Notte di sangue all'ambasciata

Notte di sangue all'ambasciata L'IMPRESSIONANTE VICENDA A CITTA9 DEL MESSICO Notte di sangue all'ambasciata Un inserviente impazzito ha ucciso a rivoltellate la moglie dell'ambasciatore d'Etiopia e altre tre persone - Si è tolto la vita dopo essere sfuggito all'assedio della polizia Città del Messico, 19 marzo. Un dramma della follia è costato la vita a quattro persone, fra cui la moglie dell'ambasciatore etiopico a Citta del Messico. Un impiegato, probabilmente impazzito, ha fatto una strage, nell'ambasciata, resistendo alla polizia che attendeva, per entrare, il permesso del ministero degli Esteri. Poi è fuggito, si è nascosto in un albergo e si è impiccato. Oltre al quattro morti, nella notte di sangue si sono avuti sei feriti. Quando si è scatenata la vicenda l'ambasciatore etiopico, Gaitachew Bekele, non era in casa. La nurse Maria Del Carmen Mendez ha raccontato alla polizia che stava preparando i due bambini di Bekele per la notte, con l'aiuto di una cuoca: all'improvviso è entrato l'assassino, Beerhanu Afework, un uomo di trenta anni che lavorava come portiere all'ambasciata. «Aveva una pistola in pugno e ci ha ordinato di spegnere le luci. Ho sentito il "clic" del grilletto, ma l'arma fioro ha sparato. Allora sono scappata di corsa e proprio mentre uscivo dalla porta ho sentito secche detonazioni». La cuoca era a terra, che agonizzava; 1 bambini, feriti, piangevano disperatamente. Ma l'assassino non aveva ancora finito: è uscito dalla stanza gridando e. sparando con due pistole, come un invasato. Ha percorso tutto 11 primo piano della villa, poi è salito al secondo, continuando a sparare. Nella sua folle corsa aveva colpito a morte altri due inservienti. La moglie dell'ambasciatore, la signora Belaynesh Bekele, stava uscendo, richiamata dagli spari, quando l'assassino è entrato come una furia nella sua camera da letto; le ha scaricato contro numerosi colpi di pistola, ma lei ha avuto la forza di trascinarsi alla finestra; ha fatto scorrere due o tre volte i tiranti delle veneziane, lanciando una sorta di segnale, un disperato « Sos » prima di abbandonarsi, fulminata, sul letto. La polizia premeva all'in¬ j grosso ma non osava entra¬ re, temendo di violare l'immunità della sede diplomatica. Se non avesse dovuto attendere il permesso del ministero degli Esteri, almeno una vita sarebbe stata risparmiata. Afework ha tenuto a bada 1 poliziotti sparando diversi colpi di carabina. Tutte le luci dell'ambasciata erano accese, all'esterno un automezzo dei vigili del fuoco puntava il suo grosso riflettore contro la facciata della villa. Accecato dalla luce, impossibilitato a difendersi per lungo tempo, Afework ha deciso di fuggire. Non era facile, con tutto quel chiaro, ma c'è riuscito. Terrorizzando il personale dell'ambasciata e ferendo leggermente quattro bambini, figli dei domestici, ha potuto lasciare l'edifìcio. Ma poche ore dopo il suo cadavere è stato trovato, appeso ad un cappio, nella stanza di un albergo. L'ambasciatore è arrivato quando la polizia aveva già occupato l'edificio. Gli hanno impedito di restare nella villa dove sua moglie era stata selvaggiamente uccisa. Lo stesso ministro degli Esteri messicano Antonio CarriIlo Flores, lo ha accompagnato lontano, coi bambini, in preda ad uno choc violento. (A.P.) ♦

Persone citate: Bekele, Belaynesh Bekele, Flores, Maria Del Carmen Mendez

Luoghi citati: Città Del Messico, Etiopia, Messico