Due imputati che si dicono innocenti smentiti dal carabiniere che li arrestò di Guido Guidi

Due imputati che si dicono innocenti smentiti dal carabiniere che li arrestò RIEVOCATA AL TRIBUNALE DI LUCCA LA TERRIBILE NOTTE ALLA "BUSSOLA,, Due imputati che si dicono innocenti smentiti dal carabiniere che li arrestò Furono bloccati mentre lanciavano sassi - Il proprietario di un « night » ha detto ai giudici: « I giovani erano dietro le barricate, sparavano contro un chiosco» - Un altro teste sostiene che un uomo, scambiandolo per un altro, gli disse: «Nella mia auto ho mitra e pistole» - Un ufficiale giudiziario afferma di aver visto un agente della polizia stradale esplodere alcuni colpi in aria (Dal nostro inviato speciale) Lucca, 2 aprile. Pare che la notte di Capodanno in Versilia abbiano sparato tanto i contestatori quanto la polizia. « L'ho visto io, con i miei occhi, un agente della Stradale. Era alla mia destra e credo che si chiami Albone. Sparava in aria per intimorire i contestatori che avevano cominciato a lanciare sassi e mattoni, mentre un maggiore' esortava i suoi uomini a non perdere la calma ». Così ha detto oggi un testimone ai giudici del tribunale. Un altro testimone, Alvaro Evangelisti, proprietario d'un dancing, ha detto che quella notte spararono con uguale intensità anche i manifestanti. La polizia s'è impegnata in modo ufficiale a sostenere che quella terribile notte soltanto i contestatori hanno usato le armi da fuoco. Ma le avevano davvero, i contestatori, queste armi? Coloro che organizzarono la manifestazione per protestare contro i « borghesi » i quali «andavano a spendere centomila lire al night per una serata», lo hanno escluso in modo categorico, ma a suo tempo, perché in questo processo di loro non esiste una traccia. E l'interrogativo, d'altra parte, non è stato possibile porlo a nessuno perché gli imputati negano di avere un qualsiasi legame con i dirigenti di «Potere operaio», che da Pisa lanciarono un appello per « contestare » la « Bussola » e i suoi clienti. Ma un testimone oggi ha raccontato ai giudici (ami lo ha confermato perché lo aveva detto subito) un episodio non privo di interesse, soprattutto perché dimostrerebbe che la contestazione era stata organizzata in tutti i dettagli. Luciano Tartarini è il proprietario di uno stabilimento balneare alle Focette di Marina di Pietrasanta e quel- it1lin[1IMI^M4IHIIM(tMIIIIIltlIlllItlUf illlllllllll la sera c'era anche lui davanti alla «Bussola». Nel momento in cui gli incidenti aumentarono di intensità, un signore (soprabito blu, cappello grigio, camicia bianca, baffi ed occhiali) lo interpellò chiedendogli: « Come la mettiamo? ». Luciano Tartarini gli rispose: « A me sembra che si metta piuttosto male ». «Allora quel signore mi fa: lllllllllll J1U1 11111 [ MIM i 1111 II 111111111 f 11111U11H1 " Ma i nostri dove sono? ". Io lo guardo perché mi rendo conto che mi ha scambiato per un altro — ha aggiunto Tartarini —, ma prima che io possa dire qualche cosa prosegue: "Comunque, sulla macchina ci sono i mitra e le pistole". In quell'istante, si avvicinò un giovanotto che aveva una ferita alla testa e quel signore gli ordinò: " Vai 1! Il M r M II 1111111111 ! 111 f 111111:11 II 11M111111H MI II ] m > vai alla macchina per curarti ". Poi si allontanò ». Chi era questo « signore »? Luciano Tartarini lo ignora. Sarebbe invece in grado di riconoscere un giovanotto con un maglione rosso che quella notte si accapigliò con Sergio Bernardini, il proprietario della « Bussola ». Lo vede fra gli imputati? « No, non lo vedo », ha spiegato dopo aver vagato con lo sguardo fra coloro che, per l'accusa, hanno la responsabilità di quanto è accaduto in Versilia. « Ma non sono tutti presenti — ha osservato il pubblico ministero — perché alcuni sono rimasti a casa ». Che abbiano usato, o no, le armi da fuoco, quella notte i contestatori erano scatenati. Franco Sbrana, che stava andando con la moglie ed una coppia d'amici alla «Bussola», ha spiegato che tutti stretti intorno alla sua macchina gridavano sempre più eccitati: «Vi ammazziamo tutti, vi squartiamo, abbiamo la dinamite». Mario Ghilarducci, che era in compagnia della fidanzata Ida Grotti, ha detto di essere stato insultato (« secondo loro ero uno sfruttatore » ). Angelo Montone, un medico, e sua moglie Helge Petersen, furono protagonisti di un'avventura ancora più drammatica. Quella sera avevano deciso di aspettare il nuovo anno in casa di amici e furono costretti a passare in macchina davanti alla « Bussola ». « Cento metri prima della "Bussola" — ha detto il dott. Montone — notammo molte persone ferme per la strada. Pensammo che fosse avvenuto qualche incidente stradale. Ci fermammo. Ma la nostra auto fu circondata da un gruppo di giovanotti che ci insultarono ». Presidente — Che dicevano? Dott. Montone — A me, che portavo la mia ganza al night, a mia moglie che era una puttana ed altre cose. Poi afferrarono mia moglie, costringendola a scendere e la presero a schiaffi. Io fui ferito da un sasso. Presidente — Lei è in grado di riconóscere qdtìcuno' dei suoi aggressori? Dott. Montone — Forse sì. Uno era abbastanza alto e' comunque molto robusto, un altro aveva un giaccotto di pelle, un altro era di statura normale. Ma il dott. Montone ha escluso che fra gli imputati vi fosse qualcuno di quelli che lo ferirono. Sono poi stati sentiti Tullio Bigicchi, un aiuto ufficiale giudiziario, ed Alvaro Evangelisti, proprietario di un dancing nella zona: per il primo ha sparato « anche » la polizia; per il secondo. « anche » i manifestanti. «Lei è ben certo di aver visto un agente della stradale sparare con la pistola in aria? » ha chiesto il presidente a Tullio Bigicchi. « Sicurissimo », ha spiegato il testimone. Per Alvaro Evangelisti, invece, a sparare quella notte sono stati anche i contestatori. Erano nascosti dietro una barricata ed i loro colpi finirono per spaccare i vetri di una stazione di servizio davanti alla « Bussola ». Sul finire dell'udienza, i giudici hanno cominciato a interrogare i carabinieri. Ne è stato sentito, per ora, soltanto uno. Augusto Lucci. Quella notte arrestò due - contestatori: Luciano Volpi ed Ivano Biancardi. Il primo ha ventisette anni ed è in carcere, il secondo ne ha diciotto ed è in libertà provvisoria. Sostengono che si trovarono per caso davanti alla « Bussola » e furono fermati per errore. Il carabiniere. Augusto Lucci ha spiegato che entrambi, invece, lanciarono sassi, che egli li rincorse e li arrestò sulla spiaggia. Guido Guidi Il proprietario del ritrovo versiliese « La Bussola >, Sergio Bernardini, a sinistra, all'uscita dal Palazzo di Giustizia di Lucca al termine dell'udienza (Tel. Ansa)

Luoghi citati: Lucca, Pietrasanta, Pisa