Nuovo duello sul Canale con cannoni e carri armati

Nuovo duello sul Canale con cannoni e carri armati E' il terzo combattimento da sabato Nuovo duello sul Canale con cannoni e carri armati Si è sparato, dalla mattina alla sera, su un fronte di oltre cento chilometri - Abbattuto un elicottero d'Israele? (Dal nostro corrispondente) Gerusalemme, 11 marzo. Dopo una tregua di 24 ore, gli egiziani hanno aperto di nuovo il fuoco stamane lungo il Canale di Suez. Verso le dieci un tiro di armi leggere ha colpito la riva est a sud del Lago Amaro, nella zona di Port Tawfiq e a una dozzina di chilometri da questa città. Dopo la risposta israeliana la calma è ritornata verso mezzogiorno. Alle 15,45 gli egiziani hanno ripreso la sparatoria; i reparti di Tel Aviv hanno replicato immediatamente. Alle 17, gli osservatori delle Nazioni Unite hanno proposto un « cessate il fuoco » che è stato accettato- dagli israeliani ma respinto dagli arabi che hanno anzi esteso il fuoco a tutto 11 Canale fino ad El Kantara, all'estremità settentrionale. Il combattimento è terminato alle 18,30. Ci si continua a chièdere 1 motivi dell'aggressività del Cairo. La prima ragione potrebbe essere il desiderio di distruggere le fortificazioni israeliane sulla riva est del Canale ma anche l'intenzione di «provare» la rapidità e la forza della risposta avversaria. Ma non devono essere trascurati i motivi politici. Sul piano internazionale, gli egiziani potrebbero voler compromettere i prossimi colloqui di Abba Eban con Nixon. Sul piano interno le ragioni non mancano: la folla ha chiesto vendetta per la morte del generale Riad e le manifestazioni seguite ai fu¬ nerali del Capo di Stato Maggiore non potevano restare senza seguito. L'esercito egiziano ha bisogno di provare che la sua combattività non è stata compromessa dalla morte di Riad. Fra supposizioni di ogni genere tuttavia una cosa è certa: il « cessate il fuoco» del giugno '67 non ha più molta consistenza. Sul Canale non si svolgono semplici scaramucce ma una vera guerra di posizione con combattimenti quotidiani. Il generale Odd Bull, capo degli osservatori dell'Onu, attribuisce senza il minimo dubbio agli egiziani la responsabilità degli scontri di sabato e domenica. Ma l'organizzazione internazionale non è in grado di intervenire con efficacia. Nel rispondere ad alcune interrogazióni in Parlamento, il generale Dayan ha dichiarato di avere la prova che le organizzazioni palestinesi sono aiutate da Pechino. I terroristi ricevono armi cinesi e gruppi di sabotatori sono istruiti in Cina. Dayan ha aggiunto che se all'inizio i guerriglieri erano reclutati tra « professionisti » che combattevano per denaro, ora le organizzazioni trovano ì loro combattenti fra i campi di profughi e negli ambienti palestinesi di diversi paesi. Dopo aver consultato i 14 gruppi che formano il Parlamento, il capo dello Stato, Zalmar Shazar, ha affidato ufficialmente alla signora Golda Meir il compito di formare il nuovo governo. Franco Martini La versione del Cairo n Cairo, 11 marzo. Nuovo scontro (il terzo da sabato) lungo il Canale di Suez. Si spara su un fronte di oltre 100 km, da Port Tawfiq a sud fino ad El Kantara. Un elicottero Israeliano che dirigeva il tiro delle batterie è stato abbattuto (ma Gerusalemme smentisce). Nel combattimento, ancora in corso a tarda sera, sono impegnati carri armati e l'artiglieria pesante. Per la prima volta 1 cannoni egiziani prendono di mira la zona di Mitla dopo i violenti duelli dello scorso ottobre. Al Passo di Mitla gli egiziani subirono la più grave sconfitta nella battaglia del Sinai durante la guerra del giugno 1967. (Ansa-A. P.)

Persone citate: Abba Eban, Dayan, Franco Martini, Golda Meir, Nixon, Odd Bull, Port Tawfiq, Shazar