Il concerto mozartiano per l'Unione Musicale di Salvatore Accardo

Il concerto mozartiano per l'Unione Musicale Il concerto mozartiano per l'Unione Musicale Con il violinista Accardo ed il pianista Lessona Un gruppo di musiche preziose, e in qualche caso rare, nel secondo concerto mozartiano tenuto per l'Unione Musicale da quella specie di Colleglum Musicum che si raccoglie intorno al violinista Salvatore Accardo e ai pianista Lodovico Lessona, nelle persone della moglie di quest'ultimo. Franca, pianista anch'essa, del violista Luciano Motta e del violoncellista Umberto Egaddi. Costituiscono qualche cosa di simile a quegli eccelsi raggruppamenti che Casals soleva costituire nel suo Festival di Prades, o che tuttora alimenta Menuhin nel Festival di Bath: strumentisti d'alto valore che si radunano pel il piacere di suonare insieme e di esplorare le pieghe meno note del repertorio cameristico. C'è un Mozart fantastico, ardente, imprevedibile e appassionato, ed era rappresentato l'altra sera dalla Sonata in la maggiore K. 305 per violino è pianoforte e dalla Sonata in fa maggiore K.494 per pianoforte a quattro mahi. E c'è 11 Mozart classico, magistrale e severo, quello del Quartetto con pianoforte K. 478 in sol maggiore. Tra le rarità vanno annoverate le trascrizioni per tre archi di Fughe dal Clavicembalo ben temperato e da composizioni del primo figlio di Bach, Wilhelm Friedemann, con Preludi originali. Quello in re minore è una specie d'inquieta interrogazione, ansiosamente ripetuta, a cui la grandissima Fuga ottava del primo libro reca poi l'attesa, solenne risposta. Salvatore Accardo, che ha il dono prezioso di sapere intendere le musiche per il loro verso, individuandone con sicurezza il contenuto musicale ed espressivo, ha imposto un'interpretazione rivelatrice, accentrando il carattere parlante dell'insistente interrogazione mozartiana. La genialità concertatrice di Accardo (senza trascurare, ben inteso, la sua eccellenza strumentale), e la preziosa finezza interpretativa e tecnica di Lodovico Lessona sono i poli intorno a cui si organizza armoniosamente l'equilibrio del complesso, sia nella coniugale « concordia discors », ricca di fermenti e d'indicazioni, dei due pianisti, sia nei complessi cameristici a cui Moffa e Egaddi recano il contributo d'una sicura esperienza strumentale e interpretativa. Vivissimi applausi e replica d'un tempo del Quartetto in mi bemolle, ma perché il pubblico dell'Unione Musicale è più scarso a questi concerti che a quelli d'un singolo pianista o violinista? Forse per la stagione primaverile; ma forse, purtroppo, perché il pubblico non ama tanto Mozart o Beethoven per se stessi, quanto il virtuoso che suona Mozart o Beethoven, e si serve di loro per accentrare su di sé le luci della ribalta, m. m. Biblioteca Filosofica — Oggi, alle 17, all'Università di via Po 17, 11 dott. Domenico Antonio Cardenie ricorderà 1 « Trentacinque anni di "Ricerche filosofiche" ».