Saper spendere bene

Saper spendere bene Dialogo con le lettrici sul bilancio della famiglia Saper spendere bene Elettrodomestici: c'è un sistema per essere certi che siano costruiti a "regola d'arte", cioè secondo le norme della sicurezza; è il Marchio di qualità IQM - Purtroppo l'adesione all'Istituto che lo concede, non è obbligatoria per le ditte -1 segreti del risparmio quotidiano: "spesa grossa" sul mercato e programmazione del menù Scrive Agnese D. da Genova: «Certo, avete ragioni di insistere con gli elettrodomestici che assicurano alla donna di casa più tempo libero e la alleggeriscono di tanta fatica. Ma io, e tante altre sono come me anche tra le mie conoscenze, ho paura. Tutti questi aggeggi, frullatore e aspirapolvere, lucidatrice e lavapiatti ecc. che spesso si toccano con le mani bagnate 0 vanno a contatto con superflci umide, mi mettono addosso un'eterna tremarella. C'è un modo per scegliere apparecchi sicuri, in mezzo al mare di prodotti che invadono il mercato? ». Una legge per la sicurezza degli elettrodomestici ** Fino all'anno scorso, signora Agnese, si era trascurato di dare necessaria validità giuridica alle norme di sicurezza a cui lei allude. La legge che rimedia a questa dimenticanza è stata approvata dal Parlamento il 1° marzo '68. Porta il numero 136, consta di due brevi articoli. « lj tutti i materiali, le apparecchiature, ì macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere costruiti a regola d'arte. 2) ì materiali, le apparecchiature ecc. realizzati secondo le norme del Comitato elettrotecnico italiano (C.E.I.) si considerano costruiti a regola d'arte». Un piccolo industriale dèi settore, N. Cavaliere, inviandoci copia della legge dice: « Data l'importanza dell'argomento vi prego di prendere in considerazione quanto vi segnalo, e di orientare il pubblico sul fatto che per "saper spendere bene " dovrebbe acquistare soltanto prodotti costruiti secondo le norme C.E.I. e possibilmente controllati dall'Istituto italiano del Marchio di qualità per 1 materiali e le apparecchiature elettrotecniche ed elettroniche. Questo Istituto è preposto al controllo di tutti gli apparecchi elettrodomestici (ma sinora soltanto su richiesta delle,Case costruttrici) e rftascia, in caso di benestareVjun=certiflcato che a*-" testa m sepOTaMiéhtd- delle prove stabilite dal C.E.I. «I fabbricanti sono così autorizzati ad applicare, su ogni modello uguale a quello presentato per l'approvazione, l'apposito Marchio di qualità. In questo caso il compratore ha la garanzia che l'apparecchio da lui acquistato ha superato tutta una serie di prove di buona funzionalità, di lunga durata, di ottimo isolamento delle parti elettriche. Per « saper spendere bene » è inoltre consigliabile di acquistare gli elettrodomestici da Case che dispongano di un effettivo servizio di assistenza tecnica ». Aprire gli occhi, prima di comperare Nella scelta degli elettrodomestici l'acquirente è guidato per lo più dalla pubblicità e dai consigli del rivenditore « il quale — dice il dott. Dona dell'Unione consumatori — proprio per il tumultuoso sviluppo di questo particolare mercato proviene spesso da attività di altro genere e non ha sufficiente competenza». Anche per il negoziante quindi la presenza del marchio IQM è una garanzia per il prodotto che vende: «Del C.E.I. come dell'UNEL (ente per l'unificazione elettrotecnica) fanno parte l'Enel e tutte le organizzazioni delle categorie interessate: costruttori, installatori, da qualche tempo anche i consumatori, le amministrazioni pubbliche competenti e gli istituti di ricerca ». La mancanza del marchio non significa necessariamente inosservanza o imperfetta applicazione di qualche norma: « L'adesione all'Istituto del Marchio è facoltativa, implica con i controlli anche in fabbrica, una proporzionale partecipazione