Nuove restrizioni all'acquisto di fondi d'investimento esteri

Nuove restrizioni all'acquisto di fondi d'investimento esteri Circolare alle banche dell9 Ufficio dei cambi Nuove restrizioni all'acquisto di fondi d'investimento esteri Sarà necessaria l'autorizzazione del ministero - La misura rientra nei provvedimenti per frenare l'esodo dei capitali (Nostro servizio particolare) Roma, 8 aprile. L'Ufflcio italiano dei cambi, su disposizione del ministero del Commercio Estero, ha inviato stamane alle banche una circolare con la quale l'acquisto da parte di residenti in Italia di quote di fondi comuni d'investimento esteri viene sottoposto a preventiva autorizzazione del dicastero citato. La circolare, che ha decorrenza da oggi 8 aprile, è dìventata operante immediatamente: essa riguarda tutti i tipi di fondi d'investimento, sia quelli a capitale variabile (detti in gergo finanziario «open end»), sia quesiti a capitale fissò" To «clos'ed end»). Con una circolare dell'8 marzo 1963 si era invece autorizzato, in via generale, l'acquisto di fondi di investimento del primo tipo purché risultassero quotati in Borse estere sia le quote (o «parti») dei fondi, sia i titoli azionari detenuti nel portafoglio del Fondo. Con la nuova disposizione viene meno ogni differenza di trattamento tra l'uno e l'altro tipo. Occorre ire ogni caso una autorizzazione preventiva del ministero del Commercio Estero. Quanto ai motivi ispiratori del provvedimento, anche in mancanza di dichiarazioni ufficiali, essi sono facilmente identificabili. Il provvedimento s'iscrive nella serie dì misure con le quali — da oltre un mese a questa parte — le nostre autorità monetarie si sfornano di ridurre il deflusso di capitali italiani verso l'estero. Si cominciò il 3 marzo con la decisione della Banca d'Italia di sospendere la vendita di dollari sul mercato delle valute. Si fece così salire la quotazione del dollaro rispetto alla lira sino quasi al limite consentito dagli accordi internazionali, rendendo più caro l'acquisto di dollari per l'esportazione di capitali. Si continuò il 22 marzo con l'ordine alle banche italiane dì riportare in pareggio i loro corìii con l'estero entro il 30 giugno (in surplus a fine gennaio per 508 miliardi di lire) e l'aumento dei tassi sulle anticipazioni a scadenza fissa, concessi dalla Banca d'Italia alle banche ordinarie. Queste ultime non solo avranno d'ora in poi minore convenienza a speculare sul divario crescente fra tassi interni (delle anticipazioni) e tassi del mercato dell'eurodollaro, ma dovranno ridurre la loro attività su tale mercato, richiamando in patria quei 500 miliardi. Questi serviranno, da un lato, a reintegrare le riserve valutarie e, dall'altro, ad accrescere la liquidità del nostro sistema monetario. Il 1° aprile vengono adottati vari provvedimenti, di cui l'opinione pubblica sarà informata — alla spicciolata — solo con qualche giorno di ritardo. Eccone la. sintesi, secondo l'agenzia «italia». '*?) La Bàncà'"0,ftalia — attraverso le proprie 93 sedi provinciali — informa le aziende di credito che è sospesa l'autorizzazione automatica « a contingente » per la partecipazione a consorzi internazionali di garanzia o collocamento di valori mobiliari non italiani: ogni partecipazione nuova dovrà essere preventivamente autorizzata e priorità verrà data alle banche più « attive » nel collocamento dei valori mobiliari italiani: 2) l'Ufficio italiano dei cambi informa le banche che la vendita promozionale di quote di fondi di investimento estero sarà possibile solo I previa autorizzazione e che tale autorizzazione sarà concessa solo quando i fondi abbiano titoli italiani in portafoglio per dimeno il 50"/' degli investimenti totali; 3) l'Ufficio italiano dei cambi dispone che tutti i trasferimenti valutari diretti verso l'estero, originati da cambiamento di residenza di cittadini italiani emigrati, siano sottoposti a preventivo esame della documentazione. . Qualche giorno fa, infine, si è avuta notizia di una circolare del Tesoro all'Assonime, all'Assobancarìa, alle Camere di commercio, ai comitati direttivi delti Borse valori e agli Ordini.degli agenti di- cambio, con cui s'invitavano i destinatari a promuovere iniziative concrete, anche per far aumentare il numero delle società quotate in Borsa. ar. ba. 4 Dal 5 al 5,50 per cento

Luoghi citati: Italia, Roma