Un bel concerto mozartiano di Salvatore Accardo

Un bel concerto mozartiano Un bel concerto mozartiano Al Conservatorio, per l'Unione Musicale, con Accardo, Molla, Egaddi, Lodovico e Franca Lessona - Stasera il secondo programma Salvatore Accardo (violino), Luciano Moffa (viola), Umberto Egaddi (violoncello), Lodovico e Franca Lessona (pianoforte) hanno eseguito lunedì al Conservatorio il primo dei due programmi mozartiani che si concluderanno stasera per l'Unione Musicale. Sono un gruppo di musicisti di classe individuale ben nota che, per il modo in cui affrontano la musica da camera, raggiungono risultati per più aspetti particolari nella sempre più nutrita schiera dei complessi cameristici. Sembrerà cosa da poco, ma il semplice fatto che Lessona suoni con la coda del pianoforte aperta anziché semichiusa, come tutti i pianisti che si uniscono ad altri strumenti, è un primo indice di impostazione artistica; l'intesa, il risultato unitario non è ricercato attraverso la mortificazione delle doti solistiche, ma anzi dal loro coordinamento. Anche Accardo, la cui cavata sovrasterebbe, all'occorrenza, .la Sinfonia dei mille di Mahler, non rinuncia a nessun carattere del suo temperamento solistico per fondersi con gli altri; perché non tanto di volume sonoro si tratta, quanto di atteggiamento, di spirito dialogante, di capacità di tirare le fila di un discorso frantumato fra i vari strumenti: è questo, d'altra parte, il « sale » della musica da camera, nata fra le pareti di una stanza per un pubblico di dilettanti musicisti. Ad ogni parte del programma, ed è un'altra novità di questi concerti mozartiani, gli esecutori si presentano in una formazione diversa; hanno aperto Accardo e Lessona, un duo ormai consacrato da anni di attività, con la Sonata K301 per violino e pianoforte, dall'allegria misteriosa e velata che Accardo coglie assai bene con una struggente dolcezza Si suono. Al Lessona si è poi unita la moglie Franca per la Sonata a quattro mani K521, pagina che se non raggiunge il livello sommo della K497 (in programma questa, sera), è fra le più importanti di tutta l'opera pianistica mozartiana; i due concertisti ne danno un'interpretazione gustosissima, disponendo di una varietà di accenti che rende il suono ora di una cantabilità operistica (fine dell'andante), ora piccolo e argentino (nel rondò), degno davvero. di qualche tinnante congegno sonoro alla Papageno. La seconda parte della serata ha portato due Preludi e fughe (quest'ultime derivate da Bach) per tre archi, realizzate da Accardo, Moffa e Egaddi con perfetta fusione e chiarezza. Lo stupendo Trio in si bemolle K502, che ha chlusp il programma, ha dato la completa misura del valore dei concertisti, valendo loro un applauso particolarmente immediato e caloroso. Questa sera, oltre alla Sonata K497, ascolteremo il Duo K 424 per violino e viola, la Sonata K305 per violino e pianoforte e il Quartetto con pianoforte K 478, una vera perla nella storia di questa forma. g. p. »