II concerto di Rossi col pianista Lessona

II concerto di Rossi col pianista Lessona II concerto di Rossi col pianista Lessona All'Auditorium - Sono state eseguite musiche di Gabrieli, Cherubini, Mozart e Beethoven E' l'ora di Andrea Gabrieli. Mentre alla Scala si recita l'Edipo di Sofocle coi cori del grande organista veneziano, Mario Rossi ha ripreso ieri sera l'Aria della battaglia per strumenti a fiato, nell'ottima trascrizione di Ghedini. Che mirabile musica tutta diretta, immediata, in un linguaggio integro, ove ogni vocabolo — ritmico, melodico, polifonico — ha l'aria d'essere pronunciato per la prima volta dalla creazione del mondo, sicché anche le cose più semplici presentano un'intatta efficacia! Si pensa alla Battaglia di Paolo Uccello, o ai cartoni leonardeschi per la Battaglia d'Anghiari, e il musicista non sfigura di fronte ai grandi maestri figurativi. Assai meno vergine, invece, e meno primitivo, il linguaggio dell'unica Sinfonia di Luigi Cherubini, la migliore Sinfonia italiana dell'Ottocento, ahimè! e del resto abbastanza arzilla, sebbene alquanto rinsecchita. Ma italiana è solo per l'anagrafe. In realtà, è straordinario quando l'arte di Cherubini si sia inserita nel gusto francese e abbia determinato il corso futuro di quella musica. Varrebbe la pena di eseguire nel medesimo concerto questa Sinfonia e quella -giovanile di Bizet in do maggiore, per vedere come quest'ultima sia quasi ricalcata, naturalmente in un linguaggio aggiorna to, sulla falsariga cherubi niana. A documentare la differenza sostanziale fra la sapienza del talento e la grandezza assoluta del genio, seguiva nel programma il Concerto in sol maggiore K. 453 per pianoforte e orchestra, di Mozart. Un «piccolo» Concerto, si suoi dire, scritto per un'allieva, forse nemmeno tanto brava. Ma traboccante di poesia, soprattutto in quel misterioso, torpido « Andante », dove già si profila l'incanto della malinconia romantica, e ta particolare dell'autocompatimento brahmsiano. Interprete squisito Lodovico Lessona, che ha tenuto tutta l'esecuzione al limite dell'udibilità, senza che neanche una nòta andasse perduta. Mirabile l'Intesa tra lui e !S^jffi^':R^ss^?è la. compenetrazione, trar; solista "-fi orchestra, quale" ben di rado accade di raggiungere nelle frettolose visite dei virtuosi di passaggio. A conclusione di questo concerto di marca torinese, Mario Rossi dirigeva una bella, elastica esecuzione della prima Sinfonia di Beethoven. Sala esaurita ed applausi vivissimi, con particolare insistenza verso Lessona; e giustamente applaudita anche la compagine degli strumenti a fiato, dimostratasi impeccabile nella Battaglia gabrielina. m. m. +

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