I tecnici di Ispra hanno rinunciato ad occupare per protesta il Centro di Giorgio Martinat

I tecnici di Ispra hanno rinunciato ad occupare per protesta il Centro DURANTE UN'ANIMATA ASSEMBLEA DEI DIPENDENTI I tecnici di Ispra hanno rinunciato ad occupare per protesta il Centro L'idea di un gesto clamoroso è stata respinta: 546 «no», 421 «sì», 81 astenuti - Secondo i dirigenti sindacali, il licenziamento del 20% del personale «rende il Centro atomico un organismo inutile»: «La volontà politica di liquidare l'Euratom è chiara» (Dai nostro inviato speciale) Ispra, 5 marzo. All'assemblea del personale del centro atomico di Ispra, campane a morto per la ricerca scientifica comune europea. E' l'unico punto sul quale non si sono levate voci di dissenso: Ispra è finita, inutile coltivare illusioni. Potrà durare ancora un anno o due, trasformarsi in un organismo puramente burocrati¬ co, ma lo spirito della ricerca è stato soffocato. Il licenziamento di circa il venti per cento del personale « rende il Centro un organismo inutile, privo di efficienza ». C'erano due modi di finire. O sulle barricate, con un gesto clamoroso di protesta, combattendo per la bandiera europea; o in silenzio, cercando di salvare l'indennità di licenziamento e le miglio¬ ri « condizioni di partenza ». Di guesto si è discusso: e alla fine, dopo contrasti, polemiche e accuse spesso roventi, l'assemblea ha scelto realisticamente Questa seconda strada. Il Comitato di Difesa aveva voluto mantenersi al di sopra della mischia, senza suggerire alcuna linea d'azione e aveva lasciato la presentazione delle mozioni ai sìn- dacatì. Il Silarn aveva proposto le barricate: occupazione dello stabilimento di Ispra per « rifiutarne nella maniera più chiara lo smantellamento ». L'Usei ha proposto « la lotta per ottenere le migliori condizioni di partenza ». Il suo rappresentante, ing. Lanza, è stato chiaro: « Abbiamo perso non una battaglia, ma la guerra. La volontà politica di liquidare l'Euratom è chiara: non conosco la posizione della Germania, ma la Francia ha chiesto che venga ridimensionato; il Belgio che vengano eliminati i settori non produttivi, l'Olanda ha lamentato la spesa eccessiva e l'Italia è stata prodiga di promesse e buone parole, ma, quando si è trattato di votare, il sottosegretario Zagari si è schierato all'unanimità con gli altri per'i licenziamenti ». Ha sottolineato: « L'occupazione dello stabilimento ci può fruttare qualche telegramma di simpatia, magari il bel discorso di qualche parlamentare. Null'altro. Non ci resta che prendere coscienza del fatto fondamentale: come centro di ricerca scientifica, siamo morti ». Sulla alternativa proposta, il personale si è diviso. Le diverse mentalità, caratteri ed educazione delle varie nazionalità, che parevano fuse in un decennio di lavoro comune, sono riaffiorate. La proposta di occupare lo stabilimento è stata respinta: 421 voti a favore, 546 contrari, 81 astenuti. E' stata approvata invece la seconda mozione con 519 sì, 253 no e 218 astenuti. A questo punto il Comitato di Difesa ha ere- qppzu\sI i | bduto doveroso presentare le proprie dimissioni in blocco: « Il Comitato era sorto per ! cercare di difendere in ogni ! modo l'integrità del Centro e ! il suo potenziale produttivo. Questo compito è fallito, non per nostra colpa. Constatiamo l'impossibilità di realizzare il fine istituzionale che ci eravamo proposti e ci sciogliamo ». L'atmosfera si è surriscaldata, le mozioni si sono accavallate. Il dott. Forti ha riproposto il gesto clamoroso di protesta: « Dichiariamo almeno che tenere in vita il Centro da questo momento diventa soltanto un inutile sperpero del denaro dei con tribuenti; che il personale continuerà a percepire gli stipendi finché non saranno j prese le inevitabili decisioni j definitive, ma vuole informa- I re l'opinione pubblica che questa attività è senza scopo e senza avvenire. E' l'ultimo atto di coraggio che possiamo compiere ». La mozione è stata respinta. Così un'altra che voleva impegnare tutti i dipendenti a presentare le dimissioni in mas\sa al primo licenziamento, in I segno di protesta, i E' stata invece approvata | una terza mozione, che riconvoca una nuova assemblea straordinaria tra qualche giorno, per « decidere l'azione futura ». Sorto state anche respinte, con un lungo applauso di simpatia, le dimissioni del Comitato du Difesa. Così, malgrado il pes simismo generale, la lotta continuerà, pur senza giungere all'estremo espediente dell'occupazione. Una rappresentanza del personale conferirà con il presidente Rey; l'8 marzo è previsto un incontro con parlamentari italiani di tutti ì partiti e con tecnici della programmazione; altre forme di protesta saranno adottate. Ma è difficile dire che cosa resti da salvare. Giorgio Martinat Un gruppo di dipendenti della « Salamini ■ consiliare Vercelli

Persone citate: Lanza, Salamini, Zagari

Luoghi citati: Belgio, Francia, Germania, Ispra, Italia, Olanda