Mosca deciso a stroncare ogni resistenza a Praga
Mosca deciso a stroncare ogni resistenza a Praga Mosca deciso a stroncare ogni resistenza a Praga Esplicito accenno nella «Pravda» all'invasione del '68 (Dal nostro corrispondente) Mosca, 3 aprile. Di giorno in giorno aumenta a Mosca la tensione per la crisi cecoslovacca. Decisiva è considerata la missione del ministro deUa Difesa, Grechko. Il quotidiano delle forze armate «Stella Rossa» sottolinea stamani che egU si è recato a Praga «su istruzione del governo sovietico ». Ciò significa che ha l'ordine di «normalizzare » la situazione a qualsiasi costo. . Non si può perciò escludere un nuovo ricorso alla violenza contro la Cecoslovacchia. Questo pìccolo paese è circondato dalle truppe sovietiche e del Patto di Varsavia, impegnate nelle manovre appena finite in Bulgaria e in corso in Polonia. Di fatto, la situazione è almeno tanto grave quanto alla fine del luglio-agosto '68. Con 1 soldati russi nei punti strategici, le comunicazioni con l'immenso impero sovietico ormai collaudate, gli studenti e gli operai di Praga hanno le spalle al muro. Qualsiasi movimento popolare sarebbe facilmente e brutalmente stroncato. Gli spostamenti delle truppe in corso in territorio polacco sono giustificati dalle manovre; in quanto alla Bulgaria, non sembra che i contingenti là impegnati dal 25 marzo al 1° aprile siano già stati ritirati. Si respira aria di repressione. Alcuni degli esponenti più in vista della leadership cecoslovacca sono ritenuti in pericolo. Riferiamo, per dovere di cronaca, che da questa notte circolano a Mosca voci secondo cui Dubcek potrebbe essere deposto da un momento all'altro. Tali voci non hanno finora trovato conferma: ha però destato allarme a Mosca il fatto che il leader del partito di Praga non abbia partecipato, insieme con Cernik e Svoboda, alle discussioni con Grechko. I timori di una caduta di Dubcek sono venuti aumentando dal giorno dell'invasione: finora si sono dimostrati infondati, ma la crisi ora è tale che le mezze misure non sono più sufficienti. La gravità della crisi stessa traspare dall'editoriale del numero odierno della Pravda. Dedicato in apparenza alla questione della sicurezza europea, esso mira in realtà a piegare Praga. Contiene un aperto riferimento all'invasione d'agosto, e usa lo stesso linguaggio delle settimane che la precedettero. « Il consolidamento del socialismo nell'arena internazionale provoca la malizia e l'odio degli imperialisti reazionari, che preparano dei disegni sovversivi contro gli Stati della nostra comunità», scrive la Pravda. Il giornale aggiunge: «L'appoggio e la difesa delle conquiste socialiste, compiute con tremendi sacrifici, con gli sforzi eroici e il lavoro dei popoli, sono un comune dovere internazionalista di tutti i paesi fratelli. Obbedendo precisamente a questo dovere, cinque nazioni del Patto di Varsavia sono corse in aiuto fraterno della Cecoslovacchia lo scorso agosto, quando le conquiste socialiste del suo popolo erano in pericolo ». La Pravda rinnova le accuse all'Occidente che ad agosto portarono l'Europa sull'orlo del baratro. «Le forze aggressive dell' imperialismo tentano di preservare la frattura europea, esse pensano alla vendetta, e alla revisione dei confini determinatisi dopo la seconda guerra mondiale». Come nelle settimane immediatamente precedenti all'invasione, la stampa ignora gli avvenimenti di ero naca. I giornali non fanno nessun accenno alle dure misure annunciate dal governo cecoslovacco, Soltanto la radio-televisione, nei suoi commentari politici, attacca aspramente «gli elementi controrivoluzionari e le forze di destra di Praga ». Ennio Carette
Persone citate: Dubcek, Ennio Carette, Svoboda
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