Duro mònito di Wilson ai sindacati per le agitazioni
Duro mònito di Wilson ai sindacati per le agitazioni Aperto dissidio tra il governo e le «Trade Unions» Duro mònito di Wilson ai sindacati per le agitazioni Il Primo Ministro definisce « irresponsabili » le astensioni dal lavoro nell'industria automobilistica - E aggiunge: «E' urgente far cessare gli scioperi illegali. Sia chiaro che intendiamo agire con fermezza» (Nostro servizio particolare) Londra, 15 marzo. In un discorso pronunciato ieri sera ad una riunione laburista, il premier Harold Wilson ha rivolto un duro e secco ammonimento ai sindacati britannici ed ha definito «irresponsabile» e «frivola » l'ultima ondata di scioperi in corso nell'industria automobilistica. « Tutto ciò che è successo nelle ultime settimane — egli ha detto — dimostra quanto siano necessarie e impellenti le riforme che il governo ha già esaminato e intende far approvare al Parlamento. Sia ben chiaro che siamo decisi ad agire sul serio ». Wilson si riferiva al «libro bianco » presentato di recente dal ministro della Produttività e dell'Occupazione, signora Barbara Castle, e contenente un disegno di legge che dovrebbe pone fine agli « scioperi illegali » — cioè non proclamati ma raramente contrastati dalle Trade Unions — e rendere obbligatoria una «pausa di negoziati » prima di ogni sciopero. I sindacati hanno già ■criticato il progetto. Si delinea pertanto uno scontro aperto e più imprevedibile del consueto fra le Trade Unions ed il governo: cioè un allargamento della frattura che già divide il partito di maggioranza, del quale i sindacati costituiscono peraltro il fondamento (storicamente, il partito laburista è una' filiazione dei sindacati: e da essi trae anche oggi una parte cospicua dei finanziamenti). Che sia urgente una riforma delle Trade Unions, nessuno dubita. Esse sono troppe, frazionate e spesso in contrasto fra loro: cosicché spesso basta che poche decine di persone — membri dello stesso sindacato — incrocino le braccia per bloccare la produzione di interi gruppi di stabilimenti. Ma i leaders laburisti speravano fosse possibile ima revisione « spontanea », vale a dire promossa dagli stessi sindacati. Nel suo discorso il premier ha sottolineato in particolare lo sciopero che si protrae da oltre tre settimane alla Ford, massima industria automobilistica del Paese. L'agitazione — che è già costata quasi 36 milioni di sterline, pari a-54 miliardi di lire, di cui la metà in esportazioni perdute — è cominciata in modo « illegale», dopo che il comitato congiunto delle Trade Unions aveva accettato e firmato l'accordo proposto dalla direzione. I due sindacati maggiori — quello dei trasporti e quello dei metalmeccanici, messi in minoranza dagli altri quattordici nelle trattative — la resero poi « ufficiale » sollecitando i loro iscritti ad aderirvi. Da lunedì, se non si uscirà dall'impasse, la Ford chiuderà i suoi ventitré stabilimenti (3000 auto e 400 veicoli pesanti prodotti al giorno) lasciando a casa anche gli operai — ottomila su 46 mila — che finora si erano presentati al lavoro. « Lo sciopero della Ford — ha detto Wilson — è una presa in giro degli sforzi del governo per creare occupazione nelle aree dove gli stabilimenti sono sorti. Le nuove leggi dovranno portare ordine nel caos, e rafforzare le trattative sindacali collettive contro i sabotatori che vogliono frustrarle. Mi domando se gli interessati si rendano conto di dove questa irresponsabilità possa condurre». L'esito potrebbe essere un incremento della disoccupazione, il fallimento dei programmi per restaurare l'economia, un ritorno al governo dei conservatori, c. c.
Persone citate: Barbara Castle, Harold Wilson
Luoghi citati: Londra
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