La vita dell'antica Roma nei simboli delle monete

La vita dell'antica Roma nei simboli delle monete Una interessante mostra numismatica a Torino La vita dell'antica Roma nei simboli delle monete S'apre oggi nella Manica Schlaparelli del Museo Egizio a Torino, cioè negli ambienti dove nel '67 fu presentata l'arte e la civiltà degli Etnischi che attirò nel guarirli ano palazzo dell'Accademia delle Scienze decine di migliaia di visitatori, una mostra che interesserà tanto i numismatici (il cui numero cresce continuamente), gli archeologi, gli storici dell'arte, quanto il vasto pubblico. Si intitola «I simboli nelle monete argentee repubblicane e la vita dei Romani » ; è accompagnata da un catalogò scientifico curato da Anna Serena Fava e da Fausta Scafile; è allestita dall'arch. Caterina Florio; è organizzata dal comitato direttivo del Medagliere del Museo Civico di Torino (quello che per interessamento di Vittorio Viale riunì finalmente, anni fa, i vari insigni Medaglieri torinesi), e dalla soprintendenza delle Antichità del Piemonte, cioè dal prof. Carlo Carducci e dai suoi collaboratori; ed è dedicata alla memoria di un appassionato numismatico, il conte Landò Rossi di Montelera, che studiò in modo particolare i denari d'argento repubblicani coniati da illustri famiglie di Roma che avevano il diritto di battere moneta, i quali recano sul recto e sul verso strani simboli non sempre interpretabili. Le monete esposte sono circa 750, tutte del Medagliere di Torino, e se ne possono esaminare nelle vetrine le due facce manovrando un semplice meccanismo. Molti di cotesti simboli sono chiarissimi. Si riferiscono — come risulta dal catalogo — ai lavori agricoli, al commercio, ai mestieri, all'architettura e all'urbanistica, all'abbigliamento e alla toeletta e ai gioielli, alle suppellettili per la casa, alla medicina e chirurgia, alla vita pubblica, al teatro e alla musica, alla religione, alla natura, alla guerra e agli sport e ai giochi: insomma a tutte le manifestazioni del pensièro e del' lavoro umano. Ma molti ci restano sconosciuti o suscettibili di interpretazioni non convincenti. Proprio per questo motivo ai visitatori sarà offerta la possibilità di esprimere un giudizio su una serie di monete e di simboli, con la speranza che dall'esame .collettivo nascano nuovi suggerimenti. ..Una, spec^^ii .gioco dell'« oggetto rnis,ter:ì§jjg »; come si vide parecchio tempo fa alla televisione. Ma l'identificazione del simbolo non risolve che una parte dei problemi proposti dalle monete argentee, di Roma repubblicana al numismatico e all'archeologo. Si ammette facilmente che i magistrati addetti alle emissioni monetali ambissero di farsi riconoscere attraverso segni ereditari, « quasi stemmi familiari — scrive la dott.ssa Fava — legati spesso per significato letterale, per ricordo d'imprese celebri o per altri motivi al loro nome ». Basti un esempio: il bastone nodoso (in latino Scipio) per gli Scipioni. Altri simboli restano invece assolutamente enigmatici. Si può metter d'accordo una scure e uno scettro quali emblemi di potere, una cicala e una spiga quali emblemi agricoli. Ma una cicala e un paio di tenaglie? o un elmo e un albero? o uno stendardo e un serpente? Lasciamo ai dotti specialisti ..questi rompicapo, ed Accenniamo invece alla funzione che la mostra — raccogliendo nelle collezioni archeologiche di tutta Italia oggetti modesti per valore artistico ed altri che sono invece autentici capolavori — svolge nel modo più evidente: proponendo cioè un ampio, bellissimo quadro dei rapporti correnti tra i simboli della monetazione e gli oggetti, le cose, le idee, le istituzioni, 1 costumi della vita romana. Qualche esempio. Sulla moneta di L. Papius (n. 37 del catalogo) i simboli sono una incudine e una tenaglia. Ecco perciò esposti nella mostra il calco della base della stele del fabbro del Museo di Aqui leia, dove naturalmente ricompaiono quei medesimi arnesi. Nella moneta di L. Roscius Fabatus (n. 67 del catalogo) è impressa una « grama », vale a dire lo strumento romano per la misurazione del terreno; e gli fa riscontro nella mostra la notissima stele del gromatico L. Aebutius Faustus che appartiene al Museo Civico d'Ivrea. Sulla moneta n. 423 del catalogo si scorgono due teste di gallina o di faraona. Perciò dal Museo Nazionale Romano è venuto il divertente mosaico con faraone e lumache. Per motivi analoghi ci è concesso ora di ammirare a Torino opere famose che molti ricorderanno: il magnifico elmo gladiatorio e il giovane cervo (un Pisanello avanti lettera...) del Museo Nazionale di Napoli; la squisita cosi detta .« Saffo », celebre dipinto dello stesso museo; il mosaico con fauna marina prestato da Aquileia. S'intende che il Museo d'Antichità tgi mlotregrdgrcc torinese ha fornito la maggior parte dei riscontri: fra i quali campeggia il grande mosaico, databile al II secolo d. Cristo, con Orfeo che tenta la cetra. mar. ber.

Persone citate: Anna Serena Fava, Carlo Carducci, Caterina Florio, Landò Rossi, Scipioni, Vittorio Viale