La Stampa - Consultazione Archivio

Si sfracella a Lecco dal monte ch'era franato domenica scorsa Si sfracella a Lecco dal monte ch'era franato domenica scorsa La vittima è un alpinista ventiquattrenne di Vimercate - Giunto sulla vetta s'è appoggiato a un masso instabile: improvvisamente il macigno ha ceduto e il giovane s'è ucciso con un salto di 500 metri LECCO, lun. matt. Tre giovani alpinisti, incuranti della fama di pericolosità del Monte San Martino (che domenica scorsa, con una frana, uccise sette persone) hanno voluto scalarlo lungo il Corno Medale ma uno di loro, precipitato dalla cima, s'è sfracellato sul ghiaione ai piedi della parete. Il Corno Medale è uno sperone roccioso che è tre-. quente palestra per gli arrampicatori con i suoi 500 metri di strapiombo verticale e la varietà di difficoltà a livello notevole. Il terzetto di alpinisti era composto da Giuseppe Verderio di 24 anni da Vimercate, Diego Pallavicini di 21 da Sesto San Giovanni e Giancarlo Mauri di 22 anch'egli da Vimercate. Gli scalatori hanno attaccato la parete ieri mattina alle 10 e l'impresa è stata compiuta i regolarmente. Alle 12,30, superate senza danni diverse asperità, i tre giovani stavano slegandosi in cima al Corno quando il Verderio, che già si era liberato dalla corda, s'è appoggiato a un masso sul bordo del precipizio, un istante dopo è precipitato col macigno che evidentemente era in equilibrio instabile sul costone franoso del Monte San Martino. Il Verderio è rimbalzato un paio di volte sulle rocce, poi è precipitato per 450 metri. La morte del giovane è stata istantanea, per sfondamento cranico e per la frattura delle braccia e delle gambe. I due compagni di cordata sono scesi lungo la via normale a dare l'allarme e prontamente sono intervenuti i « ragni » che hanno provveduto al recupero del cadavere. La salma è stata provvisoriamente composta nella camera mortuaria dell'ospedale, a disposizione della autorità giudiziaria. g. g