Due amanti suicidi per amore dei loro gatti di Guido Guidi

Due amanti suicidi per amore dei loro gatti Sconcertante processo a Roma Due amanti suicidi per amore dei loro gatti La donna, un'infermiera austriaca, sopravvisse ed ora è stata accusata di « omicidio del consenziente » (Nostro servizio particolare) Roma, 29 marzo. I motivi che due anni fa spinsero Manfred Gernat, un tedesco di 23 anni, e la sua amante Hedwig Hinner, ima infermiera austriaca di 44, a farsi una duplice iniezione di potente veléno, sono stati spiegati oggi dalla donna — la sola sopravvissuta — che è comparsa in Corte d'Assise per rispondere di omicidio del consenziente, un reato insolito che prevede una pena da sei a quindici anni. Un grande amore per i gatti li avrebbe convinti di essere fatti l'uno per l'altra, e decisero di andare a vivere insieme: ma, dopo neanche due mesi, lo stesso sentimento li avrebbe trovati d'accordo sull'idea del suicidio. La versione: può sembrare inverosimile: ma la Hinner l'ha fornita ai giudici senza battere ciglio. « In casa con noi — ha detto — vivevano 27 gatti ed un cane, anzi una cagnetta. Quando ci rendemmo conto che non avevamo più quattrini, che non avremmo potuto più provvedere a noi stessi e che non avremmo potuto più procurarci il cibo per queste bestiole, Manfred disse: "Non ci resta che il suicidio". Lui avrebbe prima ucciso me, poi avrebbe pensato a se stesso. Ed io fui d'accordo ». E' la tesi che l'infermiera ha sempre sostenuto dal momento in cui, la mattina dell'I 1 luglio di due anni orsono, fu strappata alla morte dai medici; la scienza non potè invece fare .mente per il Gernat, uno studente tedesco di Koenigsberg che in Germania si guadagnava da vivere lavorando come falegname. L'accusa attribuisce alla donna la responsabilità di avere assunto lei l'iniziativa di questo omicidio-suicidio. Conobbe Manfred Gernat in trattoria: era il 15 maggio 1967. « Mi disse che aveva 25 anni, ma soltanto dopo ho saputo che ne aveva inve¬ liiiiiiiiiiiiiiiiiii: ce 23» ha spiegato. Non aveva lavoro, non aveva danaro, gli piacevano i gatti. « Io ne avevo 27 oltre una cagnetta — ha aggiunto Hedwig —; decisi di farlo vivere nel mio alloggio in via dei Banchi Vecchi. Io lavoravo come infermiera anche di notte. Manfred era geloso e dopo qualche settimana mi fece capire che mi voleva sempre vicina, soprattutto la notte. Ed io smisi di lavorare. Ben -presto finirono i quattrini, cominciarono i debiti. Al macellaio dovevamo 130 mila lire per la carne destinata ai gatti. Manfred pensò che prima o poi in quelle condizioni le bestie sarebbero morte. Ed allora mi propose di ucciderci, contemporaneamente ». Presidente: « Scusi, ma non capisco. Morti voi, i gatti come avrebbero potuto vivere?». Imputata: « Io ho lasciato scritto che avrebbero dovuto essere abbattuti ». Presidente: « E perché allora non li avete uccisi prima di togliervi la vita? ». Imputata: « Perché tanto Manfred che io eravamo affezionati alle bestie». Presidente: « E cosi lei non ha voluto uccidere i gatti, ma ha ucciso il suo amante ». Imputata: « Ma io non ho ucciso Manfred. E' stato lui a farmi una iniezione con un veleno per gatti; con il "Tanax"; io sono svenuta e poi non so che cosa abbia fatto lui. Capito?». La sera del 9 luglio '67 provarono ad uccidersi con i barbiturici; sbagliarono , la dose e dormirono per 15 ore consecutive. Li svegliò il garzone del macellaio che pretendeva il saldo del suo credito. Manfred allora decise di usare il « Tanax ». « Preparai due siringhe — ha spiegato Hedwig —; Manfred mi fece una iniezione, persi i sensi, poi non so più nulla». Furono trovati, il giorno successivo abbracciati sul letto: lui era morto, lei respirava ancora. Guido Guidi IIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIID

Persone citate: Manfred Gernat

Luoghi citati: Germania, Roma