Il corredo della sposa

Il corredo della sposa Saper spendere bene Il corredo della sposa Proposte dell'industria con soluzioni accessibili a tutti - Cofanetti già pronti (41 capi di vestiario, 72 capi ecc.) pagabili anche a rate mensili - Una pianificatrice del menu settimanale - La trota è un pesce che si può considerare «magro» Il corredo per le nozze non è più un problema. Bauli con lenzuola ricamate a mano, tovaglie a « punto ombra », fazzoletti con le iniziali, asciugamani con orli a giorno restano ormai un ricordo legato alle bisnonne. La sposa moderna, come dicevamo la volta scorsa, ha la fortuna di potere scegliere e acquistare anche all'ultimo momento. Ci scrive una ragazza « moglie fra tre mesi »: « Abbiamo pensato alla casa, ma ora ci troviamo di fronte al capitolo del corredo. Come possiamo risolverlo onorevolmente, tenendo conto che i risparmi — messi da parte con fatica — sono quasi svaniti? A chi tocca la spesa? Alla mia famiglia o a quella di Mario? ». ** Mario, per chi non lo sapesse, è il fidanzato della « moglie fra tre mesi » che ha dimenticato di dirci il suo nome. Ma le rispondiamo lo stesso. Al corredo dovrebbe provvedere la sposa, ma in tempi di « contestazione » (e anche prima) non c'è nulla di strano se anche quella dello sposo dà il suo contributo. Corredi ormai ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le borse. Una delle aziende più note e importanti nel settore biancheria e con filiali in tutte le città d'Italia, ha creato una serie di « proposte » acquistabili anche a rate. Il corredo in cofanetti da comprare a rate Si tratta di cofanetti, ognuno dei quali contrassegnato da nomi leggiadri e completi di tutto l'occorrente per letto, tavola e bagno. Il marchio su ogni capo garantisce la qualità. Si possono trovare in vendita nei negozi che portano il contrassegno della ditta produttrice. Qualche esempio? C'è il cofanetto di 41 capi: costa settantaduemila lire, è pagabile in dodici rate da 6 mila lire l'una. Contiene due lenzuola per sotto orlate a giorno; due per sopra con bordi fantasia e ricami; otto federe; un servizio da tavola per dodici ed uno per sei in cotone damascato e stampato; due sets all'americana in lino; due com pleti da bagno in spugna (due teli grandi, quattro asciugamani, due «ospiti»); nove asciugatoi da cucina; due completi da cucina (quattro asciugatoi e due grembiuli). Questo corredo si può arricchire con un altro cofanetto, per sola biancheria da letto, E' composto da 11 capi, costa 56 mila lire (dodici rate ciascuna da 4700 lire). Contiene due lenzuola di sotto, quattro di sopra, otto federe, una sovraccoperta in cotone operato. Tiziana F., Carla Baldissone, Pierina G., Pina E. hanno a loro disposizione somme un po' più consistenti. Potrebbero andare in cerca del corredo da 72 capi, prezzo 207 mila lire, pagabili in 18 rate da 11.500 lire ciascuna. E' completo per tutti i settori ed è molto grazioso. Comporre a pezzo a pezzo il proprio corredo Parecchie ragazze preferiscono, ci dicono gli esperti, comporre il corredo su misura del proprio gusto. Per loro non c'è che l'imbarazzo della scelta perché in commercio — preparati dall'industria — esistono tutti i « pezzi staccati » in una gamma di prezzi tale da rispondere a tutte le esigenze. Qualche esempio: un lenzuolo a doppia piazza, completo di federe, costa da 3 mila a 20 mila lire. Anche i più modesti si presentano bene, perché sono rifiniti con bordi colorati o con orli a giorno. I prezzi delle tovaglie variano da 4 mila a 20 mila secondo se sono in cotone o in lino, se per 6 o per 12 persone. Gli asciugatoi da bagno in lino, con orlo ricamato, sono in vendita a 1200-1300 lire; in spugna da 700 a 5 mila lire. Le quotazioni variano con il formato. Che cosa consiglia la moda alle spose di quest'anno? Gli esperti dicono: « La casa deve essere colorata, anche le lenzuola non fanno eccezione: tinte delicate, si capisce, rosa, azzurro o giallo paglierino punteggiate di piccoli fiori ». Il bianco, per ora, domina nelle lenzuola di sotto, ma anche qui si fa strada il colore. Le tovaglie poi sono coloratissime; per essere « al passo » si preferiscano i grandi fiori di campo o disegni astratti a tinte contrastanti. Il mena della lettrice con 75 mila lire mensili Richiesta di consigli da alcune lettrici, la « pianificatrice dei menu » signora Annamaria Innocenti (marito e due bimbi con 75 mila lire mensili per le spese tranne affitto e vestiario) cosi scrive da Firenze: « Non ho nien¬ tdfnginmmcsdsleLcldalclccndvnldvPdp1ndmpt7latgettms