Un metronotte uccide il figlio che lo aggredisce in una lite
Un metronotte uccide il figlio che lo aggredisce in una lite TRAGICO EPISODIO IN UN ALLOGGIO A MORTARA Un metronotte uccide il figlio che lo aggredisce in una lite La guardia, sessantatreenne, ha esploso alcune rivoltellate: una ha raggiunto la vittima al cuore L'ucciso (43 anni, violento e manesco) aveva percosso la madre, scacciandola di casa (Dal nostro corrispondente) Mortara, 10 aprile. Una guardia giurata di Mortara, 1 -ancesco Rolandi, di 63 anr a ucciso a colpi di pistola il figlio Sandro, quarantatreenne, che lavorava come manovale presso il deposito di autocisterne del vicino paese di Remondò. Il delitto è avvenuto ieri sera verso mezzanotte, al rientro a casa della guardia giurata. L'uomo ha esploso sei colpi di pistola nel corso di una lite ingaggiata con il figlio nel cortile della sua abitazione, nella periferica via Diaz, al numero 5. Giuseppina Bruno di 62 anni, madre dell'assassinato, era in strada al rientro del marito perché il figlio, violento e manesco, l'aveva ancora una volta ingiuriata e messa alla porta. Francesco Rolandi quando si è costituito, poco più tardi, ai carabinieri ha detto: « Un giorno o l'altro doveva pur accadere ». Era tranquillo, come se si fosse liberato di un peso che per anni l'aveva ossessionato. I rapporti fra padre e figlio da tempo erano molto tesi. Sandro Rolandi figlio unico, da tempo beveva smodatamente ed era stato internato in cliniche psichiatriche. Più volte aveva minacciato di uccidere i genitori e i carabinieri avevano dovuto ammonirlo e diffidarlo. Di recente aveva brutalmente percosso, per l'ennesima volta, l'anziana madre in un momento di crisi parossistica. Era un alcoolizzato ed un violento e tutti sapevano, compaesani e compagni di lavoro, dei suoi eccessi bestiali che temevano. Nessuno si attentava a contraddirlo per non scatenarne le manesche reazioni sempre assolutamente sproporzionate e selvagge. La tragica fine del manovale è stata ricostruita attraverso la testimonianza del padre. Il metronotte, tornato a casa dal servizio, ha saputo che il figlio aveva aggredito, insultato e picchiato la madre. « Disgraziato — gli ha detto — perché ti comporti' così? N&it'haX uti'po' ài eu& re?;». Sandro Rolandi, che doveva essere ubriaco, prima ha risposto con un insulto, poi s'è avventato sul padre impugnando un bastone: « Lasciami stare o ti rompo la testa.' » ha urlato il violento. A questo punto Francesco, Rolandi ha impugnato l'arma e ha premuto il grilletto parecchie volte. L'omicida ha detto infatti agli inquirenti: « Stava per sopraffarmi e per impossessarsi della pistola che portavo al fianco nella bandoliera. Sono stato più svelto di lui e per reazione ho sparato ». Dei sei proiettili, cinque lo hanno raggiunto ma uno solo è stato mortale perché gli ha spaccato il cuore. A constatare il decesso di Sandro Rolandi è stato il medico condotto dott. France sco Sapelli. La salma della vittima è stata trasportata presso l'obitorio del cimitero urbano di Mortara e in giornata è stata sottoposta ad autopsia da parte del perito settore del Tribunale di Vigevano, dott. Guido Veneroni, specialista in medicina legale. L'omicida nel corso dell'interrogatorio, che si è protrat- to per tutta la notte nella caserma dei carabinieri di Mortara, ha continuato a parlare delle angherie e delle violenze del figlio, che l'hanno esasperato al punto da Indurlo suo malgrado ad impugnare la pistola di servizio, una Beretta calibro 7,65, ed a sparare quasi a bruciapelo. Stamane Francesco Rolandi, dopo un breve riposo in camera di sicurezza, ha ripe tuto le sue dichiarazioni, senza mutamenti, al Procuratore della Repubblica di Vigevano, dottor Cutuli, giunto sul posto per l'inchiesta. Sulla figura del manovale le testimonianze sono univoche: la sua uccisione sembra aver posto fine all'incubo di anni ed anni di incredibili angherie, sopportate rassegnatamente dagli anziani genitori. « Che cosà ho fatto perché il Signore mi mandasse un figlio così? », era stata udita mormorare, sovente, la madre dell'alcoolizzato. Era lei infatti a sopportarne le peggiori violenze, anche se Sandro non esitava a scagliarsi anche contro il padre. g. r. ' Francesco Rolandi ed il figlio Sandro da lui Reciso
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