arbitri sono d'accordo il regolamento è da cambiare

arbitri sono d'accordo il regolamento è da cambiare UNA PROPOSTA DE «LA STAMPA» Bonetto, ex direttore di gare internazionali, riconosce la facilità di equivoci per la punizione a uno. o due calci Quanto scritto ieri circa gli arbitraggi e le incomprensio-. ni che possono nascere fra i direttori di gara ed il pubblico in seguito a decisioni poco chiare (come è avvenuto di recente in Juventus-Roma e Macobiasti-Venezia) ha suscitato vivo interesse fra gli arbitri ed i giocatori, molti dei quali hanno telefonato a La Stampa esprimendo il loro parere. Gli arbitri hanno ricordato un particolare del regolamento che peraltro non è mai applicato dagli stessi direttori di gara: essi non dovrebbero indicare le punizioni dirette ma soltanto quelle indirette (cioè a due calci). Durante le partite, nella fretta del momento, i giocatori di entrambe le squadre, quasi senza eccezioni, chiedono all'arbitro se la punizione è di « prima » o di « seconda »: l'interpellato, ovviamente, non può rispondere soltanto a voce, ma ricorre anche ad un gesto. Questo il motivo per cui su tutti i campi, oramai, gli arbitri contravvenendo alle loro stesse regole, ma venendo arbitri sono d'accordo il regolamento è da cambiare incontro al logico, desiderio degli atleti, alzano il braccio per segnalare se la punizione è diretta o indiretta. Il portiere di una squadra minore di calcio ha confermato ieri che in due recenti occasioni il suo club _si- è trovato in crisi, perché mentre alcuni suoi compagni cercavano di sapere se la punizione fosse o no di « prima », gli avversari avevano approfittato per tirare in porta e segnare. Da equivoci di questo genere nascono proteste e da questo punto ad arrivare alle invasioni di campo purtroppo il passo talvolta è breve. In proposito, l'ex arbitro internazionale Piero Bonetto ha detto: « L'indicazione dei calci di punizione non ha un regolamento preciso: gli arbitri seguono ormai una consuetudine, nessun segno per i calci diretti, il braccio alzato per auelli indiretti. All'atto pratico, però, finiscono per alzare sempre il braccio. L'idea lanciata da La Stampa mi sembra ottima, è una idea sensata. Effettivamente bisogna che tutti comprendano guai è la punizione. Specialmente il pubblico che non è tenuto a conoscere la casistica: per cui è giusto informarlo nel miglior modo possibile. Io arriverei anzi a modificare lievemente il suggerimento: proporrei, cioè, braccia rivolte verso terra per i calci diretti ed entrambe le braccia alzate verso l'alto per quelli indiretti. In un modo o nell'altro, comunque, bisogna effettivamente correggere la casistica ». Come dice giustamente Bonetto, la regola dell'indicare o no con le braccia la punizione potrebbe essere valida se i giocatori stessi ed il pùbblico conoscessero la casistica. Purtroppo questo non avviene sempre: atleti con la esperienza del juventino Sarti dovrebbero essere in grado di capire automaticamente dopo il fischio dell'arbitro se la punizione è diretta o indiretta. A volte però un giocatore è « coperto », quindi non è in grado di giudicare un fallo. Ovviamente deve rivolgersi all'arbitro. Poiché, per esempio, il portiere non può lasciare la porta, l'arbitro — se è distante — dovrà alzare il braccio. La regola, quindi, non essendo applicabile è superata. Inoltre, giusta mente, ci è stato fatto rilevare da un ex calciatore che a volte gli arbitri fischiano al limite dell'area falli che soltanto loro hanno «visto» per cui è logica la richiesta di sapere se la punizione è di « prima » o di « seconda » e magari qual è delle due la squadra punita. L'entità di una punizione, quindi, va sempre indicata: la soluzione più semplice è quella di un braccio alzato per i calci di prima e di due Cosi*Sacendi3; si .mtfferBrjbere^ le inutili e pericolose resse attorno al direttore di gara per chiedere spiegazioni. Giorgio Gandolfi ♦ ma

Persone citate: Bonetto, Giorgio Gandolfi, Piero Bonetto, Sarti

Luoghi citati: Roma, Venezia