I lavoratori pagano sui loro salari i conti dei grandi evasori fiscali?

I lavoratori pagano sui loro salari i conti dei grandi evasori fiscali? I lavoratori pagano sui loro salari i conti dei grandi evasori fiscali? E' il tema di un convegno svoltosi ieri - La relazione del dott. Nesi: «II sistema tributario italiano è ingiusto » - Un confronto con altri Paesi europei Per iniziativa dei sindacati elettrici del Piemonte Cgil, Cisl e UH, si è svolto ieri alla Galleria d'arte moderna un convegno sul terna: « E' vero che l lavoratori italiani pagano sui loro redditi i conti del grandi evasori fiscali? ». Il dott. Nerio Nesd, vice presidente della Cassa di Risparmio, ha detto che 11 sistema tributarlo italiano « è ingiusto ». Finora tutti 1 tentativi di riforma « sono falliti, compreso l'ultimo fatto da Vanonl nel '50 ». Ha illustrato alcuni dati. Nel '66 l'ammontare del gettito tributario è stato di 6860 miliardi. L'imposta sul patrimonio e sul reddito ne ha forniti 1835. La quota della complementare, unica imposta progressiva, è stata di soli 180 miliardi, pari al 2,5 per cento del gettito totale. « E' questo il motivo per cui aumentano le imposte indirette che gravano sui consumi e sugli scambi ». Altri dati riguardano la ricchezza mobile. SI riferiscono al '65. la cat. A — puro capitale — ha fruttato 402 miliardi. La categoria B — imprese — 2 mila miliardi. La cat. CI — professioni — 850 miliardi. La C2 — lavoratori dipendenti — 6600 miliardi. La forte differenza tra 11 contributo del lavoratori e quello delle imprese è dovuto al fatto che queste ultime « beneficiano dt maggiori esenzioni. L'imponibile è calcolato al netto, detratte tutte le voci che contribuiscono alla formazione del reddito. Per i lavoratori dipendenti si colpisce invece tutta l'entrata ». Nella complementare l'unica detrazione consentita per 1 redditi di lavoro è quella di 50 mila lire per ogni familiare a carico oltre alla quota esente di 240 mila lire. A proposito di questo minimo imponibile il dott. Nesi ha detto che « è uno scandalo, perché invariato dal '47, quando t salari e gli stipendi erano di 35-40 mila lire al mese ». L'oratore ha poi fatto un breve paragone con altri Paesi. In Italia, Francia e Germania 11 gettito delle Imposte a carico del lavoratori è uguale. In Inghilterra e Svezia è più alto. Ma in questi due Paesi c'è la sicurezza sociale che si paga con le tasse. In Italia gli oneri della mutua e previdenze gravano sulla bustapaga e sulle Imprese. Ma ciò fa aumentare il costo del lavoro e le retribuzioni sono limitate rispetto a quelle di altre nazioni. Il dott. Nesi ha ricordato che esiste un progetto di riforma basato sulla unificazione e personalizzazione delle Imposte diret¬ te (ricchezza mobile, complementare, famiglia) che dovrebbe eliminare le evasioni oggi del 50 per cento. Ma presenta dei pericoli. Aumenteranno le aliquote e nella busta-paga il lavoratore troverà un salarlo diminuito. Inoltre « c'è il timore, almeno all'inizio, di una contrazione del gettito. Il governo si rifarà sulle due imposte sicure: quelle dirette sui redditi del lavoro dipendente e quelle indirette sut consumi ». L'oratore ha chiesto che i redditi di lavoro siano 'discriminati. Abbiano cioè un sistema fiscale diverso. Il minimo esente deve essere aumentato. La complementare deve colpire 11 guadagno effettivo netto come per l'impresa. Tutte le esenzioni fiscal' -onuesìs alle Industrie devono essere estese 'ai lavoratori dipendenti. Il convegno si è concluso con la nomina di un comitato composto di rappresentanti di tutte le categorie. Promuoverà un'azione sindacale, se occorre sino allo sciopero, per ottenere che l'imponìbile esente sia elevato a 960 mila lire. Nel frattempo si dovranno predisporre gli strumenti per una discriminazione tra redditi di lavoro e di puro capitale ed una parificazione degli accertamenti.

Persone citate: Nerio Nesd, Nesi

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Piemonte, Svezia