Aspre polemiche nel manicomio
Aspre polemiche nel manicomio In via Giulio tra infermiere e medici fautori di nuovi metodi Aspre polemiche nel manicomio Dopo l'episodio della ragazza avvelenata, un'altra rivelazione: una donna di 70 anni è morta in seguito a uno spintone di una ricoverata più giovane, per la quale le sorveglianti avevano chiesto il trasferimento - La magistratura ha ordinato l'autopsia su richiesta della direzione del manicomio - Scambio di vivaci accuse tra sanitari e personale Un'ammalata di mente ferisce due infermiere; il personale si mette in sciopero per protesta contro il medico che l'ha fatta slegare dal letto in cui era « contenuta » per ordine del responsabile della sezione. L'episodio ripropone al giudizio, del pubblico un problema sempre vivo e che negli ultimi mesi ha avuto larga risonanza: le penose condizioni in cui vivono i ricoverati nei manicomi della civile Torino; l'insufficienza di personale e la sua scarsa specializzazione; l'ambiente <r disumano, deprimente, intolleràbile » come lo definisce il medico provinciale al termine dell'inchiesta condotta due mesi fa. Non vogliamo ripeterci. Ricordiamo soltanto la clamorosa contestazione studentesca, le denunce di «Io, povero matto» e la risposta delle infermiere combattute tra l'orrore dei sistemi coercitivi e l'impossibilità di difendere altrimenti la propria incolumità personale; i locali sovraffollati, cupi, «traumatizzanti », come dicono i medici, per gli sventurati costretti a viverci. I manicomi, malgrado gli sforzi che sono stati compiuti per renderli meno Inaccettabili, continuano ad essere » luoghi ài custodia per incurabili », anziché ospedali per guarire-1* malattia di mente, une. delle più drammatiche che possano colpire l'uomo. « Del malato di mente — dice il dottor Gaglio — abbiamo latto un " alienato " piti di guanto non sia; lo abbiamo respinto, rinchiuso, abbandonato ». In queste condizioni ci sono psichiatri che tentano di restituire al ricoverati dignità umana e speranza. Perché 11 malato, invece di sentirsi in trappola, privato della sua libertà e delle sue cose, in umiliante promiscuità con tanti sconosciuti, riesca a inserirsi in una comunità dove tutti collaborano per alutarlo. Ma il medico pub far poco, se — come succede in via Giulio — non ha dalla sua parte il personale di assistenza; se non lo ha liberato dalla paura, se non lo ha convinto che « la violenza dei malati mentali — sostiene 11 dottor Hutter in una lettera a " La Stampa " — è il risultato della violenta che il manicomio esercita su di loro ». Gli infermieri obiettano: « Siamo responsabili dei ricoverati anche penalmente, la legge non è mutata e le " comunità terapeutiche" restano un sogno ». Cosi, quando capita che uno dei sanitari porti una giovane malata a far visita al parenti, le infermiere, spaventate, denunciano che 6 fuggita. Quando la ragazza, pochi giorni dopo ingoia SO pastiglie di sedativo, la magistratura apre l'inchiesta • nel manicomio si scatena la polemica. Le infermiere affermano: « Siamo troppo poche per aver occhi a tutto; i medici trascorrono poche ore qua dentro e tocca a noi vivere a contatto con le malate. Noi sole le conosciamo ». Giovedì, 13 marzo, ore 10. La ricoverata Domenica Castagneri, 70 anni, una « tranquilla » è nel refettorio. Le si fa davanti Wanda Fanzini, 47 anni, che non pub sopportare le persone anziane; le grida feroci Insulti e poi la butta a terra con uno spintone. Le sorveglianti si precipitano, ma non riescono ad evitare l'aggressione. Un femore spezzato, choc; sei giorni dopo la Castagneri muore. L'autorità giudiziaria ordina l'autopsia da cui risulta che non ha subito percosse. Ma la lite, pare per il possesso di una scopa, le è stata fatale. Si poteva evitare? Andiamo in via Giulio a sentire. Il medico della V sezione dott. Luciano, uno dei fautori delle nuove terapie, racconta i precedenti: « Il 3 febbraio le sorveglianti mi hanno chiesto provvedimenti per la Panzini dicendomi che aveva percosso una di loro. Ma l'ho trovata tranquilla. Ho saputo invece che l'infermiera Silvia Saccona aveva colpito l'ammalata nei suoi oggetti personali e che la Pamlni aveva reagito. Al che la SaccoTia l'ha trascinata per i capelli e ■iiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiiiiii)iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiii chiusa in una stanza. Ho inviato un rapporto al consiglio di disciplina e non ho trasferito la PanZini ». Il trasferimento al « reparto furiosi » è avvenuto dopo l'episodio del refettorio. Le infermiere obiettano: « Non sarebbe successo nulla se il medico ci avesse ascoltato ». La Saccona respinge con indignazione l'accusa che la riguarda: « Oltre tutto so¬ spPbn1IIIIIUIIIIII1II11I1IIIIIIIIII1IIUIIIIMIIIIIII lllllll no invalida civile, come potrei trascinare una donna per i capelli? Non ne ho la forza ». Ha sollecitato li consiglio di disciplina, ha rivolto un'istanza al Prefetto. La Castagneri è morta tra le braccia dell'Infermiera Giovanna Bracco, che sostiene: « Le malate non sono cattive se vengono trattate con umanità e comprensione ». Ma le altre la contraddi¬ clllllllllllllHIMIItiélI IIlilllItlUilllilllIlllllllll cono e accusano 1 medici di trascurare la maggioranza delle inferme per concentrare i nuovi sistemi terapeutici su-alcune. Dicono: « Si preoccupano di due e dimenticano le altre 160 ». Insistono: « La Brunetto, quella che si è avvelenata, soffriva per l'ostracismo delle compagne gelose dell'interesse che il medico le dedicava ». Sussurrano anche: <r Un'ammalata, appena dimessa llllllNIIIIlIIIIIIIIHIIIIIIIIHIIIIHHIllllllllllllliHll di qui, si è buttata dal quarto piano. Noi lo avevamo detto che non era il caso di mandarla via. Ma noi, chi ci ascolta?». Comunque dure condizioni in via Giulio. Per tutti: malate, infermiere, e anche per 1 medici che vorrebbero fare molto ed urtano nell'Incomprensione, mancano della collaborazione necessaria. Ma la vergogna di via Giulio, non sarà mai cancellata? llllHIiltltMIIIIIIIIlllUllllllllllll Illlllllllllll L'infermiera Giovanna Bracco e il dott. Luciano; « Le malate non sono cattive » - L'infermiera Silvia Saccona
Persone citate: Castagneri, Gaglio, Giovanna Bracco, Hutter, Panzini, Silvia Saccona, Wanda Fanzini
Luoghi citati: Torino
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