Soltanto la farmacia è rimasta aperta a Comacchio paralizzata dallo sciopero

Soltanto la farmacia è rimasta aperta a Comacchio paralizzata dallo sciopero Donne e bambini chiusi in casa, gli uomini in piazza a discuterle Soltanto la farmacia è rimasta aperta a Comacchio paralizzata dallo sciopero Tranquilla e disciplinata protesta contro la crisi economica della zona - I dimostranti hanno rinunciato ad occupare il Municipio: l'ingresso era sorvegliato da due carabinieri (Dal nostro inviato speciale) Comacchio, 9 aprile. Comacchio è una cittadina povera, ma molto viva. Le sue piazze, i suoi caffè sono sempre animati, la gente discute a voce alta, lungo i canali e sui ponti sciami di bambini stanno a testimoniare come questa sia davvero una delle poche zone d'Italia con l'indice demografico in continuo aumento. Stamattina però, in occasione dello sciopero generale proclamato dalle tre organizzazioni sindacali per protestare contro la disoccupazione, sembrava morta. Negozi, uffici, scuole, tutto chiuso. Di aperto c'era solo la farmacia centrale, col farmacista in camice bianco fermo sulla soglia. Le donne e i bambini chiusi nelle case. A poco a poco, man mano che 1p mattinata avanzava, braccianti e pescatori hanno cominciato a radunarsi nella piazza del Municipio. Come per un tacito accordo, avevano indossato tutti l'abito della festa, ma l'atmosfera generale, per quanto non minacciosa, non era certo allegra. , Da principio c'era un po' di nervosismo, per la pre< senza di alcuni contingenti di carabinieri e di agenti di P. S. provenienti dalle zone circonvicine; si era sparsa qualche voce allarmistica, si parlava di autoblindo ammas sate a Porto Garibaldi, pronte a intervenire in caso di scontri. Poi ci si è resi conto che la realtà era di proporzioni molto più modeste, carabinieri ed agenti erano poche decine, di mezzi corazzati neppure l'ombra. E' rimasta tuttavia nei dimostranti l'amarezza di vedere l'accesso al Municipio vietato da due carabinieri. Nei giorni scorsi il Municipio era stato occupato più di una volta con il tacito assenso del sindaco e della Giunta, e oggi, in occasione dello sciopero generale, i co macchiesi contavano di occuparlo di nuovo per sottolineare la loro azione. Forse nessuno glielo avrebbe vietato, se i loro propositi si fossero fermati li; ma, avendo dichiarata che intendevano occupare anche la sede dell'Ente Delta e altri edifici pubblici, le autorità provinciali sono intervenute. Cosi nessuno è potuto en trare, i dimostranti sono ri masti nella piazza inondata di sole. Discutevano dello sciopero, dicevano che i progetti di un grande porto, di una zona industriale, di nuo ve reti stradali e ferroviarie sono una bellissima cosa, ma per ora non si è visto niente. Prima della guerra c'era una ferrovia che univa Ferrara a Comacchio; ora la linea si ferma a C-stellato; l'ultimo tratto, distrutto dalle bombe. non è mai stato ricostruito; da anni si parla della superstrada Ferrara-mare, che dovrebbe collegare queste zone con la rete autostradale dell'Italia settentrionale, ma i progetti sono stati cambiati molte volte, i lavori hanno subito lunghi tempi di arresto. Ora si dice che la strada dovrebbe essere pronta per la fine del 1970, ma molti sono convinti che nel migliore dei casi bisognerà aspettare fino alla fine del 1971. Si è fatto un gran parlare anche del canale Pontelagoscuro - Ferrara - Comacchio Porto Garibaldi, iniziato nel secolo scorso, continuato dal fascismo e concluso recentemente.' L'arino scórso, quando passò là prima chiatta, 1 giornali pubblicarono grandi titoli, sembrava che fosse entrata in funzione un'arteria vitale per tutta l'economia padana; poi si è visto che certi fondali non erano sufficientemente profondi, che certi passaggi non erano abbastanza ampi: prima di poter funzionare a dovere l'arteria avrà bisogno di vari interventi. Ma le critiche maggiori erano rivolte contro l'Ente Delta, che ha bonificato e sta bonificando le valli che una volta circondavano Comacchio, Come abbiamo già detto ieri, i comacchiesi non accettano il discorso tecnico-economico dei dirigenti dell'Ente, secondo i quali le terre potranno essere assegnate solo quando saranno in grado di rendere, e solo a persone che sappiano coltivarle secondo i criteri della tecnica moderna. « L'Ente Delta ha prosciugato le valli dove pescavamo e cacciavamo — dicono i comacchiesi —; l'Unte Delta dunque ha il dovere di darci un lavoro ». I sindacati chiedono che assuma almeno cinquecento braccianti — i partiti vorrebbero che fossero almeno seicentocinquanta — per i lavori di scolo e di canalizzazione che restano ancora da fare. L'Ente Delta obbietta che, per quanto una simile soluzione sia antieconomica — lo stesso lavoro può essere fatto altrettanto efficacemente da poche macchine — per venire incontro ai bisogni della popolazione è disposto a fare uno sforzo, si dichiara pronto ad assumere 388 braccianti. Di più, no. Le sue finanze non glielo permettono. I comacchiesi insistono: o cinquecento o niente. Possibile che per una differenza di 112 posti di lavoro non si riesca ad arrivare ad un accordo? A Portomaggiore, a Porto Garibaldi, a Ferrara, ho sentite dire che i comacchiesi'si ostinano a rivendicare i posti di bracciante nell'opera di canalizzazione perché è uno dei pochi lavori che si addice alla loro tradizione libertaria di pescatori e cacciatori. Per vecchia consuetudine lo fanno a cottimo, non a orario; così, lavorando freneticamente dalle sei alle dieci del mattino, riescono ad avere libero tutto il resto della giornata. « Per abituarli a poco a poco al moderno lavoro agricolo e industriale, bisognerà farli passare dal lavoro a cottimo al lavoro ad orario », mi ha detto un dirigente dell'Ente Delta. Ho domandato ai braccianti in sciopero cosa pensassero d'una simile proposta. Stringendomisi attorno, mi hanno risposto di essere disposti ad accettarla, purché sui posti di lavoro vengano costruiti almeno dei capannoni, dei rifugi dove ripararsi di tanto in tanto dal gelo o dalla canicola. « Nes suno può immaginare cosa sia il lavoro di canalizzazione in mezzo a una palude che si stende a perdita d'occhio, senza un albero, senza una casa, sprofondati nel fango fino a mezza coscia — mi ha detto uno di loro —; pare di impazzire. Per questo lavoriamo soltanto nelle prime ore del mattino. Ma il giorno in cui ci fossero delle strade, dei ripari, dell'acqua per la vani, saremmo pronti a lavo rare a orario come tutti gli altri ». Gaetano Tumiati

Persone citate: Donne, Gaetano Tumiati, Porto Garibaldi