Orefice affronta un bandito armato questi spara e lo ferisce all'addome

Orefice affronta un bandito armato questi spara e lo ferisce all'addome Assalto all'ora della chiusura in un negozio di borgo San Donato Orefice affronta un bandito armato questi spara e lo ferisce all'addome Un giovane chiede di acquistare un orologio, poi punta la pistola: « Fermi » - Ma il padrone discute: «Perché?» e si lancia sul pulsante dell'allarme - Il rapinatore esplode il colpo e fugge con il complice - Inseguito per strada dalla folla, si rifugia in una casa e.sparisce - Il gioielliere è grave Un rapinatore è entrato in una gioielleria e ha sparato al proprietario che aveva messo in azione U segnale di allarme. La vittima è stata raggiunta da un colpo al ventre ed è ricoverata all'ospedale in gravi condizioni. Si chiama Arturo Morosini, 62 anni, via Servais 97, con negozio in via Nicola Fabrizi 6. Ha già subito due aggressioni: nel '62 un furto di gioielli dalla vetrina e nel '66 una rapina a mano armata. Anche quella volta l'orefice reagì coraggiosamente lanciandosi contro i banditi, due giovani con una grossa pistola a tamburo. Fu colpito alla testa e tramortito a pugni, ma riuscì ad azionare il segnale d'allarme. I rapinatori furono costretti a fuggire senza prendere nulla; il Morosini rimase al Maria Vittoria 15 giorni per contusioni e choc. L'assalto di ieri è avvenuto alle 19,45. Quasi tutti i negozi della strada sono già chiusi; c'è poco traffico. L'orefice sta ritirando 1 plateaux dalla vetrina e li sistema in cassaforte. L'aiuta la commessa Giannina Tosi, 44 anni, via Mongrando 6. Squilla il campanello della porta. I due si voltano e vedono un uomo, sui 30 anni, capelli neri, giacca grigia, con una borsa di plastica bianca. Fuori c'è un altro giovane: finge di guardare la strada, ma con la coda dell'occhio controlla l'interno della gioielleria. Il Morosini si insospettisce, dice alla Tosi di servire il cliente e si sposta dall'altro lato del locale. Lo sconosciuto vuol com¬ prare un orologio. La commessa a gli mostra quelli in vetrina, non soddisfatto: « Vorrei un modello più elegante », dice. L'orefice apre la cassaforte per prendere i plateaux già riposti. In quel momento lo sconosciuto tira fuori dalla borsa una rivoltella e intima: e Fermi, non una parola ». Il gioielliere non si spaventa, domanda: « Perché non debbo muovermi?» % intanto si sposta verso il segnale di allarme nascosto dietro 11 banco. Il rapinatore risponde: « Se lei fa ancora un passo la uccido ». Parla con voce tranquilla, un italiano corretto, senza inflessioni dialettali. Il Morosini schiaccia il bottone che aziona la sirena, poi si getta a terra. Troppo tardi: il bandito spara colpendolo al ventre. Intanto nella strada risuona l'urlo lancinante dell'allarme. Accorre gente, fra cui la proprietaria di un negozio vicino, -Celestina Grattar ola. Il rapinatore esce di corsa dalla gioielleria sparando in aria, scappa col complice verso via Barbaro inseguito da un giovane in bicicletta che grida: «fermateli, i banditi ». Passa un automobilista, Francesco Pellicani, .30 anni, corso Grosseto 223. Vede 11 rapinatore e cerca di stringerlo contro il muro. La manovra non riesce, ritenta. Questa volta lo costringe a rifugiarsi in un portone di via Nazzaro. Il Pellicani scende dalla macchina per bloccarlo ma viene trattenuto da altra grate: « Attenzione, è armato, spara». H ban dito approfitta della confusione per nascondersi nel cortile. In quanto al complice altri testimoni lo vedono salire su una «1100» nera già col motore acceso che scappa verso 11 centro. Sul posto accorre il capo della Mobile dott. Montesano con funzionari dott. Cuccorese e Ferslnl. Lo stabile dove si è nascosto il rapinatore viene circondato: La polizia perquisisce soffitte e cantine, bussa in tutti gli alloggi. Ma del bandito nessuna traccia, Probabilmente è fuggito da una uscita secondaria e si è mischiato tra la folla radunata in strada Intanto in via Fabrizi l'orefice viene soccorso nel negozio da altri agenti. Nonostante la gravità delle ferite vuole ancora chiudere la cassaforte, controlla che tutto sia in ordine. Poi fa abbassare le serrande. Pallidissimo, il viso contratto dal male, rifiuta ogni aiuto. Alla fine lo convincono a salire su un'autoradio che si dirige a tutta velocità verso l'ospedale Maria Vittoria. Lungo la strada ha un collasso. Al pronto soccorso lo sottopongono a una trasfusione di sangue mentre viene prepa¬ rvcgims■Smmi mmmmiiiiiiiimi iiiiimiimmi rata la camera operatoria. L'intervento è eseguito dal prof. Innocenzo la pallottola ha leso il legato e l'intestino provocando una imponente emorragia; al è fermata vicino alle vertebre, impossibile estrarla. I medici temono che possa provocare una paralisi. L'operazione dura oltre due ore. Al termine 11 Morosini viene trasferito in una cameretta, la prognosi è rlservatisslma. Al capezzale è 11 figlio Walter, di 30 anni, impiegato in una ditta tessile. L'orefice riesce a sorridergli, cerca di rassicurarlo: « Sto bene, il peggio è passato », poi aggiunge: « Avevo anche la pistola a portata di mano, ma non me la sono sentita di sparare. Anche se era un bandito ». Arturo Morosini, di 62 anni, In ospedale con il figlio - La comméssa Giannina Tosi con Celestina Grattami a

Persone citate: Arturo Morosini, Francesco Pellicani, Montesano, Morosini, Pellicani