te da insegnare, a nessuno, ' dato che faccio quello che farebbe qualsiasi mamma che non vuole partecipare a una gara ma cerca la soluzione ideale per una realtà comune a quella di tante altre madri. Ecco un esempio di menu settimanale, il tutto condito con tanto affetto e serenità: . «Domenica: minestra in brodo, uova sode e piselli; alla sera minestra in brodo, insalata di pomodori, formaggio e budino (totale lire 1580). Lunedì: spaghetti al burro, crocchette di carne (con il lesso che è servito al brodo del giorno prima) e spinaci; alle sera riso con prezzemolo, fettine di carne ai ferri con purea di patate (totale lire 1040). Martedì: risotto con carciofi, pollo arrosto con patate e insalata; per cena quadrucci in brodo (dado) con piselli, uova sode, verdura all'olio e formaggini (totale lire 1610). Mercoledì: minestra di verdura e ditali, carciofi ripieni di uova e formaggio, pomodori. Per cena: minestrina con dado, polpettone di carne con patate al burro (totale lire 1070). «Giovedì: "penne" al forno, tortino di carciofi, pomodori ripieni; per cena sformato di carne (avanzo del polpettone), di patate e bietola; insalata (totale lire 750). Venerdì: zuppa di fagioli, con cavolo nero e pane avanzato. Se ne mangia tanta che dopo basta il formaggio; per cena riso al burro e sformato di zucchine (totale lire 960). Sabato: risotto con piselli, costolette alla milanese con patate fritte e sedano in umido. Alla sera crema di pomodori, crocchette di patate con prosciutto e mortadella. « Devo dare alcune spiegazioni — dice la signora Innocenti — adopero parecchie uova perché le compro in campagna freschissime a 30 lire l'una. Mi provvedo di carne al supermarket, con notevole risparmio. Compro la frutta una volta al mese al mercato generale: una cassa di 15 chili di mele, una di arance e banane, in tutto 3500-4000 lire. Mi rifornisco di olio e vino una volta l'anno. La colazione è a base di latte (1050 lire settimanali), pane (altrettanto) e marmellata: la confeziono io quando la frutta costa poco; 10 chili mi sono venuti a costare 3500 lire. Data la tenera età del mio "^imbo più piccolo, il suo menu è a parte: 15 mila lire mensili ». I dubbi delle gentili signore anziane « Siamo un gruppo di signore anziane; durante l'estate andiamo in montagna in un paese dove vi sono molte trote non di allevamento. Siccome non possiamo mangiare pesci grassi, avremmo tanto piacere che la dietologa da loro parecchie volte interrogata, dicesse se la trota è un pesce magro o grasso. Speriamo di leggere la risposta su una prossima puntata; anzi siamo certe che non ci negheranno questo favore. Vogliano scusarci e accettare i nostri ringraziamenti. Per tut¬ te L. A. Gozzolo da Genova Quinto ». ** Si affretta a rispondere la dottoressa Luciana Morisio Guidetti, dell'istituto di fisiologia' umana dell'Università di Torino. « Variabilissima è la composizione percentuale dei lipidi (grassi) dei pesci: da un minimo dello 0,3 per cento al 20 per cento e più. Si possono quindi distinguere i pesci in: magri, con lo 0,3-5 per cento di grassi (alici, dentice, luccio, rombo, sogliola, trota, tinca, palombo, merluzzo e tra i crostacei l'aragosta e il.gambero); semigrassi, con il 6-10 per cento di lipidi (triglie, cefalo, sardine fresche, aringa, ecc.); grassi, con l'I 1-20 per cento e. oltre (salmone, anguilla di mare e di fiume). « La scelta del processo di cottura può, ovviamente, influire sul tenore in grassi. La trota ne contiene circa il 3 per cento, quindi può essere senz"altro annoverata tra i pesci magri, (n. d.r.: meglio ancora — per chi ha le preoccupazioni delle gentili lettrici anziane —, se verrà consumata bollita con un poco di limone, anziché fritta nel burro). « Il grasso dei pesci è costituito in prevalenza da acidi grassi " insaturi " ossia da quelli che sono indispensabili in ogni epoca della vita e particolarmente raccomandati nell'età avanzata. Se la quantità e la qualità dei grassi della dieta deve essere costantemente controllata, non si deve dimenticare che essi racchiudono in piccolo volume un alto valore calorico e sono insostituibili veicoli delle vitamine liposolubili (A,D, E,K). Queste vitamine, infatti, non possono essere assorbite in assenza di grassi. I lipidi hanno quindi più di una funzione specifica: molti timori sul loro consumo sono ingiustificati ». Simonetta

Persone citate: Annamaria Innocenti, Carla Baldissone, Genova Quinto, Luciana Morisio Guidetti, Pierina G., Pina E., Tiziana F.

Luoghi citati: Firenze, Italia