La bomba al Palazzo di Giustizia poteva provocare decine di morti

La bomba al Palazzo di Giustizia poteva provocare decine di morti I terroristi a Roma hanno scritto: «Colpiremo ancora» La bomba al Palazzo di Giustizia poteva provocare decine di morti La via dove è avvenuto lo scoppio è molto frequentata; inoltre una pesante lastra di ferro è stata scagliata in una libreria dove si trovavano impiegati e clienti - L'ordigno era composto da due chili di dinamite - Nessuna traccia della fantomatica organizzazione anarchica che ha firmato i manifestini lasciati sul luogo dell'attentato (Nostro servizio particolare) Roma, 1 aprile. Le indagini che la polizia sta svolgendo a ritmo serrato sull'attentato dinamitardo di.ieri sera al Palazzo di Giustizia non hanno finora dato risultati concreti. Perquisizioni in una decina di case di persone sospette, e da tempo sotto controllo, e numerosi interrogatori non hanno fornito alcuna traccia. Anche i manifestini ciclostilati, trovati vicino al punto in cui è stata fatta esplodere la grossa bomba e firmati dal gruppo anarchico internazio- I II 111 II IIIIM li II ! Illlll IIIIHIHIIIIIIIIDI tll IDI IIIIB naie « Marius Jacob », appaiono sempre più come un espediente per sviare le indagini. Il dott. Provenza, capo dell'ufficio politico della questura, ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di tale organizzazione e di non essere riuscito a trovare alcuna notizia, malgrado le ricerche bibliografiche e d'archivio da lui svolte, di un anarchico, del presente o del passato, noto con il nome di Marius Jacob. Le persone conosciute dalla polizia per i loro trascorsi e per le loro idee anarchiche si sono dette anch'esse del tutto all'oscuio dell'esistenza di questo fantomatico gruppo che ha rivendicato su di sé anche la responsabilità dell'attentato dinamitardo compiuto giovedì scorso al ministero della Pubblica Istruzione. E' tuttavia probabile che anche la bomba esplosa verso la fine di febbraio ad un ingresso secondario del Senato sia opera degli stessi individui. Identificarli non sarà facile. Una perquisizione è stata fatta dalla polizia nell'abitazione dello studente in Legge Franco Papitto, di ventisei anni, esponente del « Movimento studentesco di Giurisprudenza » (estrema destra). Il Papitto, uscito tempo fa dal movimento pacciardiano di « Nuova repubblica », è conosciuto per alcune clamorose azioni di protesta. Gli investigatori avevano il sospetto che egli nascondesse in casa esplosivo, ma vi hanno trovato soltanto due proiettili' di mitra in un portagioie in camera della madre. Occupandosi, inoltre, di una agenzia di stampa egli possiede una macchina per il ciclostile. L'indirizzario dell'agenzia è stato sequestrato. Il Papitto è stato fermato e condotto in questura per essere interrogato. Lo hanno rimesso in libertà dopo alcune ore. L'attentato di ieri poteva provocare una strage. Via Ulpiano, la strada che costeggia il lato di Palazzo di Giustizia dove si - trova il' cancello accanto al quale fu deposto il grosso ònfigno, "e . di sòlito moltxv frequentata. L'esplosione ha mandato m frantumi tutti i^vétri -Jdeaa^zòntt'lh» lastra di ferro, scardinata dal cancello, ha infranto le vetrine di una libreria dellUtet, rischiando di colpire gli impiegati ed un gruppo di clienti. Una quindicina di auto sono rimaste danneggiate. Si teme che i dinamitardi, i quali starmo evidentemente attuando un piano preordinato contro gli edifici più rappresentativi dello Stato, tornino a colpire, malgrado il servizio di vigilanza sia stato aumentato dovunque. Le indagini non trascurano le organizzazioni di estrema destra, tristamente famose per là facilità con cui hanno sempre usato gli esplosivi. Una ipotesi probabile è quella che si voglia creare un clima di allarme e di indignata protesta, che abbia ripercussioni politiche nei confronti dei movimenti studenteschi e dei partiti di sinistra. Sui volantini lasciati dai dinamitardi ieri al Palazzo di Giustizia, si legge: « La lotta prosegue con tutti i mezzi a disposizione, contro la autorità dello Stato e della Chiesa. Stop. Saluti: l'Associazione rivoluzionaria anar- chica per la rivoluzione sociale, sezione italiana ». Questo testo era già stato scritto in occasione dell'attentato dinamitardo al ministero della Pubblica Istruzione, ma solo ieri è stato reso noto. Nel volantino trovato ieri, si legge ancora: «Imputati, bruciate la toga dei giudici! Fate del Tribunale un campo di battaglia! Rivoluzionari, abbattete le prigioni! Petrolio alle scartoffle legali! Dinamite ai palazzi d'ingiustizia! ». Via Ulpiano è ancora interrotta al traffico. Squadre di vetrai stanno risistemando i vetri delle finestre di Palazzo di Giustizia e di quelli degli stabili vicini. Un nuovo sopralluogo è stato compiuto dalla polizia scientifica e dai tecnici della direzione generale di artiglieria, i quali hanno dichiarato che il responsabile dell'attentato è certamente bene addestrato nella fabbricazione di bombe, mentre non ha esperienza di balistica. Per questo ieri rischiò di compiere una carneficina. L'ordigno, consistente in un involucro di latta o di plastica, conteneva almeno un chilo e mezzo o due di dinamite: un quantitativo troppo forte perché le due lastre di ferro che formano la base ri*"! cancello potessero resistere. g. fr. Sopralluogo davanti all'ingresso del Palazzo di Giustizia dove è esplosa la bomba a Roma (Tel. Ansa)

Persone citate: Marius Jacob

Luoghi citati: Provenza, Roma