Una gloriosa fiammata
Una gloriosa fiammata L'OTTOCENTO LETTERARIO IN ITALIA Una gloriosa fiammata Figure grandissime, cronache, teorie e battaglie: la parabola d'una civiltà che consuma le passioni in languori, le idee in malumori Il settimo recente volume della Storia della Letteratura Italiana — diretta dal compianto Emilio Cecchi e da Natalino Sapeano — comprende dodici monografie: da « Vincenzo Monti e la cultura neoclassica » di G. Barbarisi a « La satira e il Giusti» di L. Felici. Abbiamo dunque un articolato, incisivo panorama della nostra civiltà del primo Ottocento: coi suoi memorabili protagonisti — Foscolo, Manzoni, leopardi, rispettivamente a cura di L. Coretti, C. Muscetta, N. Sapegno — i suoi « minori » — ma « minori » per modo di dire, come il Porta qui studiato da Isella e il Belli rie-, vacato da Muscetta — e con le grandi correnti all'insegna, appunto, del Neoclassicismo e del Romanticismo, della tradizione e del rinnovamento. Volume, quindi, di grosso impegno, simile agli altri della monumentale collezione per l'elegante varietà delle illustrazioni, per il soddisfacente equilibrio delle voci, per la chiarezza delle pagine; ma suggestivo soprattutto per l'inquieta complessità degli argomenti, e in questo senso accostabile solo al volume ottavo della collana: uscito mesi fa con strana e tuttavia personale inversione cronologica. Là, infatti, c'era il passaggio dall'Ottocento al Novecento; e qui c'è la parabola di una civiltà che nasce dall'Illuminismo, trova le forze migliori in un « beneficio di inventario » delle proprie origini, e presto decade dopo gloriosa fiammata, riducendo le passioni a languore. le idee a malumore o. ripicco, i drammi del sentimento a grovigli di melodrammàtico sentimentalismo. E tanto ci sembra che basti a dar l'immagine complessiva di un'età troppo ricca, troppo varia, troppo legata ai mulinelli delle proprie crisi, per mostrarsi intera col volto dei suoi maggiori protagonisti. Grandi, certo, grandissimi fin che si vuole, Foscolo e Manzoni e Leopardi sono tanto più vivi nella nostra memoria quanto più li conosciamo — o riconosciamo — legati alla cultura del loro tempo. Perché non c'è poesia senza arte, né arte senza ideali, né ideali senza un continuo paragone dell'uomo-poeta col mondo in cai egli vive. Questo, allora, il gran merito del volume che abbiamo sott'occhio: che immerge le singole figure nel tessuto connettivo di monografie sulle idee, sugli avve- f nìmenti di una cronaca intrisa di polemiche, di originalità luminose o stentate, di fatti quotidiani destinati a colpire il sentimento dell'artista.. Ecco, allora, e piace indicarli come i capitoli di più nuovo interesse, i contribuii di E. Passerin d'Entrèves — « Ideologie del Risorgimento », di G. Orioli, « Teorici e critici romantici », di V. Spinazzola, « La poesia romantico - risorgimentale », sui quali fa spicco un saggio di E. Macchia « Origini europee del romanticismo » che è senz'altro quanto di meglio abbiano dato ì nostri studi sull'argomento negli ultimi trent'ahni. Qualche lettore pignolo, infine, sarà colpito da certi nei: distrazioni dei compilatori più che « errori » veri e propri, ma sufficienti a generare qualche equivoco. A pagina 632. per esempio, leggiamo che il Foscolo avrebbe pubblicato nel 1806 ' i Sepolcri:- che in realtà uscirono l'anno dopo. E a pagina 820 leggiamo che la madre del Leopardi, già prima di mettere al mondo il futuro poeta, aveva dovuto sostituire l'inettissimo marito nell'amministrazione del patrimonio di famiglia; ma il passaggio avvenne nel 1803, quando Giacomo era nato da cinque anni! Nei comunque, che tolgono poco o nulla al prestigio del volume: e soprattutto non incidono nella geniale articolazione del panorama. Ferdinando Giannessi STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA; voi. VII: « L'Ottocento», ed. Garzanti, 1119 pag. VII ' "L'Ottocènto Garzanti
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