Un «grande» Brahms con Georges Prêtre

Un «grande» Brahms con Georges Prêtre Un «grande» Brahms con Georges Prêtre Il concerto sinfonico all'Auditorium della Rai - Solista il bulgaro Alexis Weissenberg Grande serata brahmsiana venerdì all'Auditorium per la stagione sinfonica della Rai; Georges Prètre e Alexis Weissenberg hanno riportato, di fronte a una sala gremita di pubblico in ogni ordine di posti, l'amatissimo Secondo Concerto per pianofòrte e orchestra e la Prima Sinfonia opera 68. Nella passata stagione scaligera Prètre aveva diretto una Walkiria che era parsa « decadente », simbolista e quasi impressionista. Certo il lascito di questa cultura, che è evidente nel maestro francese, trova un più ampio mare da correre nell'arte di Brahms: nulla sfugge alla lettura -i Prètre, che sa cogliere un'armonia singolare e cattivante e metterla in luce, o far emergere dalla massa orchestrale un controcanto mai sentito prima. Il suo è un Brahms che sarebbe piaciuto molto a Schoenberg, autore di un famoso saggio che vedeva in Brahms il creatore della prosa musicale; cioè colui che aveva superato una concezione tematica e metrica regola-9 a favore della complessità e ricchezza del linguaggio moderno. In questo senso Prètre haavuto qualche difficoltà nel Concerto, perché il pur bravo Weissenberg sente invece Brahms come un classico, da rendere con una incorruttibile obbiettività di suono. Ma s'è poi sfogato nell'esecuzio- ne della S'.ifonia; la quale, non solo ha dato la misura del valore attuale del grande direttore, francese, ma, per un fortunato cospirare di fattori, ha avuto una realizzazione da segnare nel libro d'oro dell'orchestra torinese: dolce e struggente, per tutta la durata dell'opera, è stato il suono dei legni, ammirevole la gamma di sfumature sfoderata dagli archi, attenti ad ogni inflessione trasmessa dal braccio del direttore. Calorosissime le ovazioni per Prétre, Weissenberg e l'orchestra, fattesi veramente trionfali alla fine della serata. Non tutti, naturalmente, erano d'accordo; e, sfollando, c'era chi ricordava il disco di Toscanini, e chi invece preferiva l'esecuzione di Celibidache, seconda solo a quella di Von Karajan (a patto di non ricordare quella di Furtwaengler). Discussioni e confronti più o meno sensati che erano però la prova del nove che una grande interpretazione era appena terminata.