alle spese comuni. Anche le aziende — non molte in verità — che la evitano dovrebbero costruire ugualmente a regola d'arte. La differenza è che le altre "devono" farlo. Un elettrodomestico non è mai una spesa da nulla: dev'essere scelto aprendo bene gli occhi senza lasciarsi distrarre da affermazioni non documentate; il marchio IQM, che garantisce l'essenziale, può essere un valido aiuto ». / segreti della mamma di tre bambini Botta e risposta tra le lettrici. Sfidata da «una mamma qualunque », la « mamma dei tre bambini » manda una lunga lettera esplicativa, « Ecco i piccoli segreti che mi permettono con 150 mila lire al mese di pagarmi anche la donna a ore, che grava sul mio bilancio per 32-40 mila lire al mese secondo il numero dei sabati ». « Premesso che affitto e vestiario sono a carico di mio marito, cosi il parrucchiere e il cinema, devo precisare che io e i bambini non beviamo caffé, mio marito raramente. Lo stesso per il vino salvo qualche bottiglia in occasione delle feste. In compenso i miei figli fanno largo consumo di yogurt. « Dicono, le mie cortesi avversarie, che è impossibile mi bastino 230 lire al giorno per la verdura. Invece mi bastano perché quello che conta è la spesa complessiva settimanale. Giovedì scorso ho comprato 3 chili di finocchi, lattughe, un mazzo di cipolline, uh chilo di carote, 10 carciofi, un cavolfiore, 3 chili di patate: totale lire 1880. Con due scatole di piselli sono arrivata comodamente sino a domenica sera (senza mangiare soltanto patate!). Lunedi mattina ho fatto una bella "spesa grossa" a Porta Palazzo: i fornitori mi co¬ noscono, mi aiutano a scegliere bene, mi fanno buon peso. «Adesso ho l'auto, e non faccio più fatica; ma per anni ho portato certe borse, con il sole o con la pioggia, che neanche un facchino. Facevo la spesa due volte la settimana e vi assicuro che, date le persone tra cui vivo, ero guardata come una bestia rara. Ancora adèsso, quando scarico le mie cassette e borse sotto casa le coinquilino mi sbirciano piuttosto sorprese. Ma sapete che l'ultima volta che ho comprato i mandarini ho spese 200 lire al chilo e nei negozi costavano 380; e le mele 180 contro le 260-300 dèi negozi? Così tutto il resto; e poi al mercato non ti guardano il grammo. L'unica cosa che compro all'angolo è la carne, molto scelta (270 lire in mèdia l'etto), ma anche per là carne faccio la "spesa grossa": una volta la settimana. Dentro un foglio di alluminio, in frigo, si conserva benissimo. L'olio lo prendo in latte da 5 litri (3.850 lire), il burro per condire lò pago 160 lire, quello per friggere 130. Comunque vorrei concludere mandando tutta la.mia ammirazione alle mamme di molti figli che con la metà della cifra di cui dispongo io provvedono, a tutto. A quelle, altro «he medaglia, ci vorrebbe un monumento e la nomina a ministro delle finanze ». Stendere un preciso menù per tutta la settimana : Poniamo la candidatura al monumento o all'alta carica per la signora Annamaria Innocenti, di Firenze che ha due bimbi dì l e 3 anni e 75 mi¬ la lire per le spese familiari: << Questa rubrica è molto generosa nel distribuire medàglie, ma forse non sa che esistono madri che mandano avanti la loro azienda con molto meno, riuscendovi in pieno. Io per esempio che devo pensare a tutto (tranne che all'affitto e all'abbigliamento) con una cifra che è la metà di quella di cui dispone la "mamma dei tre bambini». Come faccio? Il sistema è semplice: oltre alla "spesa grossa" che fa risparmiare parecchio, e il darsi da fare ai fornelli, c'è il metodo di stendere il menù per tutta la settimaiia. Consente di variare i piatti tutti i giorni, utilizzando ogni lira. Non faccio miracoli, ma riesco a non far mancar nulla ai bimbi e a mio marito ». c. s.

Persone citate: Annamaria Innocenti, Fino

Luoghi citati: Firenze, Genova