Vicenza, splendida e provinciale è il centro dell'industria veneta

Vicenza, splendida e provinciale è il centro dell'industria veneta VX A CITTA* 1M BILICO TWA IL PASSATO E IEi FUTURO Vicenza, splendida e provinciale è il centro dell'industria veneta Diecimila aziende, 120 mila lavoratori; per esportazioni è al tredicesimo posto fra le 93 province italiane Ma i maggiori nuclei industriali sono disseminati a Valdagno (Marzotto), Schio (Lanerossi), Bassano, Arzignano, Marostica - Il capoluogo è economicamente debole, trascinato a rimorchio dalle zone circostanti (Dal nostro inviato speciale) Vicenza, marzo. Il Teatro Olimpico, le facciate palladiane, e due volte al giorno, sempre alle stesse ore, il passeggio sul corso principale, intitolato, s'intende, ad Andrea Palladio. Nessuno direbbe- che Vicenza è la capitale industriale del Veneto. Anche alla periferia niente ciminiere, nessun cumulo di ferramenta rugginose; .dappertutto, verde tenero, colorì da acquerello. Eppure il primato 'è-"* indiscutibile: diecimila aziende industriali regolarmente iscritte alla Camera di Commercio, centoventimila lavoratori addetti all'industria. L'indice delle esportazioni pone Vicenza al tredicesimo posto fra le novantatré province italiane, davanti a tutte le altre città venete. Anche Venezia, con la sua Marghera, è nettamente stancata. Gli « operai invisibili » Afa dove sono questi operai invisibili, queste industrie « clandestine »? E' presto detto: non sono a Vicenza, o perlomeno ci sono solo in piccola parte. Il grosso è in provincia, a Valdagno (Marzotto), a Schio (Lanerossi), a Bassano (scamosciature), ad Arzignano (meccanica), a Marostica (ceramiche). O anche in paesi più piccoli. O in aperta campagna, lungo i grandi rettilinei degli stradoni provinciali. Negli ultimi quindici anni, e soprattutto nel quadriennio 1059-63, queste zone hanno visto- una prepotente fioritura di imprese minuscole, un «pulviscolo» che ha industrializzato anche le zone tradizionalmente agri- (iiiHiiniiiinHiiiiHiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiii cole. Ma le ha industrializzate garbatamente, armonicamente, con capannoni che spesso assomigliano a ville, distanti l'uno dall'altro, con il prato tosato 'all'inglese e la ghiaia torno torno. Il paesaggio veneto non ne è uscito deturpato. di economisti guardano a questa miriade di piccole industrie con una certa preoccupazione, sono,, pianticelle; tenere, un'eventuale, recessiot he • le metterebbe in gravi difficoltà. Per i sócìotóghi invece- questa diffusione senza tagli netti e senza contrasti, con. i maggiori nuclei industriali disseminati armonicamente, e in mezzo il « tessuto » delle imprese piccole e piccolissime, costituisce un modello, vorrebbero che tutto il Veneto, domani, fosse così. Questa zona esemplare ha però un capoluogo industrialmente ed economicamente debole. « La nostra provincia è un organismo sproporzionato — mi dice il presidente della Camera di Commercio, avvocato Renzo Pelizzari. — Ha un corpo ampio, robusto e una testa piccolissima. Contrariamente alla regola gene rale, la nostra città non è un centro di trazione per le zone circonvicine, al contrario è al rimorchio ». E' un fenomeno che salta agli oc chi. Certo, anche in città qualcosa si muove, in questi ultimi anni, per esempio, l'antica industria orafa ha avuto uno sviluppo impensato, le aziende si sono moltiplicate, la mostra della oreficeria, che prima si svolgeva una volta all'anno, ora ha due edizioni ogni dodici mesi, i gioielli di Vicenza raggiungono tutti i iiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mercati del mondo. Ma il luccichio dell'oro non basta a ravvivare un clima fatto di ritmi lenti, di snervanti languori. Interi piani dei magnifici palazzi cittadini sono deserti, inutilizzati; l'immenso salone della Basilica palladiana, il monumento più illustre di Vicenza, ospita solo qualche partita di pallacanestro, o qualche mostra di mobili. • . Salvare i quartieri storici Qti^irjdiv.idui che si sforzano di' ScuotereVicenza non mancano. C'è il sindaco, Giorgio Sala, un giovane professore che, sotto un garbo moroteo. ha idee chiare e spirito deciso. Rimprovera ai suoi concittadini una certa apatia, mancanza di senso