Sholochov litigò con Breznev per il suo romanzo anti-Stalin

Sholochov litigò con Breznev per il suo romanzo anti-Stalin Sholochov litigò con Breznev per il suo romanzo anti-Stalin Nessuno voleva pubblicarlo - Lo scrittore minacciò di mandarlo in Occidente (Dal nostro corrispondente) Mosca, 14 marzo. La pubblicazione a puntate sulla Pravda dell'ultimo libro di Michail Sholochov, premio Nobel della letteratura con il placido Don e vate del regime, ha un retroscena clamoroso che è venuto alla luce solo oggi. Essa ha evitato un scandalo che avrebbe danneggiato la cultura russa forse più di quello di Aleksandr Solzenicyn, e come quello di Boris Pasternak. Se le notizie diffuse sono fondate, è stato Breznev, dopo un drammatico colloquio con Sholochov, a ordinare la pubblicazione dell'antefatto di Combattevano per la patria, una trilogia a cui il premio Nobel lavora dal 1943 e di cui finora era apparsa solo la parte centrale. Sholochov terminò l'antefatto, lo scorso ottobre,' e lo offri per la pubblicazione alla rivista Don che si stampa a Rostov. Ricevette un cortese rifiuto. Lo portò allora alla rivista Moskva, nella capitale, la stessa che tre anni fa aveva pubblicato II maestro e Margherita di Bulgakov. Non gli fu accettato. Sholochov si rivolse a Demi- cev, segretario del comitato centrale e responsabile della politica culturale, ma senza risultati. Per ultimo, lo scrittore ebbe un tempestoso incontro con Breznev al Cremlino. A questo proposito erano già trapelate indiscrezioni. Ma oggi si sono appresi straordinari particolari. Tra l'altro, Sholochov avrebbe minacciato il partito: «Se entro un mese il libro non sarà pubblicato, convocherò i giornalisti occidentali a Mosca per una conferenza stampa, lo metterò all'asta e vedrete se non apparirà in Occidente ». La storia si addice al carattere e all'enorme prestigio del premio Nobel presso il regime. E' indicativa anche dell'attuale crisi politica e culturale dell'Urss. Il motivo per cui veniva rifiutata la pubblicazione era duplice. Sholochov affrontava 11 tema dei campi di concentramento staliniani e forniva una interpretazione « troppo krusceviana » della figura dello stesso Stalin, cosa che non avveniva più dal XXIII congresso del partito del 1966. L'odierno estratto del libro sulla Pravda, il più impor¬ tante, rivela che i motivi erano in buona parte infondati. Egli non si discosta infatti dalla nuova linea ufficiale, secondo cui Stalin commise si errori, ma perché ingannato dai suoi principali collaboratori, ed è comunque la figura maggiore della storia sovietica dopo Lenin. L'antefatto di Combattevano per la patria si impernia sul ritorno in libertà, nel 1941, del generale Aleksandx Strelzov, imprigionato nel 1937 all'inizio delle terribili « purghe ». Il generale rievoca la sua tragica esperienza di fronte al fratello. Di Stalin egli dice: «E' stato Stalin a dirigere la lotta per l'industrializzazione, per la collettivizzazione delle campagne. Non c'è dubbio che dopo Lenin egli è la figura più grossa del nostro partito. E al tempo stesso è stato lui a causare al partito un gravissimo danno... Quelli che erano incaricati di badare alla sicurezza del paese, a cominciare da Ezov, l'hanno tratto in un inganno spaventoso e semplicemente mistificato. Non so se ciò gli potrà servire di giustificazione». e. c.

Luoghi citati: Mosca, Rostov, Urss