Al fondo dei problemi di Carlo Casalegno
Al fondo dei problemi Al fondo dei problemi L'inchiesta su Battipaglia sarebbe di limitata importanza, se si limitasse ad accertare dei reati penali ed individuarne i colpevoli; ha soprattutto un interesse politico: chiarire come si sono svolti gli incidenti, spiegarne le cause e le responsabilità. A tre giorni dalla tragedia, la cronaca è stata ricostruita in modo abbastanza preciso, ma non illumina ancora la vicenda: che, malgrado l'apparenza di rivolta anarcoide meridionale, offre aspetti molto più complessi ed inquietanti. Gli scontri hanno avuto origine da uno sciopero generale, deciso con rara unanimità, contro le minacce di disoccupazione; ma la protesta è sfuggita di mano agli organizzatori: « I sindacalisti sono stati travolti, abbandonati, contestati, come i rappresentanti locali dei partiti » afferma un parlamentare del psiup, testimone non sospetto. Lo sciopero si è trasformato in uno scoppio di violenza e di furore distruttivo, che ricorda vecchie ribellioni contadine del Mezzogiorno più disperata, ma Battipaglia non é^una zona" ìli desolata miseria, e gli incidenti in città hanno avuto caratteristiche assai diverse da quelle delle primitive jacqueries. Errori delle autorità, di imprevidenza o di tattica, possono avere esasperato gli animi, già tesi. Al centro della ricca piana del Sele, più che raddoppiata negli ultimi quindici anni, Battipaglia attraversa una crisi difficile, di passaggio da una economia di agricoltura povera e di fabbriche artigianali all'industrializzazione; 10 sviluppo improvviso aveva suscitato grandi speranze, deluse dalla recessione locale degli ultimi mesi. Sono condizioni che giustificano la protesta e la collera, ma non spiegano gli aspetti insurrezionali dello sciopero, le azioni di « commandos», l'impiego di bottiglie Molotov contro la polizia. Diversamente da quel che era accaduto ad Avola, qui le tecniche più nuove della guerriglia si sono inserite nella dimostrazione popolare, portandola all'aperto conflitto. Sorpresi o in preda al panico, gli agenti hanno reagito con le armi all'assalto della folla. L'inchiesta dirà se erano in stato di legittima difesa; le due vittime innocenti, comunque, ripropongono il problema del disarmo della polizia in servizio di ordine pubblico. E' un traguardo da raggiungere, indubbiamente. Ma episodi come gli scontri di Battipaglia non avvicinano 11 giorno in cui l'Italia potrà imitare il modello inglese. In Inghilterra le grandi dimostrazioni sindacali o politiche, per la difesa dell'impiego nelle miniere o nelle fabbriche, contro l'atomica o la guerra del Vietnam, si fermano sul limite della violenza e dell'illegalità; sono una forma estrema di propaganda, non un atto di rivolta contro la società. Quando gli studenti contestatori della London School of Economics violarono la proprietà privata dell'Istituto, anche la sinistra approvò l'intervento repressivo ed i responsabili si lasciarono arrestare. E' difficile disarmare gli agenti quando debbono affrontare, come negli Stati Uniti, le violenze del Black Power; o quando sono costretti a scegliere, come negli scontri di Battipaglia, tra sparare o lasciar bruciare tutto. Cordoglio per le vittime, protesta contro l'uso delle armi, solidarietà con gli ope¬ rai in lotta per il posto di lavoro, hanno indotto i sindacati a proclamare lo sciopero generale; Se non l'avessero fatto, sarebbero stati scavalcati dalle iniziative di una base inquieta, spesso più combattiva dei propri dirigenti. Ma è evidente che lo sciopero, per quanto giustificato, legittimo ed unanime, non serve a risolvere i problemi da cui nascono le tragedie del Sud. Quello che occorre, è uno sviluppo equilibrato dell'economia nazionale ed una razionale politica di investimenti: un programma troppo a lungo rinviato, che esige non la lotta, ma la collaborazione delle forze sociali e politiche. Ed anzitutto l'unità della maggioranza, del governo. Malgrado i conflitti, gii incidenti, le bombe di provenienza diversa e spesso oscura, non ci sono motivi gravi d'allarme: la patria non è in pericolo, non. si impongono misure straordinarie di ordine pubblico. Ma è necessario fronteggiare con risolutezza due opposizioni che giocano entrambe al peggio: i comunisti che temono di essere- scavanti a sinistra da gruppi di « avventuristi », l'estrema destra che spera nella violenza per .arrivare al regime « forte ». Carlo Casalegno
Persone citate: London, Molotov
Luoghi citati: Avola, Battipaglia, Inghilterra, Italia, Stati Uniti, Vietnam
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