Crisi al comune di Roma Probabile il commissario di Fausto De Luca

Crisi al comune di Roma Probabile il commissario Si sono dimessi 3 assessori della de Crisi al comune di Roma Probabile il commissario Contrasti nel centro-sinistra per una grande strada - Ma i motivi principali vanno cercati nella de romana che si è divisa in sei correnti (Nostro servizio particolare) Roma, 19 marzo. Spaccatasi in sei correnti che non riescono ad esprimere una maggioranza, la de romana ha fatto rimbalzare le sue difficoltà interne sulla già caotica situazione del Comune di Roma. Ieri, mentre il Consiglio comunale era riunito, in una sezione della de tre assessori annunciavano di avere inviato al sindaco Rinaldo Santini le loro lettere di dimissioni. La crisi sembra inevitabile e, a giudizio di molti, sarà difficilmente risolvibile con una « verifica di volontà politica » all'interno dei partiti di centro-sinistra che reggono la Giunta. E' probabile che si giunga ad una gestione commissariale e che, di conseguenza, le nuove elezioni comunali si tengano a novembre prossimo invece che alla normale scadenza del novembre 1970, centenario di Roma capitale. La crisi della de romana è esplosa in seguito al congresso svoltosi il mese scorso. I gruppi di maggioranza, in gran parte dorotei e fanfaniani, si sono spezzettati in sottogruppi: ci sono adesso dorotei di destra e dorotei di sinistra, fanfaniani di destra e fanfaniani di sinistra, un gruppo di irregolari chiamati «messicani», e poi basisti, indipendenti, notabili vari. Sta di fatto che la maggioranza fondata sull'accordo tra i maggiori esponenti de — Petrucei, Darida, Signorello e La Morgia, detti «i quattro dell'Ave Maria» — si è incrinata, e nel Consiglio comunale non si sa più chi abbia le redini in mano. Le dimissioni degli assessori hanno dato il colpo decisivo alla Giunta che era già per suo conto in gravi difficoltà per i dissensi scoppiati sul progetto dell'asse attrezzato, la grande direttrice urbanistica che dovrebbe decongestionare la capitale o assicurarne un meno caotico sviluppo futuro. Democristiani e repubblicani sono favorevoli ad affidare tutto il progettò all'Iri; i "socialisti, sostenuti dai comunisti, vogliono -che tutto rimanga nelle mani del Comune, il quale potrebbe anche affidare la progettazione dell'asse attrezzato all'Iri, ma dovrebbe riservarsene la gestione. Il problema coinvolge il destino stesso di un comune, come quello di Roma, oberato da centinaia di miliardi di debiti (esattamente 1300 miliardi alla fine del 1968) e che non riesce a fronteggiare i sempre più complessi problemi di una città di tre milioni di abitanti. Gli assessori che si sono dimessi sono l'aw. Mauro Bubbico (addetto al personale), il dott. Paolo Cabras (igiene), l'aw. Franco Rebecchini (belle arti). Sono ritenute imminenti le dimissioni di Gerardo Agostini (polizia urbana), mentre sarebbero dimissionari dai loro in carichi i consiglieri Raniero Benedetto (segretario del gruppo consiliare de) e Nazzareno Padellare (vice presidente del gruppo). Nella conferenza stampa tenuta alla sezione de, Bubbico e Cabras hanno detto che la Giunta è ormai del tutto immobile e clie occorre una rinnovata intesa politica e programmatica sui grandi temi dello sviluppo cittadino (asse attrezzato, decentramento amministrativo, politica edilizia). Per i socialisti, pur essi divisi come i de secondo le correnti nazionali e con un cumulo di problemi irrisolti tra l'ala dell'ex psdi e quella dell'ex psi, ha parlato il vice sindaco Domenico Grisolia. La crisi, ha detto Grisolia, se ci deve essere, dovrà avere carattere risolutivo, e cioè scioglimento del Consiglio comunale, commissario prefettizio e nuove elezioni a breve scadenza. In una intervista a VAvanti!, il vice sindaco ha detto che si pone anche al Comune di Roma un problema di rapporti con i comunisti, non come allargamento della maggioranza di centrosinistra, ma per la soluzione dei singoli problemi. I repubblicani, che contano un solo consigliere-assessore in Campidoglio, hanno dichiarato che a loro interessano solo i problemi di contenuto, non quelli interni di partito. Perciò, o de e psi dimostreranno di voler risolvere le questioni amministrative, oppure il pri si ritirerà dalla Giunta. La minaccia ha un concreto significato: il centrosinistra ha 41 posti in Consiglio contro i 39 dell'opposizione. Già la sua maggioranza è precaria poiché due suoi membri, l'ex sindaco Petrucei e un assessore, sono colpiti da denunce che attendono delibazione in tribunale. Il passaggio dell'unico consigliere repubblicano all'opposizione farebbe precipitare la situazione irrimediabilmente. Fausto De Luca PdGdslrzcsnnni

Luoghi citati: Comune Di Roma, Roma