Farassino e Chierici due tentativi di poesia

Farassino e Chierici due tentativi di poesia LE NOVITÀ' DISCOGRAFICHE Farassino e Chierici due tentativi di poesia Da ogni parte si ripetono i tentativi di opporsi al dilagare della canzone facile, orecchiabile, « cuore-doloreamore » e di sostituirla con testi poetici, ricchi di contenuto e istruttivi. Spesso questi tentativi di migliorare falliscono il loro obiettivo e peggiorano ulteriormente la situazione, ma capita, ogni tanto, di ascoltare qualcosa che chiaramente esula dalla mediocrità. Ecco alcuni esempi: « Gipo Farassino », torinese, uno di quelli che amano la propria città, che si commuovono alla vista di personaggi dimenticati, relegati nell'oblio, che si divertono a cantare il fascino della città amata. Farassino non è certo il primo a farlo, basti pensare a quello che fu fatto per Parigi, per Roma, per Firenze. Ma il piccolo disco (Fonit SPF 31240-45 giri) si distingue dalla media per un fare sobrio e poetico di chi non cerca successo, immediato per lo meno, e vuole raccontare. Farassino ci riesce; il suo è un racconto bello, avvincente, cantato con garbo e musicalità. Due le canzoni nel disco: La mia città, Torino appunto, e Avere un amico, altra storia non meno felice. Aspettiamo dell'altro, perché il cantante torinese sarà certamente capace di offrirci altri racconti altrettanto indovinati. « Beppe Chierici ». Ancora uno strano personaggio, ma di diversa estrazione, e con diversi propositi. Chierici ha scelto per idolo Georges Brassens. Ha tradotto in italiano i testi delle canzoni del cantautore francese e le ha presentate in arrangiamenti musicali nuovi in un long playing chiamato, chissà perché « Off ». Forse perché i te- sti di Brassens sono spesso un tantino offensivi alle orecchie dei benpensanti. L'idea in sé non è male. Brassens lo conoscono molti, al tempo del suo gran successo In Francia conquistò molta simpatia anche da noi, ma nessuno finora aveva pensato di offrirlo all'ascoltatore italiano in un'edizione facilmente accessibile al gran pubblico. Eccolo: c'è il Tristo Martino, la Ragazza da cinque lire, l'Ecatombe, Marmette, l'Uragano, il Testamento. Sono rappresentati i vari periodi di Brassens, dal lontano 1952. Quello di Chierici è certamente un tentativo degno di nota: sia per le traduzioni piuttosto felici dei testi di Brassens, sia per il modo di cantare-recitare. sia per gli strani commenti, divertenti e insoliti, nel bel mezzo del disco e sulla copertina stessa, (Belldlsc Italiana stereo VO/LP 201). Ci sono frasi poco parlamentari, ci sono espressioni succose, paragoni che colpiscono a mazzate, ma chi non vi cercherà la scurrilità, potrà divertirsi di certo. Ci sono altri cantanti ancora, c'è un nuovo Otello Profazio per esempio, ma torneremo ancora a parlarne in altre occasioni. r. la. 4

Luoghi citati: Firenze, Francia, Parigi, Roma, Torino