I "leaders" sovietici divisi sulla Gina Breznev vuole la rottura, Kossighin contrario

I "leaders" sovietici divisi sulla Gina Breznev vuole la rottura, Kossighin contrario llllllllllllllllllllllllUlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllimilllllll 11111111 ! 1111 r 11 : r ! 1111111 r 1111 imi iiiiiiiihiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiiiiiihiiimiiiiii GLI SVILUPPI AL CREMLINO DEI GRATI COMEASTI CON MAO I "leaders" sovietici divisi sulla Gina Breznev vuole la rottura, Kossighin contrario La lotta è incerta - La « Pravda » censura un che accusa i cinesi di sovversione duro attacco di Ponomarev, Nuovi spostamenti di truppe al contine (Dal nostro corrispondente) Mosca, 26 marzo. La linea anticinese del Cremlino incomincia a raccogliere consensi tra i Paesi comunisti: la settimana scorsa i francesi avevano annunciato pubblicamente il loro appoggio, oggi lo hanno fatto i bulgari. All'interno della direzione collegiale sovietica si manifestano tuttavia contrasti vecchi e profondi sull'opportunità o no di giungere alla rottura definitiva con Pechino. Il Politburo è divìso sulla tattica da seguire e gli obiettivi da raggiungere: su tale questione, come su molte altre a partire dalla Cecoslovacchia, si scontrano fazioni e personalità opposte. i Ai lavori della commissione preparatoria per la conferenza internazionale comunista del 5 giugno è stata mantenuta la settimana scorsa una parvenza di unità. Alla « sessione scientifica » sul Comintern, attualmente in corso, le divergenze sono tuttavia venute alla luce. Ieri l'ideologo del Cremlino Suslov ha evitato con cura ogni riferimento alla Cina; il presidente della commissione preparatoria, Ponomarev, l'ha invece definita, «insieme con coloro che la seguono» «complice dell'imperialismo», tacciandola di « sovversione del movimento socialista ». La Tass ha preso atto di entrambi gli atteggiamenti; ma la Pravda, portavoce ufficiale del partito, ha stamane censurato il secondo intervento. Così, tra gli estratti del discorso di Ponomarev, l'autorevole foglio « taglia » quello che si riferisce a Pechino. Un'altra dissonanza è stata riscontrata tra le dichiarazioni rese in pubblico dai membri del Politburo Kirilenko e Shelest domenica scorsa. Parlando entrambi fuori di Mosca, essi hanno affrontato in modo assai diverso il problema dei rapporti tra l'Urss e la Cina. Kirilenko ha fatto capire che il Cremlino avversa la politica di Mao Tse-tung, senza peraltro minacciare rotture; Shelest invece ha definito Mao «un traditore ». accusandolo di essersi venduto «alla reazione e all'imperialismo» e di aver formato un'» asse » con Bonn. La Tass ha riferito, di questi due interventi, solo il primo; il secondo è apparso sulla Pravd Ukrain, un foglio della federazione provinciale del partito di Kiev. Sembra, da quanto si è appreso questa sera, che all'interno del Cremlino una fazione si batta per il rafforzamento dell'unità dei partiti comunisti, rifacendosi all'esempio, peraltro non felice, del Comintern: e di questa farebbero parte Su- slov e forse Kossighin e Shelepin. Un'altra invece avrebbe come obiettivo centrale la « scomunica » di Pechino, anche a costo di causare scissioni all'interno del movimento internazionale socialista: ed essa sarebbe formata da uomini come Shelest e Breznev. Questa seconda fazione, nelle ultime settimane, avrebbe preso il sopravvento. Di fronte al fermo atteggiamento di taluni partiti, come quello romeno e italiano, i loro antagonisti avrebbero però riacquistato fiducia ed autorità. Non è escluso dunque che, nelle prossime settimane, la attuale campagna anticinese condotta dai giornali si plachi o addirittura si spenga. Ciò dipende, essenzialmente, dagli sviluppi della situazione sulle frontiere dellUssuri, situazione che rimane molto tesa e confusa. Altri spostamenti di truppe sono stati segnalati infatti negli ultimi giorni e si teme che nuovi incidenti facciano precipitare in una guerra di confine. Se l'incerta tregua d'oggi fosse però mantenuta, e gradualmente rafforzata, allora le « colombe » del Cremlino potrebbero avere il sopravvento. In tale quadro hanno una enorme importanza le iniziative che potrà assumere Mao Tse-tung. Si nota a Mosca che i cinesi, però, negli ultimi giorni hanno mostrato cautela e riserbo. L'appoggio più aperto alla « scomunica » di Pechino è stato dato oggi all'Unione Sovietica dai bulgari. Nella «sessione scientifica» sul Comintern un veterano dell'Internazionale comunista, Ruben Avramov, ha infatti dichiarato: «Il gruppo di Mao Tsetung ha rotto infine con marxismo-leninismo e ha preso la strada del tradimento aperto e della connivenza con l'imperialismo. Revisionismo e nazionalismo hanno alzato di nuovo la testa. In queste condizioni è una necessità vitale combattere l'opportunismo di destra e di sinistra ». Avramov ha concluso il suo discorso con un attacco contro il cosiddetto «socialismo democratico o umanitario ». Egli ha affermato che tali termini nascondono «un esasperato anticomunismo ». Si riferiva, quasi di certo, al nuovo corso cecoslovacco stroncato dall'intervento dei paesi del Patto di Varsavia, di cui fa parte anche la Bulgaria. Le sue parole non sono state accolte favorevolmente da tutti i partecipanti alla « sessione ». Tra i partiti sembra crescere infatti il disagio per l'odio che sembra oggi ' .ubare sia Mosca sia Pechino. Ennio Carette