Rinviata a Firenze l'apertura del Maggio: s'è ammalato il tenore

Rinviata a Firenze l'apertura del Maggio: s'è ammalato il tenore Un improvviso contrattempo interrompe la "prima,, Rinviata a Firenze l'apertura del Maggio: s'è ammalato il tenore L'annuncio dato quando già il pubblico affollava la sala - Carlo Bei-gonzi improvvisamente indisposto - Era in programma l'«Aida» diretta dall'indiano Zubin Mehta - Molta eleganza malgrado il timore di contestazioni (Dal nostro invialo speciale) Firenze, 2 maggio. La serata d'apertura del «Maggio musicale fiorentino» è stata sospesa alle 21,35 per l'improvvisa indisposizione del tenore Carlo Bergonzi. Il teatro Comunale era affollato di pubblico, venuto per assistere all'« Aida » di Verdi diretta da Zubin Mehta. L'annuncio della sospensione (dopo ebe i responsabili del teatro avevano invano cercato un sostituto) è stato dato dagli altoparlanti di sala provocando stupore e disagio tra gli spettatori. S'era temuta la contestazione, ma nessuno pensava ad una malattia del tenore. Non sono mancate le vivaci discussioni e le polemiche in sala prima che tutti decidessero di sfollare. In platea v'era un pubblico particolarmente elegante, numerose le personalità e i personaggi. C'erano anche Costantino di Grecia e Maria Gabriella di Savoia; questa era venuta anche per solidarietà con suo cugino Enrico d'Assia autore delle scene dell'*Aida». La giornata era iniziata all'insegna della mondanità senza che nulla facesse prevedere il contrattempo della serata. Abito lungo o abito corto? Lo smoking è di rigore o no? Per tutta la giornata la centralinista del Teatro Comunale di Firenze era stata bersagliata da telefonate che le chiedevano ansiosamente direttive circa l'abbigliamento da adottare stasera per la prima dell'Aida — direttore Zubin Mehta, protagonisti Virginia Zeanl e Carlo "Bergonzi — che doveva aprire solennemente il 32" Maggio musicale fiorentino. Fino alle undici di stamattina la centralinista ripeteva che non esisteva alcuna prescrizione, naturalmente era gradito l'abito scuro. Verso mezzogiorno però il prefetto di Firenze ha fatto sapere alla Sovrintendenza che, per quanto lo riguardava, sarebbe Intervenuto In smoking e da allora la centralinista, generando angosciose perplessità in molti rappresentanti della Firenze-bene, ha cominciato a rispondere che la serata non era di gala, ma 11 prefetto sarebbe intervenuto in smoking. La decisione prefettizia ha contribuito a far pendere la bilancia dalla parte dell'eleganza; quasi tutti :ianno finito per indose are 1 abito da sera. Unica eccezione, semmai, alcune modelle nudelook; una indossava addirittura un due pezzi di cuoio, stile cavernicolo. Della temuta contestazione, nessuna traccia. Saia un « Maggio » imponente — 58 giornate, 48 manifestazioni, 4 opere di grande successo, l'Aida, Il ratto dal Serraglio di Mozart, 11 Fidelio di Beethoven, Mose e Aronne di Schoenberg, e poi testi drammatici, balletti, concerti, manifestazioni varie — ma fino adesso è stato senza dubbio il più tormentato dei Maggi musicali fiorentini, quello che con le sue polemiche ha dato l'ultima spallata alla vacillante amministrazione comunale provocandone la recente crisi. Le difficoltà maggiori esplosero l'estate scorsa con le dimissioni del sovrintendente Remigio Paone, logica conclusione di un profondo attrito con il Consiglio d'amministrazione. Secondo i consiglieri, Paone aveva sostanzialmente due colpe: un temperamento alla Ziegfeld, teso più ai grandi spettacoli di successo che alla ricerca di una linea culturale, e una eccessiva larghezza nelle spese (centosei milioni per questa edizione dell'Alda). Per quel che riguardava più specificamente la preparazione di questo Maggio musicale, gli si rimproverava di aver affidato la direzione di tutte le opere maggiori ad un solo direttore d'orchestra, l'indiano Zubin Mehta, trascurando i direttori italiani. I fiorentini, malelingue, parlavano già di « Mehta-Maggio». Paone, da bravo napo letano, non si lasciava chiudere la bocca. Verissimo amava i grandi spettacoli ma proprio con quelli era riuscito a raggiungere il «tetto» di 1700 abbonamenti e di 35 mila spettatori in un anno. I centosei milioni per l'Aida? Niente di straordinario se si tiene conto che lo spettacolo avrebbe avuto sei repliche. Altre volte s'era speso di più. Quanto a Zubin Mehta, il fatto di puntare tutte le carte su un solo grande nome è ormai una abitudine diffusa, serve da richiamo. Alla base del con¬ trasto comunque, c'era una questione di temperamento, Paone aveva una personalità troppo spiccata, pretendeva una larga sfera di autonomia che il Consiglio non intendeva concedergli. La rottura fu Inevitabile. In attesa della nomina del nuovo sovrintendente la guida del Maggio venne praticamente affidata al nuovo direttore artistico: il maestro Roman Vlad. Tanto aristocratico e gentile quanto Paone è sanguigno ed esuberante, Roman Vlad ha imboccato una via molto diversa. Ha affiancato a Mehta due direttori italiani, ha ridotto i costumi dell'Aida da ottocento a quattrocentonovanta, si è rifiutato di firmare un contratto con una cantante che per una sola prestazione pretendeva tre milioni e mezzo. Qualunque possa essere 11 giudizio sui programmi di Vlad, il Teatro Comunale di Firenze aveva bisogno di un sovrintendente. Ma in sette mesi Firenze non è riuscita a nominarlo. Il Consiglio comunale si è riunito cinque o sei volte, ha avanzato nomi degnissimi — il prof. Paolo Barile, l'ex sindaco Lelio Lagorlo, il maestro Massimo Bogianckino — ma i partiti, preoccupati soltanto dell'aspetto politico del problema, non sono mai riusciti a trovare un accordo. Gaetano Tumiati Firenze. Il «foyer» del Comunale affollato dopo l'annuncio del rinvio (Telefoto)

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