Sofia Celorio condannata a 11 anni

Sofia Celorio condannata a 11 anni CONCLUSO IL PROCESSO ALL'ASSASSINA DI ACQ UARON E Sofia Celorio condannata a 11 anni La dama di Acapulco riconosciuta colpevole di omicidio semplice, senza aggravanti - Ha detto: «Sonò innocente » - Poi è scoppiata in lacrime: « Possa Dio perdonarvi » - Difesa e accusa ricorrono in appello (Nostro servizio particolare) Acapulco, 2 aprile. Il tribunale di Acapulco ha condannato Sofia Bassi Celorio a 11 armi di reclusione per omicidio semplice senza aggravanti. Il 3 gennaio dello scorso anno uccise con sei colpi di rivoltella il genero conte Cesare Acquarone. L'accusa aveva chiesto una condanna a trent'anni. Il «dossier» del processo consta di dieci volumi di 150 pagine ognuno. Quando il cancelliere Alberto Jimenez Gonzalez ha letto la sentenza, Sofia Bassi Celorio ha detto: « Non sono d'accordo perché sono. innocente ». La signora non ha esplicitamente affermato che ricorrerà in appello ma il cancelliere lo ha dedotto da quanto essa ha detto. Comunque è certo che il ricorso sarà presentato nelle prossime ore dalla difesa. « Come ben sapete — ha aggiunto Sofia Bassi — non vi sono testimoni che possano comprovare l'accusa e non è mai stato trovato alcun movente. Non voglio concessioni. O sono innocente o sono colpevole. Se sono innocente voglio essere assolta con formula piena. Se fossi colpevole vorrei avere il massimo della pena o addirittura essere condannata a morte». A questo punto è scoppiata in lacrime ed ha mor¬ morato più volte: «Possa Dio perdonarvi ». Dal canto suo il pubblico ministero ha impugnato la sentenza presso la Corte superiore dello Stato sostenendo che la decisione è errata. Il gioco è fatto. E' stato lungo e sempre incerto, accanito da entrambe le parti, c'è stato anche il sospetto che qualcuno tentasse di imbrogliare le carte in tavola. La vìttima: uno dei personaggi più noti dell'aristocrazia italiana, ricchissimo. L'accusata: una bella donna del jet internazionale, non più giovane (si dice che ha 59 anni, una biografia la fa nascere a Vera Cruz nel 1906, ma non ne dimostra quaranta). Il delitto è avvenuto nella villa dei Bassi, sulla collina dei miliardari a Las Brisas. Il conte era ospite con la bella moglie Clairette per le feste di Capodanno. Si diceva che tra di loro i rapporti fossero pessimi, che il marito intendesse divorziare e che avesse buoni motivi per farlo. Due giorni prima, ad un veglione in casa di amici, avrebbe perfino preso a ceffoni la moglie. Lo scandalo scoppiò il 3 gennaio. Un pomeriggio infuocato. Sei colpì di pistola. Soltanto tre ore dopo venne chiamata la polizia e trovò il cadavere del conte' che galleggiava nella piscina con il petto traforato. C'era il clan dei Bassi, tutti d'accordo: è stata una disgrazia. La spiegazione fu questa. ' Acquarone voleva insegnare alla suocera come'si spara. Lei, inesperta di armi, premette il grilletto di una «Walter 7,65» e i colpi partirono a raffica, fulminarono il genero, che era sul bordo della piscina. Le domandarono: «Eravate soli? ». Rispose che la figlia Clairette dormiva in casa dopo avere preso un forte sonnifero, anche il Bassi era in casa, altri due figli della Celorio e una vecchia parente si trovavano in, un capanno del giardino. Fu portata in carcere, ma lei e i suoi familiari erano certi che entro pochi giorni sarebbe stata liberata, trattandosi di « omicidio colposo ». Inoltre, nello Stato del Guerrero, molte porte vengono aperte a chi ha soldi. E Gianfranco Bassi è sinceramente innamorato della moglie ed è assai ricco. Ma le cose non andarono nel verso voluto. La perizia balistica affermò che « la Walter non può sparare a raffica, a meno che non sia stata apportata qualche modifica ». E il giudice sentenziò: «Omicidio intenzionale». Ma per un delitto volontario, bisogna trovare un movente. Si disse che Sofia era innamorata del genero; che essa non voleva la figlia divorziata « ma piuttosto vedova »: ohe mirasse alla fortuna degli Acquarone; che fossi; stata Clairette a sparare e che la madre si fosse presa la colpa. Queste le ipotesi dei « colpevolista », Ma gli «innocentisti» non erano meno numerosi e ripetevano: «Sofia lo giura: è stata una disgrazia». Due mesi dopo la difesa chiese che si ripetesse l'esperimento di tiro con l'arma del delitto e questa volta la « Walter » sparò a raffica. Gli innocentisti esultarono. Ma poi risultò che la pistola (che non doveva uscire dal cassetto della scrivania del giudice istruttore Arenano) era stata « limata ». Il giornale La Extra scrisse che questa operazione era costata al dottor Bassi dieci milioni di pesos, mezzo miliardo di lire. Intervenne il Procuratore generale federale, che « accettò le dimissioni » del giudice Arellano, lo sostituì con un nuovo magistrato «al di sopra di ogni sospetto ». Intanto Sofia restava in carcere, sicura che il processo le sarebbe stato favorevole e il marito non risparmiava i soldi per costituire un imponente collegio di difesa, In Italia la madre del conte, la vecchia duchessa Maddalena, aveva affidato la parte civile all'avvocato Ungaro e all'avv. Ricardo Franco Guzman di Città del Messico. Quando accettò l'incarico, Franco Guzman andò a Verona per conferire con la duchessa. Ritornato in Messico disse a un giornalista: «Mi ha detto: io non voglio che la verità». r. s, Sofia Bassi Celorio