del rischio; ma nel complesso è ottimista. Il suo chiodo fisso è la conservazione è il riordinamento del centro storico. A questo fine il Comune, in cinque anni di lavoro, ha completato la schedatura di tutti gli edifici compresi entro le mura cinquecentesche. Ora si è passati alla fase più difficile: la elaborazione delle soluzioni, stabilire i criteri per la definitiva sistemazione di tutti gli antichi quartieri centrali; decidere quali istituti e quali imprese potranno restare e quali invece farebbero meglio a trasferirsi nelle zone moderne della città. Sarà una battaglia lunga e difficile. Su una cosa comunque l'amministrazione co munale sembra decìsa: tutta la città duecentesca, cioè II nucleo centrale, ottocento metri di diametro, sarà vietata agli autoveìcoli. «Da principio c'era una certa avversità per questo progetto — dice iiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiwnn a a a o , l e o e i n o e e o il sindaco — ma poi gli umori hanno cominciato a cambiare, oggi la gente è meno contrària; a poco a poco l'idea che Vicenza non si salva con i " night clubs " ma con la -difesa del suo patrimonio artistico, si va facendo strada». Anche l'editore Neri Pozza, altro innamorato di Vicenza, è piuttosto severo nei confrónti dei vicentini, li accusa di mancanza di fantasìa e sunto mi racconta l'episodio del Consiglio comunale -che, anni fa', rifiutò il dono di una statua equestre di Marino Marini, finita poi alla fondazione Rockefeller, .perché il cavaliere sembra un « pinoceto », un piccolo Pinocchio. Editore raffinatissimo, acquafortista, scrittore, Neri Pozza è un accanito difensore della provincia e non capisce perché mai gli ingegni migliori si lascino attrarre dalle grandi città. « Sono convinto che Barolini e lo stesso Parise avrebbero reso di più se fossero restati qui, nella terra in cui sono nati — mi dice mentre, dalla sua finestra al sesto piano, guardiamo i tetti della città e il Rio che scorre silenzioso sotto il vecchio ponte San Michele. — Io, per motivi di lavoro, vado spesso a Roma, a Milano, a Venezia; ma la mia base sarà sempre Vicenza. E' necessario che qualcuno si fermi a difendere le posizioni, come una sentinella ». Le « ville venete » Fra le « trincee » per cui Neri si batte quotidianamente, quella che gli è più cara è forse il Teatro Olimpico, che quest'anno ha in programma due stagioni eccezionali. In primavera una grande rassegna del teatro giovane; in settembre Goethe e Molière, con regìe, a quanto si dice, di Puecher, Squarzina e De Bosio. Anche più ambiziosi.i programmi di Giuseppe Roi. il giovane presidente dell'Ente ville venete e dell'Ente turismo. , Partendo dalla constatazione che Vicenza è il cèntro geografico del Veneto, egli sogna il giorno in cui i turisti italiani e stranieri, desiderosi di visitare Verona, Padova, Chioggia, Mantova, Sabbioneta, scelgano Vicenza come loro base e di qui partano ogni giorno per le loro puntate a raggiera. Ha già tentato un esperimento in questo senso con un gruppo di ottanta americani e sostiene che è riuscito benissimo. Per procedere su questa strada è però indispensabile tipicizzare Vicenza, atti rare su di lei l'attenzione del l'opinione pubblica. In prò posito Roi ha. in programma una serie di iniziative per la valorizzazione delle ville venete, uno dei tesori più ricchi e meno conosciuti del nostro paese. Resterebbe da parlare del l'industria tessile di Valdagno e di Schio e della crisi che ha attraversato. Ma il discorso sarebbe lungo, meriterebbe ben altro spazio. Tutta la zona di Valdagno è ancora sotto lo choc della recente occupazione degli sta bilimenti Marzotto protrattasi per trentun giorni. Il I passaggio dall'antica atmo- | sfclsue coNdotolicasicodechnfan sfera paternalista al nuovo clima neocapitalista con le sue ristrutturazioni tecniche e le sue dure lotte sindacali comporta laboriosi travagli. Nonostante il recente accordo, l'orizzonte non è del tutto chiaro. I Vicentini, per solito tanto loquaci, in questo campo non azzardano previsioni. Avevo chiesto di. in controre brevemente il. presi; dente Gianninó^Marzpttg,per; che: mi esponesse la sua qpi: nione ih proposito/; mi ha fatto -cortesemeniè colpire che non era il caso. Gaetano Tumiati