Entusiasmi pericolosi
Entusiasmi pericolosi IN CAMPO Entusiasmi pericolosi (Il ciclismo, che non è in crisi, deve difendersi dagli eccessi di passione e dagli errori organizzativi) Primo maggio, si corre il Giro di Romagna. La gara è piuttosto scialba, il gruppetto dei primi s'arrampica sulla rampa di Monte Carla, l'ultima salita. C'è, ai bordi, una grande folla. Gli automezzi pubblicitari avanzano a fatica, finché, ad una •curva, uno di questi giganteschi camion si blocca. L'intera carovana si ferma. Sopraggiungono i corridori. Adorni capisce al volo la situazione, smonta di sella, attraversa un prato, supera l'ostacolo .bicicletta a spalle. Gli altri atleti seguono l'esempio del campione del mondo, la corsa, bene o male, continua il suo cammino. Il plotone di testa, composto da 23 atleti, è diventato forte di 45 ciclisti, c'è il giustificato dubbio che qualcuno abbia messo a profitto il robusto intervento della « compagnia della spinta ». Bene o male, nella confusione alla quale più non si può porre rimedio, si giunge al traguardo, fissato a Lugo. Volata regolare: 1. Zandegù, 2. Motta, 3. Taccone. Ora, chissà se la gara sarà omologata oppure no, vien voglia di augurarsi di si, per non privare Zandegù di un successo, in fin dei conti meritato. Comunque, l'episodio della salita bloccata sottolinea ancora una volta un problema da affrontare al più presto, nel tentativo di trovare una soluzione. L'argomento è d'attualità, specie adesso che il Giro d'Italia batte alle porte. E fa tornare in mente altri « momenti » poco piacevoli, ci ricordiamo un arrivo di tappa a Salerno, proprio in un Giro, una volata raccapricciante che si spegne contro un muro di spettatori che hanno superato ogni barriera; oppure le Tre Cime di' Lavaredo del '67, i tifosi che letteralmente perdono la testa e si mettono a spingere tutti i corridori, con" cosi smaccata energia da obbligare i responsabili della gara ad annullare ir risultato della tappa. Abbiamo scelto due esempi tra i più clamorosi, ma anche quanto è capitato giovedì in Romagna è cosa seria; questo ciclismo, eternamente capace di suscitare il palpito della passione più schietta, se davvero vuol continuare per la sua strada, deve tassativamente disciplinarsi. Ci sono particolari evidenti, eppure si chiudono gli occhi per non vederli, a cominciar dal programma ormai troppo pieno, con i dirigenti internazionali e nazionali che si dichiarano d'accordo e che, ad onta delle promesse, ogni anno aggiungono corse al calendario; e si arriva così ad aprile con molti atleti già « usati », mentre altri adottano il sistema della superprudenza, mai che si impegnino a fondo, sostenendo sempre di risparmiare energie per la prossima gara. E gli organizzatori, che pure hanno molti meriti, pervasi come sono da un sincero fervore, hanno preso il gusto della ricerca dell'inedito. E' vero, è sempre più difficile trovare tracciati disponibili, dove il convulso traffico dei giorni dì festa consenta d'instradare competizioni ciclistiche ed è altrettanto vero che, se i tracciati sono lievi, i corridori trovano comoda scusa per andar intruppati al piccolo trotto. Ma lo scoprire stradine strette e tortuose, spesso è rimedio utile solo sulla carta, che la realtà traduce poi in terreno di palesi irregolarità, queste rampe « nuove » rappresentano In sostanza autentici trabocchetti, poiché poche macchine e scarse centinaia di spettatori possono fare ingorgo. H ciclismo non è in crisi, anzi è sport vivo e vitale che esercita sulle masse il richiamo di sempre. Sta preparando un Giro ricco di palpitanti motivi, nella sfida tra Merckx e Gimondi, con parecchi altri protagonisti dietro le quinte, pronti a balzar sulla scena per agire da primi attori. L'episodio del Giro di Romagna è un avvertimento: tanto vale preoccuparsi in tempo perché la recita fili liscia e senza Intoppi, qualunque sia il risultato, tenendo il campo sgombro dai «non addetti ai lavori ». Anche se appartengono alla carovana pubblicitaria. Gigi Boccacini
Persone citate: Adorni, Gigi Boccacini, Gimondi, Merckx, Monte Carla, Motta
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