alcuna comunicazione ufficiale, che la stessa Dacia Maraini sia stata denunciata in base agli articoli 528 e 529 del Codice penale. Il giudice avrebbe. ravvisato nel testo della commedia gli estremi per una incriminazióne per scritti contrari alla morale. La Maraini ci ha detto per telefono: « Sono costernata e non so che dire. Sono stata già denunciata due volte per oscenità — per un libro di poesie ed un racconto, pubblicato su due riviste, inserito in tre antologie e tradotto all'estero — ma sono poi sempre stata assolta. Il carcere, comunque, è un'altra cosa. Ancor più sbalorditivo è che la commedia l'anno scorso debuttò a Roma e fu replicata per 40 giorni fra la capitale e città di provincia. Quest'anno è stata ripresa e, dopo dieci spettacoli a Roma, ha girato un po' per tutt'Italia. E' siata rappresentata a Torino, Bologna e Firenze. Era alla fine della torunée ». La Sai (associazione attori), l'Anac (autori cinematografici), la Fils-Cisl e la Uil spettacolo hanno emesso oggi un comunicato per deplorare l'accaduto. Il testo, mentre esprime solidarietà con t cinque attori arrestati chiedendone l'immediata scarcerazione, rileva: « La fattispecie non rientra in quelle per le quali la legge prevede l'arresto obbligatorio: si è trattato quindi di una decisione discrezionale della Magistratura». L'episodio viene commentato con durezza dall'Avantt! di domani: ti Anche a voler seguire il magistrato di Montepulciano — scrive il giornale — ed a voler credere che in effetti la commedia, così come veniva rappresentata in quella città, potesse far sorgere dubbio di reato, resta inspiegabile l'eccesso di rigore con il quale si è provveduto, sic et simpliciter, a mandare nelle carceri mandamentali cinque cittadini che stavano svolgendo il loro lavoro professionale. Ammesso che i reati possano essere effettivamente prospettati è certo che essi non comportano la obbligatorietà del mandato di cattura. Per cui sbalordisce che il magistrato si sia avvalso della sua facoltà di emetterlo allorché a Milano si disquisisce se in effetti fosse o no necessario mandare a San Vittore l'industriale Felice Riva. « Siamo tutti d'accordo sulla necessità dì méttere un limite a certe mode che di artistico hanno poco e di pornografico molto: ma non è certo questo il modo di farlo. Il rigore va usato in ben altre occasioni e per ben altre, più meritevoli cause ». 1. mad.