Il Kenia guida lo sport africano verso le Olimpiadi di Monaco di Michele Fenu

Il Kenia guida lo sport africano verso le Olimpiadi di Monaco La supremazia degli atleti di colore è destinata ad aumentare Il Kenia guida lo sport africano verso le Olimpiadi di Monaco Intervista a Nairobi con Charles Mukora, massimo dirigente dell'atletica - Keino, Temu e Biwott: come i tre assi sono arrivati alla medaglia d'oro nei Giochi dello scorso anno - Una "vendetta" sull'Europa (Dal nostro inviato speciale) Nairobi, f5 aprile. In Africa Aeooo che il Kenia è famoso soprattutto per il suo Safari automobilistico e per le vittorie di Keino, Temu e Biwott alle Olimpiadi di Città del Messico. Dicono anche che il rallye è destinato ai bianchi, residenti nel Paese o venuti dall'Europa, mentre i successi di Keino e compagni costituiscono un patrimonio di tutti gli uomini del Continente Nero. Lo conferma Charles Mukora, il preparatore atletico considerato l'artefice della nazionale del Kenia in Messico. «Abbiamo dimostrato — afferma con forza — che non siamo secondi a nessuno ». Mukora è ormai Un personaggio, ma non si isola in una torre d'avorio. Lavora alla direzione commerciale della filiale della Coca-Cola di Nairobi, ed è voluto venire nel nostro albergo. « Dovere di ospitalità — dice —, qui sono a casa mia ». Ha 35 anni, è sposato, ha tre figli. E' nato a Ni/eri, una cittadina dì 10 mila abitanti nella zona del Monte Kenia. Ha fatto il preside di scuola elementare, l'assistente sociale, il calciatore (terzino e centromediano in nazionale) e, dal 1962 al '67 il funzionario sportivo della Provincia Centrale, distretti di Nyeri e di Nairobi. L'anno scorso ricevette il compito dì curare gli atleti del Kenia. « Voglio precisare — aggiunge'— che io non sono mai stato e non sono attualmente allenatore ufficiale della nostra rappresentativa. Sono soltanto un incaricato governativo». E un'affermazione abbastanza sorprendente, anche perché, poi, Mukora, rila¬ sciando un autografo, scrive sotto il suo nome questa frase: « Kenia Athletic Amateurs Association coach», ossia allenatore della nazionale. Un piccolo mistero, o, semplicemente, una questione di termini? Ma da chi ha imparato il mestiere Mukora? La risposta è cauta. «Gli istruttori inglesi hanno contribuito a formare tecnici e atleti. Poi, abbiamo cercato di migliorarci ». Molti hanno sostenuto che i successi del Kenia al Messico si devono alla scuola britannica, e ne è nata anche una polemica vivace, perché, naturalmente, i keniani tengono ad affermare di aver fatto tutto da soli. «Ho dovuto lavorar sodo — spiega Mukora —. Keino, Temu e Biwott avevano già una loro impostazione quando hanno cominciato a partecipare a prove internazionali. A Biwott ho insegnato quasi tutto, stile e tattica. Biwott si mise in luce in una riunione a Nakuro. Corse i 5000 m, e perse. Tre quarti d'ora dopo fece i 3000 ad ostacoli e vinse. Lo selezionammo per i Giochi dell'Est Africa, a Dar Es Salaam. Ottenne il tempo di 8'44"7; in Messico si affermò con 8'55"6. E' proprio a Dar Es Salaam che è nato il curioso modo di saltare di Biwott. In allenamento si era procurato una storta alla caviglia sinistra. Fu costretto ad adoperare soltanto la gamba destra: la portava" sull'ostacolo, tirava su l'altra e scendeva àncora con la - destra. Uri pò' come si fa per il primo salto del triplo. Ormai si è abituato a questo sistema, eJo adopera comunemente. Ma non è un'invenzione, è un fatto casuale»: Gli chiediamo se l'altitudine di Città d?l Messico abbia favorito i suoi atleti. Mukora sorride. «Non è una domanda nuova — dice -r-. Comunque, ritengo che ì nostri successi dipendano in minima parte dal fatto che i Giochi si sono svolti a 2000 metri, più o meno la stessa altitudine degli altopiani del Kenia. Se questo fosse stato il fattore .principale, i messicani avrebbero dovuto vincere ogni disciplina. Ricordo che Keino ha battuto Ron Clark in Jamaica, al livello del mare, e che ci siamo comportati bene a Los Angeles, nelle gare fra Stati Uniti e Commonwealth. Keino ottenne anche un record sui 5000 in Nuova Zelanda». Qual è il segreto, allora, e perché il Kenia è la sola nazione dell'Est Africa ad avere dei campioni, e. non l'Uganda o la Tanzania? « Nessun segreto — risponde Mukora —. I nostri allenamenti, i nostri metodi sr> no 1 soliti. Evidentemente abbiamo sempre avuto buoni atleti in potenza. Prima non potevano o non riuscivano ad esprimersi. Ora, sono maturate le condizioni necessarie alle' loro • affermazioni.- In più, e questa è la differenza con gli altri Paesi, che magari hanno gli uomini ma non sanno scoprirli o valorizzarli, il Kenia ama l'atletica leggera. E' lo sport più seguito con il calcio. I nostri quattro stadi si riempiono quando vi sono riunioni. La tv ci segue, la gente si appassiona. Vi sono frequenti gare fra scuole e scuole, e alla fine gli studenti migliori possono battersi con 1 campioni e fare esperienza con essi. Keino e Temu li allenano, e nel tempo stesso si preparano. Biwott ha cominciato a farsi notare proprio nelle competizioni scolastiche ». Il governo non ha molti mezzi da destinare allo s,port, ma fa di tutto per favorirlo. Al ritorno dal Messico, gli atleti non hanno ricevuto né premi né medaglie. Però, ad accoglierli all'aeroporto di Nairobi c'erano ministri e migliaia di persone. Il presidente Keniana diede un ricevimento in loro onore, e promosse di grado Keino (ispettore della polizia) e Temu (caporale dell'esercito). Le associazioni sportive sono una quindicina e fanno capo ad un ufficio centrale amministrativo. Ditte private organizzano riunioni e gli studenti-atleti più bravi vengono aiutati finanziariamente. Si pensa già alle Olimpiadi di Monaco. Che cosa farà il Kenia nel 1972? Mukora h\Un po' scettico: «Dipenderà soprattutto dalle risorse economiche a nostra disposizione, Avremo molti atleti, ma non so se avremo i mezzi per mandarli in Germania. Siamo un Paese giovane, e c'è ancora molto da fare. Penso, in ogni caso, che i risultati del Messico non rimarranno un episodio isolato. Ce la metteremo tutta, per molte ragioni ». L'Africa è gelosa dell'Euro pa o forse pensa che la miglior vendetta sia quella sportiva. « Ha visto — mi dice nel suo inglese rapido e sicuro —, quest'anno per la prima volta un equipaggio africano ha concluso l'East African Safari. Forse, presto, anche in questa gara otterremo qualcosa». E intanto guarda con ammirazione le Fulvia parcheggiate nel cortile dell'albergo. « Quanto costano? » s'informa. Glielo diciamo « Troppo per noi », sospira Ma Keino già viaggia per il Kenia con la sua vettura personale. Michele Fenu Mukora si complimenta con Llddon, nono all'East African Safari (Foto Florio)